LECCE - L'ha definita 'operazione rasserenamento' e la sta portando avanti col cipiglio del sergente di ferro, pronto al sorriso come all'arrabbiatura, Gigi De Canio. Ha detto ai giocatori che un silenzio stampa in cui è necessario far quadrato non serve a nessuno ed ai suoi uomini è tornata subito la parola; ha recuperato elementi che a Lecce sembravano in vacanza, come ha fatto capire ai 'senatori' o a quelli apparentemente intoccabili che l'unico giudice, assieme a lui, è il campo per cui tutti possono andare in tribuna o scendere in campo dall'inizio. Dipende da come si allenano, dalla rabbia che dimostrano di avere, e di essere consequenziali nella prestazione domenicale.
Sembrerà strano, ma un misero punticino, quello conquistato domenica scorsa, legato alle conseguenze determinate sulla classifica dai risultati delle altre squadre, ha creato questo piccolo miracolo, nel senso che una speranza, seppur tenue, c'è e voglia di lottare tanta.
Tra i giocatori recuperati c'è anche Andrea Ardito, che in questa stagione aveva registrato pochissime presenze e lo ha fatto nel momento più delicato della partita con l'Atalanta chiedendo al giocatore toscano di gettare nella mischia l'ardore che lo caratterizza e quella capacità di lottare che ha nel DNA calcistico.
Il trentaduenne centrocampista non fa, ufficialmente, salti di gioia per il ritorno in squadra, ma è nel suo stile essere misurato. Però la gioia è stata tanta perché domenica ha tagliato il traguardo della gara numero 300 tra i professionisti e il suo ingresso in campo ha consentito al Lecce di raggiungere il pareggio che lascia aperta la porta della speranza.
« Per la verità - dice - in questo momento, più che pensare alla gioia personale, per il mio rientro in campo dopo un lungo periodo, preferisco manifestare la soddisfazione, guardando all'impegno di tutto il gruppo e all'obiettivo primario che la squadra si pone. Indubbiamente, da ora sino alla fine, ci vuole la piena efficienza di tutti ed io sono contento di essere in una buona condizione fisica. Non ne ho mai dubitato, credetemi, perché ho sempre lavorato con il massimo impegno anche in questo periodo, nel quale ho giocato poco, convinto che, alla prima chiamata, avrei dovuto dimostrare di essere pronto».
Ha dimenticato i mesi in cui ha dovuto attendere il suo turno perchè - dice
« non fa piacere a nessuno non riuscire a trovare spazio, perché tutti abbiamo voglia di giocare. Ma pensare positivo aiuta perché, poi, quando arriva la chiamata, bisogna saper dare delle buone risposte».
Ora la corsa al posto è aperta perché,
«col cambio di allenatore tutti partiamo da zero, sapendo che si fa bene in allenamento, aumentano le chance di scendere in campo».
Però, viene prima il Lecce: «In questo momento del campionato, e con poche partite che mancano alla fine, gli interessi individuali vengono meno perché è la serie A è un bene per la società, per i tifosi e per noi calciatori per tutta una serie di motivi».
Quest'anno scadrà il contratto che lo lega al Lecce, ma Ardito dice che c'è tempo per parlarne. « L'obiettivo è la salvezza, se ci arriviamo è davvero una conquista » . |di Elio Donno - Fonte: www.leccegiallorossa.net| - articolo letto 152 volte