Caccia: "Cigarini per dare geometrie. Denis merita un'altra chance. Milito affare perso"
Intervista esclusiva della redazione di TuttoNapoli.net all'ex attaccante di Napoli e Atalanta, "Tornado" Nicola Caccia. Seconda punta tecnica dal grande fiuto del gol, originario di Castello di Cisterna, ha girovagato in lungo e largo lo Stivale prima di vestire la maglia azzurra. In circa vent'anni di carriera è sceso in campo per ben 9 nove squadre diverse.
Nicola Caccia, stakanovista dell'area di rigore ha appeso le scarpe al chiodo a 36 anni. I dati anagrafici sembrano dividere Fabio Cannavaro dalla sua città natale, Napoli. Sbagliato o giusto chiudere chiudere le porte ad un ex pallone d'oro?
"Rispetto l'opionione della società ma Cannavaro non è un giocatore finito. Fisicamente sta bene, se ha ancora quella voglia di giocare e quello spirito di sacrificio che lo hanno reso grande, può giocare fino a 40 anni".
Denis e Zalayeta con l'arrivo della primavera si sono risvegliati dal letargo del gol. Andrebbero confermati entrambi per il prossimo anno o servirebbe una punta più affidabile?
"Denis merita un'altra chance. Per un attaccante sudamericano non è facile ambientarsi nel nostro calcio e al nostro stile di vita. Non credo poi che abbia fatto cosi' male quindi lo terrei. Ma allo stesso tempo credo che questo reparto vada rinforzato con una punta di grande spessore".
Quale bomber sente di sponsorizzare?
"Milito. Il Napoli ha perso una grande occasione la scorsa estate quando ci sono state le possibilità di comprarlo. E' un attaccante completo. Ho avuto la fortuna di giocarci insieme nel Genoa ed è veramente un grande. La coppia Milito-Lavezzi avrebbe fatto faville, affidabilità e spettacolo al 100%".
Per la nuova programmazione tecnica il Napoli del patron De Laurentiis è alla ricerca di un regista giovane e dalle grandi doti tecniche. Tra Banega e Cigarini, su chi punterebbe?
"Cigarini. Mi piace tantissimo. Già under 21 ha dimostrato, nonostante la giovane età, di essere uno dei migliori registi del campionato. Ha ottime doti tecniche e spiccato senso della posizione. Può migliorare ancora e diventare il leader di una big. Punterei su questo giovane e darei fiducia alla nostra scuola calcistica. Stop agli stranieri. Bisogna prima guardare in casa nostra e poi se è il caso cercare altrove. La mentalità delle società italiane è sbagliata. Bisogna osare di più e valorizzare le nostre risorse. Non è un caso che i nostri giovani vengano "rubati" dai club stranieri".
Donadoni ha dichiarato che il suo Napoli attualmente fa parte del gruppone di seconda fascia. Cosa manca a questo gruppo per compiere il definitivo salto di qualità?
"Mancano campioni. Per raggiungere le tre grandi occorre uno sforzo economico enorme e non so se il Napoli abbia risorse tali da investire in modo concreto nel prossimo mercato. Per questo credo che si debba continuare sulla linea verde cercando nuovi talenti e giovani da valorizzare".
Da ex bergamasco e da ex napoletano come giudica le esultanze degli ex?
"Esultare e gioire dopo un gol non credo sia una mancanza di rispetto nei confronti della ex squadra. Il calcio regala emozioni e in quanto tali meritano di essere vissute in pieno".
L'Atalanta senza i suoi prezzi pregiati è sembrata una formazione vulnerabile. Che partita prevede?
"L'Atalanta è una squadra ben organizzata. Del Neri è un tecnico molto preparato. In trasferta solitamente ripartono in contropiede giocando con un'unica punta con Doni che agisce tra le linee. Per il Napoli sarà molto difficile trovare spazi. Ma nonostante ciò confido nella voglia di vincere degli uomini di Donadoni".
