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2009-03-24

Le tre 'P' del Milan che verrà


Parsimonia. Programmazione. Pato.
Archiviamo con rassegnazione l’ennesima prestazione deludente del Milan: in quel di Napoli è andato in scena un copione purtroppo già visto molte volte, una recita scialba e noiosa in cui l’unico fattore positivo è stato il punticino guadagnato, anche grazie all’imperfezione arbitrale (di errore è difficile parlare data la difficoltà della situazione da giudicare) sul gol annullato a Marek Hamsik. In questo periodo in cui ci rimane solo da lottare per il terzo posto e in cui il campionato rossonero si trascina tra entusiasmi sempre più tiepidi, ci preme sottolineare le priorità per la società e la squadra in vista del prossimo anno, che si spera possa essere quello dell’agognato riscatto. Riassumiamo le nostre considerazioni attraverso la lettera ‘P’ che è l’iniziale dei tre elementi cardine da cui ripartire per non ritrovarci tra 12 mesi in una situazione simile a quella odierna, ossia fuori dall’Europa e a 14 punti dalla capolista Inter.
PARSIMONIA - Come ampiamente comprensibile, visto lo stato di crisi economica globale, e come giustamente sottolineato da Adriano Galliani settimana scorsa, il calciomercato quest’anno sarà all’insegna della parsimonia e della scarsa liquidità in circolo, non solo per il Milan ma per tutto il mondo del pallone. Non necessariamente questo elemento deve rappresentare una negatività, in quanto potrebbe permettere al Milan di mettere in campo strategie più razionali, a partire dalla valorizzazione di ciò che di buono già si possiede in casa (o in prestito) e dai tagli da applicare ai ‘rami secchi’ che da troppo tempo danneggiano il gruppo e quindi il rendimento della squadra. In tale ottica auspichiamo il rientro alla base di elementi giovani e validi che si stanno facendo valere in giro per l’Italia e all’estero, citando tre nomi su tutti: Abate, una delle poche note positive nella tormentata stagione del Torino e ottimo cursore di fascia, che andrebbe a coprire un vuoto che nel Milan da troppo tempo esiste, data la tendenza della squadra a giocare per vie centrali. Secondo nome è sicuramente Alberto Paloschi, che ha intrapreso a Parma una parabola ascendente strepitosa: 7 gol finora, maglia da titolare assicurata e anche assist di qualità come dimostrato nell’ultima giornata di serie B a Trieste. Vederlo un altro anno in prestito sarebbe una bestemmia calcistica dato che, a parte Balotelli, è senza ombra di dubbio l’attaccante italiano under 20 più promettente.
Yoann Gourcuff. Vi dice niente questo nome? Quella relativa al francese è di certo la situazione più spinosa, dato il diritto di riscatto a favore del Bordeaux, l’allergia di Ancelotti al fantasista bretone e la grande considerazione di cui ‘Le petit Zidane’ gode in giro per l’Europa (e in particolare presso Arsène Wenger, manager dell’Arsenal) . Ma la stagione di Yoann a Bordeaux è strepitosa e non dare una chance ulteriore ad un giocatore così sarebbe un delitto, soprattutto vista la parabola discendente intrapresa da Seedorf. Speriamo che la formula scelta l’estate scorsa, che lascia le carte migliori in mano alla dirigenza dei Girondins, non precluda sviluppi positivi per il Milan. Veniamo ai ‘rami secchi’ sopra citati: a nostro parere il ‘taglio’ di giocatori come Dida, Kalac, Favalli, Kaladze, Emerson, Seedorf e Shevchenko non solo porterebbe un enorme risparmio sugli ingaggi, tra l’altro reinvestibile sul mercato, ma produrrebbe anche quello svecchiamento tanto invocato in questo periodo e tanto necessario.
PROGRAMMAZIONE - Mai come oggi si sente la necessità di un mercato e di un atteggiamento dettato improntato ai principi della programmazione, della razionalità e della costruzione di una squadra completa e competitiva, che non si basi solo sui grandi nomi (le famose ‘figurine’) ma anche e soprattutto sulla concretezza, la freschezza fisica e l’entusiasmo. Dunque bando ai proclami e agli acquisti a sensazione: si cerchi di porre mattone su mattone e di creare un’ossatura nuova, che duri nel tempo e che possa dare prospettiva, magari agendo di concerto con l’allenatore, che sia Ancelotti o qualcun altro, in modo da fornire al comandante della nave rossonera un equipaggio di fiducia, in cui ogni tassello si incastri con un altro e in cui al nome o alla fame si anteponga il criterio di utilità alla causa. PATO - La terza ‘P’ è quella relativa al cristallino talento brasiliano, asse portante su cui costruire il Milan dei prossimi 10/15 anni, patrimonio da sfruttare e da ottimizzare, creando attorno a lui le condizioni perché possa ulteriormente migliorare dal punto di vista sia realizzativo sia dell’impatto complessivo sui risultati della squadra. Pochi al mondo dispongono di un fenomeno di questo livello e di quest’età, per giunta con ampi margini di miglioramento: sarebbe un peccato vedere sbocciare Pato in un Milan mal costruito e che non riesca a tenere il passo delle sue legittime ambizioni. Sarebbe un freno ai suoi sogni da calciatore ma anche ai nostri in quanto tifosi milanisti: siamo sicuri che la società non vorrà correre il rischio di sprecare un tesoro del genere.
|di Claudio Mignatti - Fonte: www.ilveromilanista.it| - articolo letto 213 volte


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