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2009-04-07

Milan: a volte ritornano!


La notte di Senderos, Dinho e Shevchenko: San Siro li attendeva...
Ci sono giocatori che sembrano sparire nelle paludi dell’anonimato, che sembrano inutili o persi alla causa, che dopo grandi partite o figuracce si sono inabissati nell’oblio della panchina, della tribuna, delle polemiche, dei rimpianti e delle recriminazioni. Ecco, ci sono giocatori così, che poi in una fresca serata di inizio aprile decidono un match fondamentale, che sembra avviato verso uno scialbo zero a zero e si avvia a sancire l’ennesima delusione stagionale. Ovviamente stiamo parlando dei tre protagonisti, attesi o meno, di Milan-Lecce: Senderos, Ronaldinho e Shevchenko. Tre rossoneri con storie diverse, anzi diversissime, alle spalle, che per una sera hanno saputo (ri)trovare il centro del palcoscenico milanista, che da troppo tempo li vedeva defilati, se non addirittura esclusi.
TESTATA SVIZZERA - Alzi la mano chi vorrebbe rivedere a Milanello, il giorno del raduno nel prossimo luglio, Philippe Senderos con la casacca rossonera: di sicuro la percentuale di tifosi rossoneri convinti dall’ex Arsenal è minimale, ma la zuccata di domenica sera mette almeno una piccola firma dello svizzero sulla grigia stagione rossonera. Già protagonista di un’ottima partita, pur nella non trascendentale difficoltà di contenere gli sparuti attacchi del Lecce, Philippe ha incorniciato la sua prestazione con un ‘mezzo gol’ (infatti ufficialmente la marcatura è attribuibile a Ronaldinho) che gli sarà difficile dimenticare. Così come a tutti i tifosi rossoneri, qualunque sia il destino del centrale elvetico, rimarrà impresso il viso paonazzo dell’emozione durante l’esultanza di questo ‘gigante buono’, chiamato ad un compito improbo per le sue capacità, sostituire Sandro Nesta. Pur condizionato da miriadi di infortuni, un compito che ha sempre cercato di svolgere quantomeno con impegno. Al di là dei suoi oggettivi limiti, rimane un discreto giocatore, spesso giudicato attraverso preconcetti e che a volte ha fatto figuracce anche per demeriti altrui: ma si sa, è più facile accanirsi sull’ultimo arrivato in prestito che sui mostri sacri intoccabili (vedi Maldini) o quasi (vedi Zambrotta).
SAMBA! - Attesissimo, invocato, fortemente desiderato: finalmente nel 2009 è tornato Ronaldinho! Autore di un’ottima prestazione, condita dal famoso ‘mezzo gol’ che ha sbloccato in extremis la partita, dal cambio di ritmo dato alla squadra e dal lancio ‘circense’ che ha spianato la strada al raddoppio di Inzaghi, Dinho si è ripreso il Milan in barba a chi lo dava in partenza o in crisi. Anche nel suo caso le critiche, spesso giustificate, sembrano dettate anche da un pregiudizio negativo: va bene, non corre molto, copre il minimo indispensabile, ma almeno inventa calcio, fa divertire il pubblico e spesso e volentieri fa vincere le partite. Dopo il suo ingresso la musica contro il Lecce è cambiata completamente: dalla pizzica in salsa difensiva di De Canio si è passati al samba del Gaucho, suono assai più dolce alle orecchie dei tifosi rossoneri. Qualcun altro, vedi Seedorf, è altrettanto immobile, ancora più lento ma per converso non risolve nulla e non fa divertire proprio nessuno: il confronto è impietoso, tranne che per Carletto nostro, che continua ad insistere sull’olandese togliendo così spazio, oltre che all’ex blaugrana, anche ai vari Beckham e Ambrosini, scalpitanti in panchina.
RISVEGLI - Nella serata dei ‘miracoli’ è accaduto quello che ormai pareva impensabile: una prestazione decente dell’ex Pallone d’Oro Shevchenko che, dopo la rete in nazionale a Wembley contro l’Inghilterra, è stato schierato come mossa della disperazione di Ancelotti e ha sfoderato un assist al bacio per Inzaghi all’ultimo secondo della partita, mettendo in cassaforte il risultato. Sicuramente non sarà sufficiente a garantire a Sheva la permanenza in rossonero per l’anno prossimo, ma speriamo ugualmente che possa essere il viatico per un finale di stagione in crescendo, che riscatti almeno parzialmente il finora disastroso ‘ritorno a casa’ del figliol prodigo di Milanello. LUTTO - In questa giornata scrivere di calcio, di pallone, di giocatori, tecnici, di gol e colpi di tacco è difficile, nonostante la passione. E’ difficile perché il nostro paese, l'Italia, nello specifico L’Aquila, è stata colpita da un tremendo terremoto: pur in un contesto ludico come il nostro ci si consenta di ricordare le numerose vittime e di essere idealmente vicini a coloro che sono in difficoltà.
|di Claudio Mignatti - Fonte: www.ilveromilanista.it| - articolo letto 164 volte


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