Siamo alla vigilia di una partita che per il Bologna assume sempre più i connotati del match fondamentale. Le ultime prestazioni parevano aver regalato un po’ di certezze di gioco e formazione anche se a livello di punti messi in cascina il Bologna ha la peggiore striscia aperta della serie A. La disfatta dell’olimpico ha però fatto crollare il castello di carta messo faticosamente in piedi da Mihajlovic negli ultimi mesi, palesando limiti tecnici e tattici piuttosto preoccupanti. Ormai siamo tornati al periodo arrigoniano, quando nella vigilia della partita non si aveva idea di chi potesse scendere in campo e soprattutto in che ruolo: centrocampo a quattro o a cinque, una punta, una mezzapunta, due esterni, tre trequartisti… chi ci capisce qualcosa è bravo. Ecco che nel marasma generale il tecnico di Vukovar pare aver riscoperto un giocatore che ormai da settimane aveva come principale attività domenicale il riscaldamento dei sedili della terrazza Bernardini: Dyego Coelho. Pare sia venuto, o per meglio dire tornato, il suo momento. In una squadra composta per la maggior parte da giocatori incapaci di esibirsi nell’antica ma quanto mai fondamentale arte del passaggio, il misterioso e indecifrabile esterno brasiliano può forse dare una mano sia dal punto di vista tecnico che soprattutto dell’imprevedibilità. Perché i giocatori come lui sono sempre in grado di metterci quella sana dose di “ignoranza” che a volte può anche essere fondamentale come lubrificante negli ingranaggi farraginosi di una squadra come il Bologna, spesso impaurita dagli avversari e comunque in enormi difficoltà quando è il momento di far pervenire il pallone a Di Vaio. Che Coelho non sia un terzino ormai lo abbiamo capito tutti (grazie Salvatori, Polenta o chiunque lo abbia preso per quel ruolo), che sia difficilmente utilizzabile come ala classica nel 4-4-2 anche. Forse però grazie alla sua anarchia tattica potrebbe avere un perché se impiegato fra le linee, cercando magari lo spazio giusto per liberare un destro da fuori come con l’Ascoli in coppa Italia o per cercare un passaggio filtrante come quello che aveva messo il nostro capocannoniere davanti a Muslera la settimana scorsa. Certo, ad oggi questa è più una scommessa che una speranza vera e propria, e il fatto che ci si debba attaccare a queste cose a una manciata di giornate dal termine del campionato, la dice lunghissima sulla qualità della rosa a disposizione di Mihajlovic e sulla qualità del mercato di riparazione. Chissà però che nell’attesa di avere di nuovo Osvaldo, il nostro barbuto carioca non riesca a regalare alla curva Andrea Costa una gioia al di la dei sorrisi suscitati dallo show nell’intervallo. |di Fabrizio Puviani - Fonte: www.zerocinquantuno.it| - articolo letto 185 volte