| Calciomercato | Formazioni ufficiali  | PronosticiCuriosità e statisticheArea TecnicaStorie di CampioniVideo  |  Sport |
 
| Home | Serie A  | Partite di oggiDiretta delle partite | Risultati liveFantacalcio  |  Probabili formazioniCalcio in tvCalcio News |
2009-04-04

Zerocinquantuno intervista Egidio Notaristefano


“Spero che il Bologna si salvi. Questa squadra e questa città non meritano palcoscenici diversi dalla serie A”. Parole, musica e auspici di Egidio Notaristefano, una stagione al Bologna nel 1990 e attuale allenatore del Novara. “Dal punto di vista dei risultati, non è stato un anno buono – apre oggi l’album dei ricordi relativo a quel periodo – ci fu anche la retrocessione, anche se comunque arrivammo ai quarti di finale in Coppa Uefa. Dal punto di vista personale, non giocai molto perché arrivai dal Como con un problema al ginocchio.
La situazione poi si risolse, proprio nel periodo in cui arrivò Radice, ma poi mi feci di nuovo male”. Non tantissime apparizioni, ma qualche gol, e anche importante, quelli sì. Sulle altre “la rete agli scozzesi in Coppa Uefa. All’andata perdemmo 3-1 ma fu un gol importante per la qualificazione perché poi al ritorno vincemmo 3-0 e passammo il turno”. Luci in Coppa, ombre in campionato, finito con la retrocessione.
Notaristefano racconta cosa successe: “quell’anno dovemmo fare i conti con parecchi infortuni e in più c’era una squadra piuttosto ‘anziana’: avevamo esperienza, questo sì, ma mancavamo forse in dinamismo e imprevedibilità”. Nessuna pericolosa analogia, comunque, tra quel Bologna e questo: “è diverso, ed è diverso anche il calcio: prima si cercava più l’uno contro uno, oggi è più tattico”. E c’è un elemento che rende ancora più dolorosa quella retrocessione: “eravamo un gruppo stupendo. C’erano i cosiddetti anziani, quelli che avevano vinto scudetti come Bonini, che erano persone eccezionali ed avevano accolto benissimo i giovani, come me. Eravamo davvero un gran bel gruppo, affiatato. Anche per questo quella retrocessione mi dispiace ancora di più”. La fine di quel campionato coincise anche con il suo addio a Bologna. Non senza una discreta dose di rimpianto: “io sarei rimasto volentieri anche dopo. Ero arrivato in prestito dal Como e quello era anche l’ultimo anno di Corioni. Mi disse che fosse stato per lui mi avrebbe anche riscattato, ma la nuova società decise di fare sostanzialmente ‘piazza pulita’ e di ripartire da zero. Di quella squadra rimasero solo cinque o sei giocatori”. Poi la fine della carriera da giocatore e un periodo di pausa prima di tornare a calcare i campi con una nuova veste. “Dopo aver smesso di giocare ero un po’ saturo, avevo l’esigenza di staccarmi un po’.
Poi la voglia di ritrovare il campo ha preso il sopravvento. Lo scorso anno ho avuto anche un po’ di fortuna, componente importante in certi casi. Esonerarono l’allenatore del Legnano, io allenavo i giovani e affidarono la panchina della prima squadra a me. Facemmo bene, sfiorando i play-off. Mi sto accorgendo che quella di allenatore è un’esperienza che mi piace e che sto portando avanti con passione”. Il presente porta a parlare di un Bologna in una zona calda della classifica e atteso ora da un calendario che da un lato può essere favorevole ma che, mettendo davanti tutti gli scontri diretti, pone anche più di un’insidia. “Non è mai facile – riconosce Notaristefano – senza il giusto spirito, aggressività e determinazione si rischia anche contro squadre che sulla carta alla portata. Viceversa con queste caratteristiche si possono ottenere risultati anche contro formazioni più blasonate”. E comunque dalla loro i rossoblu hanno quella che Notaristefano definisce “una pedina importante, una carta in più: Marco Di Vaio. E’ un anno positivo per lui, come tocca la palla fa gol. In questo senso è un giocatore da sfruttare.
Per il Bologna è un vantaggio rispetto alle dirette concorrenti per la salvezza”. Nessun particolare consiglio, da allenatore ad allenatore, per Sinisa Mihajlovic (“segue la squadra tutti i giorni, sa certamente certe cose meglio di me”), ma una convinzione, quella sì: con il tecnico serbo “il Bologna è in buone mani. Ha dimostrato di essere un grande anche quando era all’Inter. Non era il classico secondo, partecipava attivamente sul campo”. Con Notaristefano un Bologna che sapeva dire la sua in Coppa. E allora per chiudere il cerchio non resta che parlare di quando i rossoblu potranno tornare a respirare aria di Europa: “la cosa importante, secondo me, è passare indenni questo campionato. La società mi sembra seria, quindi poi si potrà, piano piano, iniziare a costruire e a programmare”. Oggi forse sembrano palcoscenici lontani, domani chissà…
|di Cinzia Saccomanni - Fonte: www.zerocinquantuno.it| - articolo letto 166 volte


Calciomagazine.net© - Edizione Sportiva del Periodico L'Opinionista
n. reg. Trib. Pescara n.08/08 dell'11/04/08. Iscrizione al ROC n°17982 del 17/02/2009 - p.iva 01873660680
tutti i diritti sono riservati - vietata ogni riproduzione anche se parziale