Il Napoli come altre squadre che affrontano l'Atalanta allo stadio Atleti azzurri d'Italia trovano non poche difficoltà nel giocare sul prato dell'impianto di Bergamo. E' questo il segreto della squadra nerazzurra?
"L'Atalanta, come anche l'Inter, prima della partita bagna il terreno di gioco per rendere il pallone più scorrevole per sfruttare le doti dei suoi calciatori più tecnici. Ma non credo che questo fattore finisca poi per fare la differenza".
Il ricordo della sua esperienza in maglia azzurra?
"Arrivai a Napoli molto carico e con tanta voglia di far bene. Il San Paolo trasmette delle emozioni uniche, ti trasmette una scarica adrenalinica notevole. L'inizio di stagione fu esaltante. I risultati sportivi mascherarono le difficoltà finanziarie del club. Verso Dicembre lottavamo per lo scudetto. Il 98' invece iniziò nel peggiore dei modi. Entrammo nel tunnel dei risultati negativi. La piazza cominciò a mormorare, non era contenta. Arrivarono anche i primi fischi. Chi non ha carattere difficilmente supera questi momenti. Tra mille difficoltà conquistammo la salvezza e solo la sorte ci negò la gioia di vincere la Coppa Italia contro il Vicenza. Ho la coscienza a posto, l'impegno è stato sempre massimo anche se i risultati a volte non hanno rispecchiato il mio attaccamento alla causa azzurra. Segnare sotto la Curva non ha prezzo. 7 gol sono il mio vanto dell'esperienza a Napoli".
Le speranze di "rinascita" del club si spensero sulla traversa colpita a Vicenza proprio da Nicola Caccia. Con quel trofeo in bacheca la storia recente del Napoli sarebbe stata diversa?
"Non credo proprio. La società era troppo indebitata. I proventi della Coppa delle Coppe non avrebbero appianato il bilancio in rosso. La situazione era irreversibile. Il fallimento è stato un bene. Ora il Napoli è una società forte con il bilancio in attivo".
Genoa-Venezia 3-2, promozione conquistata sul campo. Ma prima il giudice sportivo e poi la giustizia ordinaria sentenziarono l'illecito da parte del club di Preziosi. Voi giocatori intuiste qualcosa di strano negli spogliatoi durante l'intervallo ?
"Assolutamente no. Fu una partita molto combattuta. Ci trovammo due volte in svantaggio e solo a metà ripresa riuscimmo a portare il risultato dalla nostra parte. La giustizia ha senteziato l'illecito sportivo ma noi ex genoani sentiamo di averla conquistata sul campo quella promozione".
Chi è stato il suo scopritore?
"Gigi Lo Schiavo. Mi portò ad Empoli, il club che mi permise di maturare ed emergere nel calcio che conta".
Il futuro prox di Nicola Caccia..
"Spero di ritornare al più presto in panchina. Non è facile questo mestiere. I risultati fanno un allenatore. Quando vinci sei osannato poi due partite per essere la causa di tutti i mali. L'allenatore finisce sempre per pagare per errori altrui. Ho tanta voglia di rimettermi in gioco".
La terra ha tremato e ancora continua a farlo in Abruzzo. Lo squarcio ha provocato ingenti danni materiali e causato tantissime vittime ma soprattutto lacerato l'animo di tutti NOI italiani. Parlare, scrivere e raccontare di calcio in questi momenti è difficile. Il pensiero vola e si ferma nell'entroterra della provincia de L'Aquila dove 251 anime in piena notte hanno lasciato questo mondo per volere divino. La nostra non è retorica, ci sentiamo di esprimere la nostra piena solidarietà al popolo abruzzese poichè fratelli d'Italia, uniti da tre colori ed un'unica bandiera. Il nostro abbraccio più forte lo dedichiamo al collega de 'il Centro', Giustino Parisse, 49 anni, capo della redazione dell'Aquila. che nel crollo della sua casa, a Onna, ha perso gran parte della sua famiglia. |di Salvio Passante - Fonte: www.tuttonapoli.net| - articolo letto 166 volte