Non è possibile che, nel momento clou della stagione, la squadra abbia un’autonomia limitata a 45 minuti. È capitato col Napoli, è ricapitato l’altra sera contro la Lazio in Coppa Italia. Egregio professor Capanna, ma come cavolo è che la squadra sia ridotta in queste condizioni?
Siamo tutti d’accordo: la partita sarebbe dovuta finire in parità. Ma, come al solito, pure stavolta ci abbiamo messo parecchio del nostro per perderla. E ora, per favore, non voglio sentire la solita tiritera del “ma tanto al ritorno possiamo passare facendo un gol” perché la qualificazione avremmo potuto – e dovuto - ipotecarla già a Roma, ma non ne siamo stati capaci. Per un motivo molto semplice: abbiamo finito la gara in ginocchio. Non ne avevamo più. Né più né meno come ci era capitato col Napoli appena tre giorni prima.
È mai possibile che una volta i serbatoi restano pieni fino al 90esimo (e talvolta anche oltre: vedi i supplementari di Coppa sempre coi partenopei) e altre gettiamo la spugna dopo appena 45 minuti? Ma sta’ benedetta preparazione come cavolo la stiamo facendo? L’esimio professor Capanna non aveva forse detto che la squadra si sarebbe fatta trovare bella in palla per la seconda parte della stagione, in concomitanza con finale di campionato e gare di Coppa? A ben vedere, sembra essere pronta solo a perdere su tutti e tre i fronti.
Ve lo immaginate cosa potrebbe succedere tra una settimana, nella partita- snodo dell’intera annata, se dovessimo mai farci trovare in queste condizioni? Il finale di partita sarebbe a dir poco scontato: fuori dalla Champions. Perché quelli del Chelsea non aspettano altro che trovare una Juve cadaverica, sfinita e priva di forze per impallinarla e portarsi via la qualificazione. Lungi da me voler indossare i panni funesti di un novello Cassandro , ma purtroppo tutti gli indizi attualmente a disposizione non aiutano certo a far pensare positivo.
A Roma si è rivista infatti (parlo della ripresa) una Juve davvero impresentabile per appuntamenti importanti: molle, per lunghi tratti in balìa dell’avversario, incapace di provare qualche ripartenza e di costruire un minimo di gioco. In sofferenza ha iniziato il secondo tempo, in sofferenza – per non dire in ginocchio – l’ha terminato. E per fortuna che tra i pali c’era un Manningher estremamente reattivo, altrimenti altro che “ma tanto al ritorno possiamo passare facendo un gol” , avremmo potuto dire addio in anticipo alla prima, possibile finale della stagione. Insomma, per quello che si è visto nel secondo tempo capitolino, possiamo tranquillamente dire che c’è andata ancora bene. Il mio non è pessimismo ad oltranza, ma legato al momento contingente, che ci immaginavamo in un modo e invece è in un altro. E non è quella prevista soltanto un paio di mesi fa.
Anche se, e ripartiamo dall’inizio, questa prima semifinale di Coppa Italia non avremmo dovuto nemmeno perderla, perché nella prima metà della partita di gol VALIDI ne abbiamo segnati due. E con quei 2 gol adesso guarderemmo al ritorno con meno ansia e la ragionevole consapevolezza di poter andare in finale con la Samp (perché vista, com’è andata l’altra semifinale, difficilmente l seconda finalista potrà essere l’Inter, anche se forse in tanti inconsciamente lo speravamo). Un ottimismo circoscritto però ad un'unica gara. La preoccupazione per tutto il resto rimane. Cominciando dal derby di sabato prossimo e proseguendo col match-clou di martedì prossimo. Quello che – diciamolo chiaro – nessuno di noi vuole perdere per qualsiasi ragione al mondo. Professor Capanna, in che condizioni di forma ci presenteremo in campo il prossimo martedì? Perché, ci scusi, ma il problema è tutto lì. |di gobbo di Notre Madame - Fonte: www.nerosubiancoweb.com| - articolo letto 160 volte