| Calciomercato | Formazioni ufficiali  | PronosticiCuriosità e statisticheArea TecnicaStorie di CampioniVideo  |  Sport |
 
| Home | Serie A  | Partite di oggiDiretta delle partite | Risultati liveFantacalcio  |  Probabili formazioniCalcio in tvCalcio News |
2009-03-16

Capitombolo Lazio, il Chievo vince e ringrazia


Doveva essere la partita che sanciva la continuità laziale e invece a sorridere è stato solo il Chievo. Quando ti aspetti l’acuto laziale per spiccare il volo, l’urlo biancoceleste si smorza in gola e resta la delusione. Una squadra molle e sfilacciata che rimane intrappolata nella ragnatela veronese per novanta minuti, dall’inizio alla fine perde e perde male.
Un 3-0 secco e meritato che premia il piccolo e gagliardo Chievo per gioco e coraggio mostrato in campo. È un 3-0 che vale i tre punti per i gialloblu e una debacle completa per la Lazio, che perde di nuovo il treno per l’Europa.
Il Chievo di Di Carlo parte bene tessendo una fitta rete di passaggi a centrocampo che frena la manovra biancoceleste ed ingabbia la Lazio per più di venti minuti. I gialloblu mostrano subito di che pasta sono fatti a Pandev e compagni, e con Marcolini a sinistra e Frey a destra mandano spesso in affanno la Lazio sulle corsie esterne. Ledesma e Matuzalem faticano a disegnare attacchi e nonostante un Foggia in forma smagliante i padroni di casa non riescono a decollare né al centrocampo, né in attacco. Un tiro di Ledesma dalla lunga distanza scoccato al 15’ e un affondo di Pasqualino fermato sul nascere sono davvero poca cosa per spaventare un Chievo forte e spavaldo. Al 24’ infatti i veneti scuotono l’Olimpico con un doppio colpo che manda al tappeto la Lazio.
Il primo fendente è a firma di Bogdani subentrato in corsa all’ex-Makinwa. La solita manovra sugli esterni degli uomini di Di Carlo manda in tilt i biancocelesti. Frey a destra spedisce in area un assist perfetto per la testa di Bogdani. L’albanese salta più in alto di tutti e con un colpo di testa manda fuori tempo la coppia centrale Siviglia-Cribari e beffa Muslera. Doccia fredda freddissima per la Lazio che non ha neanche il tempo di capacitarsi e reagire che ricade nuovamente al tappeto. Il cronometro segna il 27’ e il Chievo raddoppia. Il centrocampo biancoceleste resta fermo e favorisce l’affondo dei veneti. Un pallone sporco calciato in avanti dai canarini infatti, mette in crisi di nuovo l’intera retroguardia laziale. Prima Cribari compie una leggerezza su Pellissier. Poi la punta del Chievo beffa Siviglia sulla corsa e Muslera in uscita disperata.
È il 2-0 pesante quanto inaspettato che manda in bambola la Lazio e toglie birra nelle gambe a tutta la compagine biancoceleste. Rossi si sbraccia in panchina e prova a spronare i suoi richiamando la squadra a spingere di più. Poco reattivi i padroni di casa però restano imbrigliati nella ragnatela del Chievo. In termini di gioco gli ospiti continuano a gestire la gara anche se dopo il 2-0 preferiscono controllare anziché affondare.
La Lazio invece prova a rialzare la testa. Prima Pandev manca il tapin vincente da pochi passi, poi allo scadere Foggia prova il numero da giocoliere. Dribbling secco a limite dell’area su Frey e Yepes e bolide preciso per superare Sorrentino. Ma l’estremo difensore giallo blu più volte rientrato nell’orbita di mercato biancoceleste, si allunga in tuffo e fa il miracolo, negando il gol al talento partenopeo e allontanando le speranze Laziali di riaprire il match. I secondi quarantacinque minuti partono con Rossi che prova la carta Rocchi-Mauri, spediti nella mischia al posto degli opachi Brocchi e Pandev. Gli ospiti non si scompongono e continuano a coprire varchi e spazi con la loro manovra asfissiante. La Lazio perde la bussola con il passare dei minuti e si innervosisce. Primo artefice delle ire laziali è l’arbitro Girardi di San Donà, a cui prima sfuggono due falli sacrosanti su Pasquale Foggia, e poi al 21’ appare troppo frettoloso su Kolarov, quando decide di espellerlo per fallo su Frey. Una decisione pesante, quanto severa, che riduce le speranze laziali di riagguantare il risultato al lumicino. Ma Il direttore di gara non può e non deve diventare un’ancora di salvataggio per Rossi e la Lazio. Il calcio praticato da Di Carlo infatti, per tutta la partita ha chiuso in trappola la squadra biancoceleste spegnendo clamorosamente luce e idee ai padroni di casa.
Il batti e ribatti a centrocampo diventa infatti uno sterile light motiv che accompagna gli uomini allenati da Rossi per l’intero match. Solo il solito Foggia prova ad impensierire Sorrentino con qualche spunto personale, ma resta davvero troppo poco per una squadra che punta ad arrivare in alo. Il risultato resta saldamente in mano al Chievo per tutta la partita e allo scadere il 2-0 si trasforma in un roboante 3-0. Una Lazio sbilanciata e senza idee infatti perde la bussola definitivamente e s’inchina per ancora una volta agli avversari. Colucci scatta sulla corsia di destra orfana di Kolarov, e buca la difesa laziale con un cross potente e preciso per Pellissier. La punta del Chievo si infila tra i centrali della difesa e con la punta dello scarpino anticipa Muslera. È il terzo sigillo che chiude la contesa dell’Olimpico e consacra la splendida impresa dei veneti. La Lazio si ferma e resta al palo in classifica. Nella domenica dell’atteso allungo laziale infatti i biancocelesti non solo cadono clamorosamente in casa, ma vedono allontanarsi di nuovo anche la zona Uefa. Un tonfo improvviso che non ci voleva. E per sperare ancora in un piazzamento europeo Rocchi e compagni sono chiamati a rialzare la testa già a partire da domenica prossima a Catania. Ma non sarà facile.
|di Alessandro Zappulla - Fonte: www.lalaziosiamonoi.it| - articolo letto 170 volte


Calciomagazine.net© - Edizione Sportiva del Periodico L'Opinionista
n. reg. Trib. Pescara n.08/08 dell'11/04/08. Iscrizione al ROC n°17982 del 17/02/2009 - p.iva 01873660680
tutti i diritti sono riservati - vietata ogni riproduzione anche se parziale