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2009-03-13

Fascetti: " Lazio, te la giochi con tutti, ma se fossi in Rossi non rimarrei a lungo..."


A pochi giorni dall’ennesimo turno di campionato, la redazione de Lalaziosiamonoi.it è andata ad incontrare uno di quei personaggi che ha scritto, anche senza vincere trofei o coppe, una delle pagine più belle ed emozionanti della storia della S.S.Lazio 1900…stiamo parlando di Eugenio Fascetti, il quale, ha voluto ripercorrere insieme a noi i momenti passati e quelli attuali della compagine biancoceleste...

Mister in questo momento di cosa si sta occupando? Le mancano la panchina e il campo?

Al momento sono libero e felice. Me ne sto a casa e sono contento così anche perché non mi manca nulla. Ho deciso di lasciare il calcio perché ho fatto il mio tempo ed è giusto che sia così.

Parlando di Lazio invece, cosa pensa a proposito del calo vistoso che ha avuto la squadra durante un certo periodo e di questo rinascita nelle ultime tre partite?

Credo che nel calcio ci sia un continuo alternarsi di momenti belli e momenti negativi. Non c’è da stupirsi quindi di tutto quello che è successo a questa squadra. E’ partita con prestazioni che sono andate oltre le più rosee aspettative e il calo che ha avuto penso sia stato soprattutto di natura psicologica. La rosa è composta da ottimi giocatori che in questo scorcio stanno dimostrando tutto il loro potenziale.

Dove può arrivare questa Lazio in classifica?

La Lazio ha un organico davvero competitivo, secondo me, che se la può giocare veramente con tutti in Italia, anche perché, tralasciando le solite big, non vedo squadre al di sopra della media nel nostro campionato. Per questo sono sempre più convinto della mia idea: un piazzamento Uefa è ampiamente alla sua portata.

Cosa le manca per compiere il definitivo salto di qualità?

I giocatori li conosco solamente attraverso la televisione e non ho modo di poterli giudicare appieno in questa maniera. Da ciò che ho potuto osservare però, credo che, mantenendo l’ossatura principale e con un paio di innesti di qualità in difesa e in attacco, credo proprio che questa squadra possa puntare a traguardi molto più prestigiosi.

Dal punto di vista della programmazione, vede un progetto per il futuro?

Che ci sia un progetto serio e valido è tutto da verificare, ma, secondo me, basterebbe davvero poco per costruire un organico di tutto rispetto. Questo non esclude, però, la cessione di un pezzo da novanta che, credo sia necessario anche alla luce della politica attuata da questa gestione.

Da Mister a Mister: spesso si è sentito parlare di un Delio Rossi in bilico, soprattutto per la prossima stagione. Cosa pensa al riguardo e crede che meriti la conferma da parte della società?

In merito voglio dire una cosa: penso proprio che il tecnico romagnolo, finora, abbia svolto un lavoro eccezionale. Non vedo, quindi, motivo per cambiare. Solamente nel caso in cui le prospettive, le opinioni e i progetti di entrambe le parti non dovessero combaciare, credo che ognuna debba proseguire per la propria strada. Proprio per questo, fossi in Delio Rossi, io personalmente me ne andrei.

Pasquale Foggia al momento rappresenta una delle chiavi di volta di questa rinascita: merita la Nazionale?

Sicuramente è uno di quei giocatori che fanno la differenza all’interno di questa rosa e che hanno dato la scossa decisiva per riprendersi dopo un periodo buio. C’è però da dire che in Italia ci sono tanti bravi giocatori, soprattutto in quel ruolo, e sarà compito del c.t.chiamare chi, di volta in volta, dimostrerà di essere nella condizione migliore. Al momento il napoletano è sicuramente uno dei candidi più importanti.

Un pensiero alla piacevole sorpresa di quest’annata: Mauro Zarate…

Non voglio dare giudizi affrettati riguardo questo calciatore. Si vede che ha potenzialità enormi ma, naturalmente, ha bisogno di una guida per poter crescere sotto molti punti di vista. Come si dice, se son rose fioriranno…

Domenica si andrà ad affrontare il Chievo. Da ex allenatore dell’altra squadra scaligera, l’Hellas Verona, come ha visto, da intenditore di calcio, questa sorta di passaggio di consegne tra le due compagini?

Dalla mia esperienza e da quello che ho avuto modo di vedere coi miei occhi, posso affermare che abbiamo avuto a che fare con due modi di vedere il calcio. Da una parte il Verona, società che nel panorama calcistico italiano, si è sempre fatta rispettare ma che purtroppo, al momento, sta attraversando un periodo di grande difficoltà; dall’altra il Chievo, che, arrivato in serie A, come la cenerentola del campionato, è riuscito ad affermarsi e a resistere alle difficoltà che un campionato così difficile può comportare, nonostante il bacino di tifosi sia paragonabile a quello di un Rione di Roma. Ad ogni modo, la Lazio non dovrà assolutamente sottovalutare l’impegno contro la squadra gialloblu. E’ un match che può risultare decisivo per il proseguio del cammino biancoceleste e per questo, solo con la massima umiltà e la massima determinazione si potrà superare anche questo ennesimo ostacolo.

In un futuro, prossimo o lontano che sia, ritornerebbe ad allenare la Lazio?

Al momento non ci penso. Sto bene così e non ho nessuna voglia di rimettermi in gioco.

Quanto si sente ancora legato ai colori biancocelesti?

Gli anni vissuti a Roma mi hanno lasciato dentro esperienze, vissuti ed emozioni uniche che non potrò mai dimenticare. Ricordo sempre con piacere quella squadra lì e seguo con attenzione anche quella di adesso perché posso considerarmi tranquillamente un tifoso Laziale.

E noi non smetteremo mai di ringraziare il personaggio Eugenio Fascetti, sia come allenatore che come uomo…grazie ancora Mister per quell’ impresa unica ed irrepetibile…se la Nostra Aquila è riuscita a volare per anni sul tetto del mondo il merito è anche suo e dei suoi straordinari ragazzi di quegli anni…
|di Riccardo Mancini - Fonte: www.lalaziosiamonoi.it| - articolo letto 157 volte


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