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2009-03-23

Orsi: "Guidare la Lazio è un desiderio che spero diventi realtà…"


Parlare di Lazio con lui è come parlare di affari di famiglia. Il bianco e il celeste come bagaglio di ricordi e di emozioni. Il bianco e il celeste come il ricordo di vent’anni di carriera passati fra porta e panchina. Fernando Orsi detto ‘Nando’ nella Lazio è stato tutto o quasi.
Portiere per dodici anni, preparatore fino al 2002 e poi secondo di Mancini in panchina. Orsi la sua Lazio la porta sempre nel cuore e fra un commento a Mediast ed un corso d’aggiornamento tecnico, Nando spera ancora di tornare a vestire l’effige con l’aquila, stavolta però come allenatore…

Nando che momento è questo della Lazio?

“È un momento indecifrabile questo della Lazio, anche perché la vedo esprimersi a corrente alternata e quest’atteggiamento non è molto comprensibile. Parlando della partita di Catania però debbo dire che se la Lazio fosse uscita dal Massimino con un pari alla fine non avrebbe rubato niente”.

Ma che è successo ieri alla Lazio..?

“E’ successo che la squadra di Rossi ha avuto le sue occasioni, ma l’ha sciupate. Poi ha lasciato giocare troppo il Catania, al quale ha concesso addirittura un tempo intero. Ed infine ha sottovalutato che in casa dei rossazzurri non è mai facile, perché è un campo assai ostico e cercare il pareggio giocando in una fase sola della partita non è cosa semplice”.

Nando ieri la Lazio è sembrata involuta…

“Questa è una squadra che ama specchiarsi troppo su se stessa confidando a volte solo sul valore delle proprie individualità. Mi da l’impressione di esser poco corale nella manovra, affidando la soluzione, alla giocata del singolo, e questo è certamente un handicap. Io in questo campionato vedo una Lazio con dei limiti caratteriali, che è capace di disputare delle belle partite che poi vanifica con degli scivoloni che impediscono lo sprint finale alla squadra ”.

L’obbiettivo dichiarato dalla Lazio è un piazzamento Uefa. Dopo l’ultima sconfitta, raggiungerla attraverso il campionato è impossibile?

“No perché? Penso che come è riuscita a fare tre o quattro risultati positivi prima della sconfitta con il Chievo questa squadra è in grado di ripetersi. Però ora alla Lazio serve continuità, serve trovare una quadratura che ancora non ha trovato. Mi auguro da laziale che questa formazione lotti tutta per la stessa causa, facendo gruppo e affrontando le prossime partite con molta attenzione…”

Delio Rossi è sulla panchina della Lazio con un contratto in scadenza. È destabilizzato secondo te?

“Credo che professionalmente tutti debbano dare il 110 % con o senza contratto di Rossi. I giocatori sono dei professionisti e devono dare tutto per arrivare in Uefa. La cosa importante è che i calciatori recepiscano sempre le parole del mister in maniera costruttiva. Dalla Lazio e dal suo gruppo ora deve emergere uno spirito professionistico…”

Quest’anno lo spogliatoio laziale è stato un po’ movimentato, vedi Rocchi, Zarate e Cribari. Pensi che il tecnico biancoceleste meriti la conferma?

“Rossi è il vero valore aggiunto di questa squadra. Ha ragione Lotito quando nelle interviste gli garantisce la fiducia. Delio è a Roma da quattro anni e direi che se tanti risultati sono arrivati durante la sua gestione, molto dipende da lui. Le qualità di questo tecnico non si discutono, certo come tutti anche Rossi è umano e può sbagliare, ma nel complesso lui alla Lazio ha fatto bene”.

Orsi commentatore oggi ma allenatore l’anno scorso…

“No vi correggo. Io sono un allenatore anche oggi. L’esperienza a Mediast è affascinante e la sto portando avanti con serietà anche perché si parla di calcio che rappresenta tutta la mia vita. L’anno scorso però ero a Livorno dove per altro ho avuto una bella esperienza in serie A. Il primo anno ci siamo salvati e abbiamo fatto quattordici punti in dieci partite, il secondo anno sono arrivati giocatori nuovi con poca esperienza dalla serie C e sono stati venduti i pezzi importanti. Credo che mi sarebbe servito soltanto un po’ più di tempo per trovare la quadratura giusta, invece non mi è stato concesso e sono stato esonerato. Adesso sono di nuovo in gara per ricollocarmi altrove. Vedremo…”

Il Rapporto con Mancini com’è?

“Un bel rapporto. Professionale e di amicizia. A volte ci sentiamo anche adesso…”

Meglio Mancini o meglio Mourinho?

“Sono due grandissimi allenatori. Ritengo che l’Inter sia una squadra fortissima che ha bisogno di tecnici importanti. Sia Mancio che Mourinho lavorano bene anche se in maniera diversa, ma ambedue sono dei vincenti perché annoverano diversi trofei nella loro personale bacheca. Perciò non si può dire meglio l’uno o meglio l’altro”.

Tuffandoci in serie B chi pensi possa salire di categoria?

“Il Bari sta facendo molto bene, grazie a dei risultati importanti. Il Parma è un’altra formazione costruita per il salto di categoria, poi per il resto credo che le partite che mancano alla finse siano sufficienti per tenere alta la battaglia. Dietro invece le ultime tre squadre (Treviso, Avellino e Modena, ndr) sono più in difficoltà e rischiano grosso”.

Nando il Frosinone invece come lo giudichi?

“Senza dubbio il Frosinone è una squadra con ottime individualità, l’ho visto molte volte e ritengo che sia attrezzato a sufficienza per salvarsi. Certo però le partite che mancano alla fine del campionato sono tante e penso che le squadre invischiate nelle zone basse debbano fare molta attenzione. In serie B più che in A infatti il rischio di esser risucchiati nel baratro è sempre alto”.

Ma Orsi ha una panchina nei suoi sogni su cui vorrebbe sedere?

“Sicuramente quella della Lazio. Ho vissuto vent’anni con il biancoceleste indosso e poter guidare un giorno la mia squadra è un desiderio forte che spero possa diventare realtà”.
|di Alessandro Zappulla La Provincia - Fonte: www.lalaziosiamonoi.it| - articolo letto 152 volte


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