L'orgoglio laziale affonda la Juve e prenota la finale
Mille bandiere e mille colori spalancano il sipario biancoceleste della coppa Italia. Notte da sogno aspettata, attesa. Gli ingredienti ci sono tutti e sono quelli giusti, per incorniciare una bella serata di gala da fotografare e ricordare nella storia Laziale. Era tanto, troppo tempo che la Lazio e il suo pubblico non vivevano l’emozione e l’adrenalina di una semifinale di coppa. E Rocchi e compagni non hanno deluso. Ha vinto la Lazio e non ha certo perso la Juventus, afferrando per altro con un pesante artiglio il passaggio del turno. Partono subito gli ospiti a spron battuto e lo fanno terrorizzando la Lazio sin dall’inizio. Al 2’ infatti Iaquinta prova il colpo grosso su un tiro al volo direttamente dal vertice dell’area piccola, che finisce fuori di un soffio. La Lazio appare concentrata e spinta dal pubblico prova a metter in difficoltà i bianconeri. Ma gli uomini di Ranieri chiudono i varchi e ripartono in velocità. La gara è una sfida a scacchi tra strateghi e alla fine vince Delio Rossi. Sissoko giganteggia in mezzo, ma poi scompare e Nedved disegna offensive pericolose che la rapidità di Iaquinta e Amauri sfruttano solo per un tempo. Rossi invece posiziona Manfredini a destra e Foggia a sinistra perennemente in difficoltà, ma alla fine ingabbia la Juve e vince la sfida. Soffre terribilmente Lichtsteiner a destra sui rapidi attacchi di Nedved e Iaquinta portati avanti sulla sua fascia di competenza, ma l’esperienza di Siviglia e di un Cribari in serata di grazia, seminano tranquillità nel reparto arretrato. La squadra biancoceleste c’è e si vede, almeno dal punto di vista dell’agonismo. Al 15’ è proprio Lichtsteiner a mettere in difficoltà la retroguardia bianconera. Lo svizzero infatti brucia Grygera sullo scatto e dal fondo manda in area un pallone delizioso per Tommaso Rocchi che gira però debolmente tra le braccia di Manninger. Trema la Juve, ma trema anche la Lazio. Al 18’ infatti, Iaquinta scatta sul filo del fuorigioco e con un tiro al volo fa scacco alla Lazio. Esulta la punta Juventina ed esulta il popolo bianconero, ma la gioia ospite dura solo un attimo giusto il tempo di accorgersi che l’arbitro Tagliavento ferma il gioco e annulla per off side (per altro inesistente, ndr). La compagine allenata da Ranieri però non si scoraggia e il light motiv del match rimane sempre lo stesso almeno per tutto il primo tempo, la Juve attacca imprimendo gioco e velocità alla manovra e i biancocelesti ripiegano in difesa. Partono tutti da sinistra gli attacchi bianconeri con Nedved che prende il tempo a Foggia sistematicamente in difficoltà dalla sua parte. Ed è proprio il ceco al 34’ ad innescare l’azione del gol. Il suo invito per Molinaro è perfetto e l’esterno juventino pennella in area per Marchionni. Troppo libero il mediano di Ranieri dimenticato o quasi da una difesa scollata e distratta, addomestica il pallone e scaraventa in porta. La sfera carambola sul volto di Kolarov e piomba alle spalle di Muslera. È 1-0 e stavolta l’urlo bianconero è libero di esplodere e scuotere l’Olimpico. Troppo molli i padroni di casa per spaventare una formazione forte e navigata come quella bianconera. Qualcuno aveva ipotizzato o sperato in una Juventus remissiva e distratta, pronta a deporre le armi di fronte ad una Lazio motivata e agguerrita, ma non è stato affatto così. Stile Juve, stile da grande, e gli uomini di Ranieri ci hanno provato fino alla fine a far male alla Lazio, ma senza riuscirci. I bianconeri sono scesi a Roma per vincere ed ipotecare il passaggio, ma alla fine sono tornati a Torino delusi. La Lazio infatti non resta a guardare e dopo il gol alza la testa e reagisce. Si appella all’orgoglio ferito