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2009-04-15

Pro&Contro Catania (dopo la 31esima giornata)


Il Torino non vinceva dal 22 febbraio, quattro sconfitte ed un pari, ma soprattutto non segnava più di un gol dal 25 gennaio (Lecce – Torino 3-3), ha dovuto attendere che il “buon” Catania decidesse di dedicare i dieci minuti finali all'operazione buona Pasqua.
Adesso si parla di delusione per chi sperava di vedere affossare una squadra che negli ultimi anni è diventata una delle principali antagoniste in campo e fuori da esso, che non ha dimostrato nulla per meritare questa categoria e nulla di eccezionale ha fatto per volerla trattenere.
Proprio dall'atteggiamento degli avversari non si riesce a spiegarsi come si è potuto perdere e soprattutto in quel modo, subire due gol in brevissimo tempo, sarà deconcentrazione ma tutto questo disonora un finale di uno, sicuramente, tra i migliori campionati della storia rossazzura mandando tutto all'aria, dal record di punti al piazzamento “medio-alto”, senza che gli altri facessero follie.
Dieci minuti, gli ultimi dieci . E' partita spesso e dovrà continuare a partire l'analisi delle partite proprio da lì, quei maledetti dieci minuti finali. Reggina, Lazio, Napoli, Juventus, Chievo, Cagliari e Torino tutte partite, la maggior parte in trasferta, compromesse dall'80' in poi dove è più che evidente che qualcosa succede e che va sicuramente contro l'ottimo campionato finora giocato dalla truppa di Zenga.
Il gol subito spesso accende una reazione, pro , nei giocatori rossazzurri che però quasi mai sono riusciti a raddrizzare le partita rimediando a quel gol subito frutto di un calo di attenzione evidente, troppo. In una sola occasione la reazione s'è concretizzata, contro il Torino appunto, ed è ancora più incredibile capire come ci si è potuti fare mettere nuovamente sotto, dopo pochissimi istanti, da una squadra sconclusionata, per nulla pericolosa, priva di grandi idee e senza un vero gioco. Resterà mistero. In molti cominciano a tirare le orecchie perché per nulla sereni di un obiettivo, apparentemente raggiunto, ma ancora da consolidare e se si perdono occasioni ghiotte, come quella di Torino, comincia a crearsi un po' di tensione. Altri si chiedono perché una squadra, con il proprio obiettivo a portata di mano, e che quindi potrebbe giocare con più scioltezza, senza grandi pensieri, divertirsi e magari prendersi qualche soddisfazione, oltre che migliorare come gruppo e singoli, dimostra di non voler mordere, tende a contenere per poi cedere nel finale? Se col Cagliari il risultato giusto era il pareggio, contro il Torino addirittura la vittoria se solo ci fosse stata la voglia di ottenerla.
Adesso arriva la Sampdoria, squadra in ripresa che non regala niente a nessuno (chiedere a Lecce) contro cui bisognerà necessariamente chiudere i conti con la matematica per la salvezza. Mancherà Stovini per un'ingiusta espulsione mentre Mazzarri dovrà fare a meno del solito Bellucci, di Raggi e Stankevicius.
Bisognerà sfruttare il fattore Massimino dove, se non si vedrà il solito Catania, nessuno esiterà ad alzare la voce perché da queste parti siamo stati abituati a soffrire, sempre, ed oggi che siamo ad un passo dall'evitare l'ormai solita “passione finale” vogliamo la certezza matematica prima di“babbiare” concedendosi agli avversari. Coraggio ragazzi, l'ultimo sforzo.
|di Seby Maina - Fonte: www.mondocatania.com| - articolo letto 182 volte


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