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2009-03-09

Torino - Juve vista da NSB


Cuore bianconero, altro che cuore granata, ormai è il caso di dirlo a chiare lettere.
Perché anche questa volta ha vinto la squadra che si è mostrata umile, operaia, grintosa, che ha davvero gettato il cuore oltre l’ostacolo, non rassegnandosi neppure quando ormai la porta di Sereni sembrava stregata.
Ed ha vinto la Juventus delle cosiddette “seconde linee”, che invero seconde linee non sono affatto, almeno visto l’impegno e l’abnegazione mostrata in campo per tutti i 90’: Zebina al rientro, Salihamidzic praticamente recuperato da poco, Poulsen idem, e un centrocampo praticamente sperimentale, per la prima volta in campo quest’anno.
Insomma le componenti che in gare come il derby della Mole, contano molto più di qualità tecniche, di posizione in classifica, dato che di norma vince la squadra che appunto sa avere il giusto impatto mentale con questo tipo di partite.
Il Torino ha provato a prendere le redini del gioco, ma a parte una decina minuti nel primo tempo, non ha avuto la forza e la capacità mentale di gestire la gara, mentre la Juventus, abile soprattutto di rimessa nel primo tempo, con il passare dei minuti ha messo all’angolo gli avversari, tanto che solo un grandissimo Sereni, di gran lunga il migliore in campo, aveva evitato la capitolazione. Vittoria dunque importante, che consente alla squadra intanto di non perdere terreno dall’Inter, e di guardare comunque fiduciosa alla gara di martedì contro il Chelsea.
LA TATTICA
Si diceva di una Juventus ancora una volta rivoluzionata, sempre con il 4 – 4 – 2 abituale, con il recupero di Zebina esterno destro, Salihamidzic e Giovinco esterni di centrocampo, e la coppia Amauri – Iaquinta, già schierata a Catania; granata con formazione tatticamente analoga, ma con un centrocampo spesso disposto a rombo, Corini arretrato, Rosina finta punto ma vero trequartista.
Primi minuti di marca bianconera, grazie ad un intraprendente Giovinco, che prima tenta la conclusione personale, e successivamente serve un pallone invitante a Iaquinta, il cui tiro viene parato miracolosamente da Sereni: è l’inizio di una serata di miracoli del portiere granata.
Subito dopo è il Torino a farsi pericoloso, creando tre buone occasione in una decina di minuti, colpo di testa di Stellone alto di poco, poi due conclusioni di Barone, parate da Buffon, la prima alzando la palla sopra la traversa, la seconda bloccando a terra una palla rasoterra molto angolata.
L’occasionissima tuttavia è nuovamente di marca bianconera, su azione d’angolo un perfetto stacco di testa di Iaquinta con palla indirizzata all’angolino basso, ma Sereni si supera letteralmente, tirando fuori dalla porta una palla che ha fatto gridare tutti al gol.
Da questo momento in avanti, il Torino a poco a poco sparisce, mentre la Juve assume le redini del gioco, e nel finale di tempo una conclusione da fuori area di Marchisio, parata con difficoltà.
Il tema tattico nella ripresa non cambia, anzi è la Juventus ad accentuare la pressione, soprattutto con l’ingresso di Nedved, che rileva Giovinco, comunque messosi alla luce poco prima del campio, con una punizione di pochissimo alta.
Poco dopo altra occasionissima bianconera, e dapprima Sereni nuovamente su Mellberg, poi il palo su botta sicura ravvicinata di Salihamidzic, evitano guai al Torino.
Sembrava l’ennesima gara stregata, ma a tirar fuori il coniglio dal cilindro ci pensava l’accoppiata Nedved – Chiellini, punizione pennellata del ceco e perfetto inserimento di testa del nostro centrale, per il tripudio dei tifosi juventini di curva Scirea.
I minuti finali non hanno offerto grandi cose, Torino che prova a raddrizzare il risultato, ma non creando di fatto alcun pericolo per la porta di Buffon.
IL FATTO
Da ben 14 anni la Juventus non perde un derby, ed in particolare ha vinto gli ultimi tre in “campo avverso”.
La cosa avrà pure il suo significato, che in buona sostanza è quello citato all’inizio, ossia che mentre in passato era il Torino ad affrontare questa gara con la necessaria carica agonistica, adesso è la Juventus a giocare il derby con la concentrazione e la cattiveria adeguata al tipo di gara.
L’errore dei granata è sempre lo stesso, a mio giudizio, ossia pensare di giocarselo alla pari, senza tenere conto del divario tecnico tra le due squadre, e del resto più di trenta punti di distacco non sono affatto casuali.
Invero i granata hanno avuto maggiore possesso palla, soprattutto nel primo tempo hanno creato molto volume di gioco, ma a parte le occasioni citate in precedenza, che tutto sommato non hanno impegnato più di tanto Buffon, quando invece la Juventus, ripartendo in modo rapido e con giocate essenziali, è arrivata al tiro a rete, ha creato occasioni sempre pericolosissime; lo stesso dicasi nella ripresa, granata con azioni asfittiche senza valide finalizzazioni, Juventus più sorniona, ma sempre insidiosa, e quando nella seconda parte della ripresa, ha iniziato ad accelerare, si è subito capito che il gol era nell’aria.
Ranieri stavolta ha azzeccato tutto, a cominciare dal turn over, che ha risparmiato parecchia gente che potrà tranquillamente pensare alla gara contro il Chelsea, a finire nella tempistica dei cambi: e finora su quattro derbies ne ha vinti tre, sbagliandone in parte uno solo, ma senza mai avere incassato reti dal Torino, dato statistico che effettivamente va tenuto in considerazione.
Adesso potrà guardare con maggiore fiducia all’impegno di martedì contro il Chelsea, avendo risparmiato alcuni titolari, e dunque potendo preparare al meglio il confronto, ed arrivarci con una importante vittoria nel derby è certo un ottimo viatico.
|di Antonio La Rosa - Fonte: www.nerosubiancoweb.com| - articolo letto 175 volte


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