la compagine allenata da Rossi e pesca in se le forze per non deludere la sua gente. Ci prova Rocchi al 38’ quando aggancia in corsa un cross dalle retrovie e da centro area calcia di potenza provando a bucare Manninger. L’estremo difensore juventino però non si scompone e in tuffo allontana il pericolo. Ma i padroni di casa non si perdono d’animo e due minuti più tardi è la volta di Ledesma a far tremare le coronarie al suo pubblico. Da calcio di punizione infatti l’argentino dal piede fatato disegna una parabola arcuata a cui solo un miracolo di Manninger nega il gol. Tutti negli spogliatoi e per il secondo round torna in campo tutta un’altra Lazio. La squadra di Ranieri pensa ad amministrare con il minimo sforzo sperando di ottenere il massimo risultato, ma la compagine biancoceleste sembra avere una marcia in più. L’orgoglio è quello di una grande e la voglia di giocarsi l’accesso in finale fa il resto. Rocchi e compagni tornano a spingere sull’acceleratore provando a mettere in difficoltà gli ospiti. Tenere lontani i bianconeri dalla trequarti biancoceleste per evitare inutili affanni. Ecco il dettame tattico semplice e lineare impartito da Rossi al cambio campo. Pressing asfissiante e manovra offensiva. Mauri subentrato a Manfredini garantisce agonismo e qualità al centrocampo, mentre Pasquale Foggia torna di nuovo ad illuminare l’attacco laziale. Al 12’ ci prova Matuzalem ad impensierire Manninger, ma il tiro del brasiliano sfiora il palo. È il preludio del gol che non tarda ad arrivare. Accade tutto in velocità al 20’ la pressione laziale spinge i bianconeri nella loro metà campo. La palla finisce sui piedi di Lichtsteiner che prende la mira e dal limite dell’area esplode il suo destro in porta. Manninger si oppone alla grande ma il pallone schizza sui tacchetti di Pandev che si gira su se stesso e con un colpo da maestro trova il pertugio giusto per far gol. Il pareggio meritato a tinte bianco e celesti è il coronamento di un forcing asfissiante. L’Olimpico applaude e canta, ma la Lazio non si accontenta e riparte. Spinge la squadra romana e Rossi dalla panchina suona la carica. L’ordine di scuderia è quello di non mollare la presa. La Juve è scossa, sorpresa dalla improvvisa e inaspettata rinascita laziale. Manninger fa gli straordinari e su un tiro velenoso di Foggia da calcio di punizione si aiuta sulla traversa. Il numero uno bianconero è in serata di grazia, ma l’onnipotenza del vice-Buffon si interrompe per la seconda volta dieci minuti dopo. Matuzalem tesse trame a centrocampo e fa salire la manovra biancoceleste. Ledesma fa schermo in difesa, mentre Foggia e Mauri spingono sugli esterni. La Juve indietreggia e subisce. Il secondo gol nasce proprio della sostenuta manovra laziale che con Matuzalem mette in perenne difficoltà la compagine juventina e al 33’ il mago brasiliano imbecca con un assist perfetto Tommaso Rocchi libero di calciare in porta direttamente dall’area piccola. Il tiro perfetto si infila alle spalle del numero Juventino costretto ad inchinarsi ancora alle punte laziali. È festa grande all’Olimpico, è successo, è gioia. Implode la curva applaude la tribuna. Il tripudio di bandiere e di colori incorniciano la vittoria biancoceleste nata dal cuore e dalla voglia di approdare ad una finale che ha un sapore d’Europa. Il doppio fendente laziale stende del tutto Nedved e compagni e la gara si spegne con un tifo assordante che accende lo stadio e annuncia una vittoria sognata e guadagnata. Il 2.-1 da sicurezze, ma non certezze. Il return match è fissato tra 50 giorni c’è tempo per pensarci. Ora la Lazio si gode la vittoria, merita, anzi di più strameridata. |di Alessandro Zappulla - Fonte: www.lalaziosiamonoi.it| - articolo letto 195 volte