Mancava solo l'ufficialità, che irrompe nel frastornato pomeriggio del dopo Lecce-Reggina. Alle 18.30 la società di Via Templari, dopo il summit di domenica sera, rende realtà il licenziamento di Mario Beretta, porgendogli "i più sinceri ringraziamenti per quanto fatto fino ad ora e l'augurio per le migliori fortune". Una ventina di minuti dopo, come pronosticato da molti, la squadra viene affidata a Luigi De Canio, materano 51enne che verrà presentato nella sala stampa dello stadio, alle 12.30, martedì mattina. Poi, nel pomeriggio, dirigerà il suo primo allenamento.
Il copione preventivato, dunque, è stato recitato, come deciso nel summit fra i dirigenti giallorossi svoltosi nella tarda serata di ieri (assente l'ormai ex Beretta). De Canio, libero dallo scorso maggio, è partito in mattinata dalla sua Basilicata, è stato accolto dal direttore sportivo Guido Angelozzi, con cui s'è recato nella villa del presidente Giovanni Semeraro per il pranzo di definizione del suo nuovo incarico. Un incontro molto sobrio e schietto, tanto che il nuovo timoniere salentino non ha posto particolari pretese sull’accordo economico, bensì s'è trovato il punto d'incontro su un premio-salvezza per la squadra (a mò di stimolo, vista la disperata situazione) e, qualora l’obiettivo della permanenza in A fosse raggiunto, l’opzione per il mister per il prossimo anno. In pratica, De Canio ha chiarito innanzitutto di non essere disposto a fare solo il traghettatore della squadra sino a fine campionato, pur firmando un contratto sino al prossimo giugno. Accordo concluso, affare fatto e tanti saluti al 49enne Mario Beretta, il quale resterà comunque a Lecce, visto che i suoi figli, almeno fino a giugno, dovranno frequentare le scuole a cui sono iscritti. Nel povero bottino del tecnico milanese, rimasto in sella per 28 partite (inclusa una di coppa Italia), solo quattro vittorie (due in casa e due in trasferta) e un poco invidiabile penultimo posto con il baratro cadetteria stampato in volto.
Ora le undici volate finali sono affidate all'opera del tecnico ex Reggina, Chievo, Qpr e Genoa, che dovrà risollevare le sorti di una squadra, vistosamente inadeguata per la massima serie, caduta quasi in depressione e d'una tifoseria che difficilmente ci crede più. La società, con il cambio in panca, ha cercato di dare la classica scossa ad un gruppo apparso, oltrechè terribile sul piano del gioco, scoraggiato dal punto di vista psicologico, come se il suo destino fosse già segnato. A primo impatto con la realtà, sembra che a pagare, per il momento, sia solo Beretta (che indubbiamente le ha provate tutte sotto l'aspetto tattico), senza tener conto degli evidenti limiti di un gruppo costruito male durante il mercato estivo, bruciando in men che non si dica quell'entusiasmo nato spontaneamente dopo la meritata promozione in massima serie, dopo due anni di purgatorio. Ora un mezzo miracolo da tentare e questa disperata posizione quasi da ultimi della classe, con la vittoria casalinga che manca addirittura dal 28 settembre, con un gol che non arriva dal 1° febbraio (da 486') e il misero punticino totalizzato nelle ultime cinque deludenti prestazioni. Numeri da brividi, da serie B appunto. Bisogna riaccendere la speranza, ripartire quasi da zero e fare in fretta. Già a Palermo, domenica pomeriggio, arriveranno i primi verdetti sulla bontà, o meno, di questo avvicendamento. |Redazione Lecce Giallorosssa - Fonte: www.leccegiallorossa.net| - articolo letto 155 volte