Dopo l'ennesimo cambio tecnico (il terzo solo in questa stagione, il settimo nei quattro anni di gestione Cairo), il Torino volta pagina. Via Walter Novellino, chiamato a dicembre dopo l'esonero di Gianni De Biasi, il vecchio Toro riparte da Giancarlo Camolese, quarantottenne tecnico con un passato da calciatore ed allenatore proprio nelle fila della società granata. Camolese, chiamato al capezzale di una squadra disperata, nella testa e nella classifica, nel tentativo di compiere il miracolo di una salvezza che, ad oggi, pare quanto mai difficoltosa. Non tanto per limiti tecnici, in quanto a mio modo di vedere la squadra è stata attrezzata per poter tranquillamente ambire ad una classifica tranquilla, anzi, i proclami di inizio stagione erano ben altri, ma più che altro “Camola” dovrà lavorare sulla testa e sullo spirito di giocatori demotivati, che una volta trovatisi nelle acque agitate della bassa classifica, hanno pagato un forte scotto psicologico non riuscendo a risollevarsi come la piazza si sarebbe attesa. E così, assieme a squadre oggettivamente meno attrezzate sul piano tecnico (a mio avviso Reggina e Lecce su tutte) il Toro si trova a dover affrontare questo rush finale dove le restanti nove gare assumeranno tutta l'aria di nove vere e proprie finali. Se la Reggina oramai appare abbastanza distaccata rispetto alle altre, in coda tutto può accadere...in particolare temo il Bologna di Mihajlovic, che in virtù di un calendario forse più abbordabile del nostro, e soprattutto in virtù del fatto che esattamente come al Toro, i valori tecnici in rosa li possiese (e bomber Marco Di Vaio docet) vedo nettamente meglio rispetto ad altre rivali. Un apporto fondamentale inoltre potrà essere portato, esattamente come qui a Torino, dalla “piazza”...Toro e Bologna sono due Società che hanno fatto la storia del calcio in Italia, basti pensare al Grande Torino o al Bologna dell'amatissimo Giacomo Bulgarelli; è vero che la storia non concede “crediti” per il futuro, ma secondo me questa storia e questo patrimonio di gente, passione e tifo andava salvaguardato meglio. Conosco relativamente la situazione rossoblù, ma posso parlare con assoluta cognizione di causa delle vicende granata. Presidenti arrivisti, faccendieri che poco avevano a che fare con lo sport e personaggi vari nel corso degli ultimi 15 anni hanno fatto precipitare il glorioso Toro in un tunnel senza uscita, culminato nell'estate del 2005 con il fallimento del Torino Calcio, rinato sotto il neonato marchio Torino F.C. 1906 sulle ceneri del precedente. Il Presidente Urbano Cairo, personaggio dalle indubbie capacità manageriali e comunicative, da quasi 4 anni alla guida del club, ha capito la grossa differenza che intercorre tra il gestire un'azienda ed invece gestire una squadra di calcio, dove mettere assieme risultati importanti è sempre più difficile, specie se non si hanno mezzi economici spropositati come altre società presenti nella nostra Serie A. E così si spiegano sette cambi in panchina nel giro di nemmeno quattro stagioni, l'avvicendamento di quattro direttori sportivi, uno per ogni stagione. L'ultimo, Rino Foschi, d.s.di razza (le sue migliori stagioni a Palermo sotto la presidenza Zamparini, altro carattere non facile del nostro calcio) sembra l'uomo giusto per il Presidente Cairo, ottimo collante tra proprietà e squadra, tifosi ed ambiente tutto, uomo che attuando un ottimo mix tra competenza tecnica e determinazione, sta iniziando ad entrare sempre di più nei cuori dei tifosi granata. Concludendo questa mia analisi mi sento di dire che appunto, anche in virtù di un calendario a mio avviso più “morbido” (Siena, Reggina, Lecce, Chievo e Catania sono assolutamente alla portata dell'undici bolognese) il Bologna può ambire ad una tranquilla permamenza nella massima serie. Certamente sarà decisivo lo scontro che varrà doppio tra qualche settimana contro il Toro, avvantaggiato dal fattore campo e dal fatto di poter contare sul famoso tremendismo granata che spingerà i ragazzi di Camolese a fornire sempre il massimo da ogni prestazione. Per il Torino il discorso è un po' più complesso, poiché se Camolese riuscirà a lavorare bene sulla testa dei ragazzi, portando magari via qualche punto già domenica prossima alla “Favorita” di Palermo, a mio modo di vedere la squadra ha tutti i mezzi per potersi risollevare nelle restanti gare, anche se il calendario (Milan, Fiorentina, Napoli, Genoa e Roma) è decisamente arduo, nulla è ancora deciso in maniera definitiva. Un augurio dunque alle nostre due squadre, ed alle nostre due fantastiche tifoserie, che alla fine questa stagione si possa concludere in maniera positiva per entrambe, e che per il futuro ci sia meno da soffrire nell'attesa che si possano riverdire, magari con qualche bella soddisfazione sportiva, gli antichi fasti di qualche stagione fa, cosa che chi vive il calcio come amore e passione autentiche si augura. |di Fabio Milano - Fonte: www.zerocinquantuno.it| - articolo letto 159 volte