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2009-03-18

Mezzo Milan sotto i ferri


Inutile piangersi addosso. C'è un secondo posto da conquistare.
Nella giornata in cui SuperPippo Inzaghi ha raggiunto quota 300 gol e il Milan è parso rifiorire con l’approssimarsi della Primavera, annoveriamo l’ennesima tegola piombataci tra capo e collo: il grave infortunio subìto da Abbiati. Rottura del ginocchio, campionato finito. Cribbio che sfortuna! Nesta, Gattuso, Borriello, Kaladze e, adesso, anche Abbiati. Tutti sotto i ferri. Tutti in infermeria. Tempo per piangersi addosso non ce n’è. Bisogna rimboccarsi le maniche e difendere strenuamente la terza posizione. Che potrebbe diventare anche seconda. Certo che con Dida tra i pali stiamo freschi. Ancelotti lo difende a spada tratta. Galliani pure. L’amministratore delegato ha addirittura affermato che la società non acquisterà altri portieri nella prossima tornata di calciomercato. Bella notizia.
Noi non ci crediamo più di tanto. Male che vada ci terremo Dida e Kalac. Come dire: facciamoci del male da soli. L’impressione, con Dida tra i pali, è che quando gli avversari inquadrano la porta e tirano, il gol è bello e subìto. Impressione confermata anche a Siena. Uscito Abbiati abbiamo subito beccato gol. A nostro modesto avviso Dida avrebbe potuto fare di più e di meglio anche in quella circostanza. Il problema, grave, è che Nelson trasmette insicurezza a tutti, compagni di squadra e tifosi compresi. La speranza che possa tornare al più presto il gran portiere che è stato, è debole ma tuttora esiste. Speriamo bene.
A Siena il Milan ha giocato una buona partita sostenuto da un Inzaghi indiavolato e dal solito, meraviglioso Pato. 14 reti in campionato non sono poche. Ma il ragazzino incanta domenica dopo domenica soprattutto per la classe che gli sprizza da tutti i pori e il coraggio che butta in campo. Da Inzaghi ha ereditato il morso del cobra. A Siena ha dormicchiato un po’. Poi, all’improvviso, eccoti piazzata la doppietta. Stupefacente. Da Inzaghi deve imparare l’arte del sacrificio. L’arte dell’essere professionista sempre e comunque. La gioia di lavorare.
A Siena il Milan non ha brillato. Ma ha vinto. Largamente. Sono emerse le solite lacune. Preoccupa Pirlo, in forte ritardo di condizione e meno lucido e preciso del solito. In difficoltà pure Ambrosini, la carretta l’ha tirata Flamini sostenuto da Beckham e Jankulovski. E’ piaciuto Ronaldinho. Ogni volta che tocca il pallone è come se si accendesse la luce. Succede sempre qualcosa. La forma non è ancora quella migliore, ma quasi mai sbaglia un tocco, una rifinitura, una verticalizzazione. Un lancio. Splendido il passaggio con cui ha innescato Pato in occasione della prima, eccellente marcatura del “Papero”. Favalli e Maldini stringono i denti, ma sono proprio quelli i ruoli da coprire urgentemente durante la prossima campagna a acquisti. Thiago Silva, va bene. Benissimo. Ma ne serve un altro da scegliere tra Agger e Mexes.
Leggiamo di un forte interessamento del Milan verso Christian Panucci. Braida avrebbe già incontrato Damiani, il procuratore del difensore romanista ed ex rossonero. Mexes sarebbe il “top” ma noi, Agger, non ce lo lasceremmo proprio scappare.
Tutto lascia intendere che il Milan adesso procederà come un treno. Come ogni anno di questi tempi. La condizione generale crescerà partita dopo partita fino alla fine del campionato, unitamente alla singola forma di tutti i giocatori. Come sempre, alla fine, ci morderemo le mani pensando a tutti i punti buttati colpevolmente alle ortiche soprattutto contro le “piccole” squadre. Non vorremmo che questo finale di torneo traesse in inganno la dirigenza inculcando, specie in Galliani, l’idea bizzarra che questa squadra non abbia bisogno di correttivi, di innesti, di ritocchi. Il Milan deve svecchiarsi. Il Milan deve investire e rinnovarsi in taluni ruoli chiave e decisivi. Il Milan necessita di valide alternative ai titolari, specie nei ruoli più delicati. Se davvero Jankulovski dovesse trasmigrare nella linea dei centrocampisti di fascia, occorrerà acquistare un esterno sinistro di spessore. Antonini, che pure può giocare sia a destra che a sinistra, non basta.
Maxwell andrebbe benissimo. Dubitiamo fortemente che l’Inter lo lasci passare al Milan, ma non si sa mai. Ingressi di sostanza e qualità servono anche a centrocampo e in attacco. Inzaghi è un grande, fiorisce in primavera e sonnecchia in inverno. Però, anche in quella fase del campionato serve chi la butti dentro con rabbia e decisione e ci faccia vincere determinate partite. Quelle “solo” apparentemente più semplici. Bene fa la Società a insistere su Marco Borriello. Marco è forte e lo dimostrerà. Confermatissimo Pato, un pensierino al ritorno di Paloschi lo faremmo senz’altro. E’ lui il dopo Inzaghi. Con Pato formerebbe una coppia fantascientifica. Faremmo rientrare alla base pure Ignazio Abate, che si sta comportando benissimo a Torino sia come esterno “basso” che come esterno “alto” di centrocampo. A centrocampo serve gente di qualità e di sostanza. Gente capace sia di tamponare che di impostare e rilanciare l’azione. Gente alla Gattuso. Infine serve un portiere. Inutile e pericoloso tergiversare. Abbiati non sarà pronto prima di ottobre.
|di Claudio D'Aleo - Fonte: www.ilveromilanista.it| - articolo letto 229 volte


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