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2009-03-13

Appunti tecnici sul Milan che verrà


Riflessioni, sogni e ipotesi per il Diavolo di domani: serve soprattutto un progetto.
Niente sensazionalismi, prego. La crisi non è finita, il 3-0 all'Atalanta non deve buttare sabbia negli occhi di chi dovrebbe costruire il nuovo Milan. Anche perchè non è stato certo un Milan stellare quello che ha schiantato l'Atalanta con la tripletta di SuperPippo Inzaghi.
Il dato più significativo della sfida con gli orobici arriva da un assente: Clarence Seedorf. Non vogliamo attribuire al campione olandese tutte le colpe, però con lui in campo ultimamente il gioco veniva rallentato e frammentato all'inverosimile: senza di lui, la palla ha corso bene a metà campo, e se al posto di Pirlo -l'altro declinante di turno- ci fosse stato un altro Flamini si sarebbe visto un Milan ancora migliore. C'è da riflettere: se un giocatore rende gioca, se non rende (perchè fuori forma, per l'età, per le troppe partite o per qualsiasi altra ragione) deve restare in panchina.
Invece in panchina ci è rimasto a lungo il povero Mathieu, che ora sta dimostrando di avere tanto da dare a questo Milan, soprattutto per coprire il varco lasciato dal grande Gattuso. Per il resto, gli appunti finiti sul taccuino dopo la partita di domenica riguardano ancora una volta Pato e Jankulovski, due ragazzi di cui si è già discusso su queste colonne. Il giovane brasiliano è sempre scoppiettante, ma paradossalmente rendeva di più quando era schierato come unica punta: paradossalmente perchè il Milan non sembrava propriamente uno schiacciasassi con lo schema ad una punta, e più volte si è rimarcato come siano inutili tanti cross se la punta unica è Alexandre, non uno sfondatore di due metri.
Probabilmente le diverse prestazioni del numero 7 di Pato Branco sono frutto solo del caso: nel senso che, a una o più punte, Pato rende tantissimo comunque, e se con gli uomini di Del Neri non è stato strepitoso come sempre è solo una coincidenza, una parentesi a sè nella storia della sua ottima stagione. Pr quanto riguarda il ceco, invece, arriva la conferma che, se schierato sulla linea mediana, il suo apporto alla manovra diventa molto più utile e naturale.
E' quello il suo ruolo: in difesa si trovava spesso in difficoltà. Con l'innesto di un terzino 'vero' (che consenta a Bonera di piazzarsi in mezzo, nel suo 'vero' ruolo, magari assieme ad un centrale più affidabile di Senderos e del Kaladze dell'ultimo anno: il colpo sarebbe Mexes) da accoppiare a Zambrotta la difesa sarebbe sistemata.
Tanta la fiducia riposta su Thiago Silva, ma l'impressione è che serva qualcosa di più sicuro, solido concreto.
Se sembra tramontata l'epoca dei 'Meravigliosi', tutto palleggio e palla a terra, sembra arrivata l'ora di un centrocampo più concreto e ordinato ma anche forte muscolarmente: Seedorf potrebbe riciclarsi come secondo Kakà o, più difficile, come vice Pirlo: il posto da titolare dovrà altresì conquistarselo con maggior rendimento. L'azzurro, anche lui parecchio opaco da qualche mese, è un giocatore che non possiamo permetterci di accantonare subito: ma se entro questa stagione non tornerà ai suoi livelli sarà difficile poter sperare in un Milan ancora grande.
Serve un centrocampo di guerrieri e corridori: Gattuso, Flamini e Ambrosini ci sono già, uno tra Palombo, Donati o Abate potrebbe completarlo. Gourcuff, che lottatore non è, sembra non rientrare nei piani societari: sarebbe stato utile per varianti tattiche interessanti. L'attacco, che ha in Borriello e Pato le sue stelle del futuro e in Inzaghi la chioccia part time sempre pronta a rispolverare il cannone, avrebbe bisogno di una valida alternativa al fragile italiano, uno alla Bonazzoli per intenderci.
Qualche romanticone cita sottovoce il nome di Hernan Crespo, che divorzierà dall'Inter e farebbe carte false per tornare da zio Carletto. E non avrebbe problemi a fare il 'vice', vista l'età che corre ormai avanzata. Come alternativa a Pato resterebbe Shevchenko, sempre sperando che ritrovi un minimo di fiducia e brillantezza: ma con la permanenza di Ancelotti, che non lo vede affatto, la sua esperienza rossonera sarebbe definitivamente conclusa. Senza voler fare il fantamercato o mettersi nei panni della Società, proviamo ad abbozzare un interessante progetto di formazione: Abbiati; Antonini, Bonera, Mexes, Zambrotta; Gattuso (Ambrosini), Gourcuff (Pirlo), Flamini (Palombo); Kakà (Seedorf); Pato, Borriello. E' qualcosa di irrealizzabile, al momento: perchè i soldi per Mexes non sembrano esserci, perchè in via Turati non ne vogliono sapere di Gourcuff, perchè giubilare Seedorf (e forse Pirlo) è una mossa azzardata che in pochi farebbero e che forse, il futuro lo dimostrerà, potrebbe anche essere sbagliata. Ci vuole coraggio, del resto è l'arma principale di una squadra vincente. E il Milan deve tornare ad esserlo.
|di Rino Gissi - Fonte: www.ilveromilanista.it| - articolo letto 178 volte


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