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2009-04-16

Galeone: "Marino è il top sul calciomercato. Servono 5 rinforzi importanti ma non Cannavaro"


Folle, mai banale e dalla battuta sempre pronta, Giovanni Galeone, tecnico nativo di Bagnoli, fu tra i protagonisti indiscussi del calcio innovativo tra gli anni '80 e '90'. Parti' dal golfo di Napoli in cerca di successi. Pescara ed Udine lo accolsero come un figlio adottivo.
In piazze "provinciali" stupi' tutti, adottando un calcio sempre votato all'attacco. Pescara il suo miracolo professionale. Calcio champagne e spavalderia allo stato puro, lo portarono alla ribalta del calcio italiano, il tutto sotto l'abile regia dell'attuale dg partenopeo, Pierpaolo Marino. Negativa la sua esperienza a Napoli. Arrivò e disse: "salvo il Napoli e lascio il calcio". Peccò di presunzione. Quel Napoli era troppo scarso per essere vero. Collezionò in 10 gare, 3 pareggi e 7 sconfitte, incassando 24 gol. Ha trasformato l'acqua in vino o meglio giocatori normali in talenti pronti per le big. Per i suoi insegnamenti viene considerato dai suoi discepoli come un grande maestro di calcio. Giampaolo e Allegri sono il frutto della sua semina. Tutte le curiosità, gli aneddoti e le opinioni del "Gale", raccolte per voi dalla redazione di TuttoNapoli.net

Come giudica questa stagione del Napoli?

"Stagione a due facce. Prima parte stupenda. Il Napoli ha giocato alla grande trascinato dalla verve dei suoi calciatori più rappresentativi. Le serpentine di Lavezzi, gli inserimenti di Hamsik e Maggio e la fisicità di Gargano, hanno fatto la differenza. Seconda parte invece da dimenticare. Il calo è stato vertiginoso. Alla distanza sono venuti fuori tutti i limiti di questa squadra o meglio è venuta a galla la differenza tra i vari reparti. Dal centrocampo in sù il Napoli ha le potenzialità per far male a chiunque, mentre se parliamo del reparto difensivo la storia cambia. C'è una differenza di categoria e di qualità abissale tra l'attacco e la difesa. Dietro mancano elementi validi. Questo organico non ha un difensore capace di coordinare i compagni e di impostare il gioco partendo lontano dalla porta avversaria. L'unico che salvo è Santacroce, tecnicamente dotato ma ancora acerbo sotto il profilo difensivo. L'attacco non può sorreggere da solo il peso dell'intera squadra. Servono 4-5 innesti validi".

Le dichiarazioni del patron De Laurentiis, nel post Atalanta, hanno aperto anzitempo il mercato del Napoli. Dove bisogna intervenire per migliorare questa squadra?

"Bisogna prendere 3 difensori, un centrocampista centrale che detti i tempi ed una punta da doppia cifra. Per la difesa sponsorizzo Zapata. Lo lanciai ad Udine, ha qualità importanti, fisicamente è devastante ed ha già alle spalle diversi campionati in serie A. Le chiavi del centrocampo le affiderei a D'Agostino, che ha dimostrato una certa continuità di rendimento. Mentre davanti la punta ideale potrebbe essere Borriello, ma difficilmente il Milan lo cederà".

Ha citato vari nomi ma non quello di Fabio Cannavaro, lo ritiene non congeniale al progetto Napoli?

"Le qualità del giocatore sono indiscutibili ma secondo me ha ragione il presidente. Bisogna continuare ad investire sui giovani senza sradicare i programmi societari. La scelta Cannavaro non rispetterebbe i canoni del progetto stesso. Ci sono tantissimi difensori emergenti in Europa acquistabili anche a prezzi non eccessivamente alti. Sarei propenso ad operazioni in stile Hamsik-Lavezzi piuttosto che a questa +altisonante".

Galeone-Marino, binomio vincente negli anni di Pescara. Agivate in simbiosi sul calciomercato?

"Certo. Marino è uno dei migliori sotto questo aspetto. Stilavo identikit di giocatori che potevano fare al caso nostro. Marino sondava il mercato e mi accontentava sempre. I risultati ci diedero ragione. Putroppo pagammo a caro prezzo le cessioni affrettate di Pagano e Gelsi, erano troppo imporanti per quella squadra. Giocammo una stagione senza la fascia destra".

Il rendimento di Hamsik e Lavezzi è calato incredibilmente col passare delle giornate. Troppe aspettative intorno a questi due calciatori?

"Sono giocatori importanti, è inevitabile che si crei grande attesa circa le loro prestazioni. Proprio per questo motivo dovrebbero assumersi più responsabilità trascinando la squadra nei momenti difficili. Ultimamente non sta succedendo più. Il Napoli gira se Hamsik e Lavezzi giocano bene".

Il 4-3-3 ha fatto la sua fortuna da allenatore. Il Napoli ha nel suo Dna questo schema offensivo?

"Non ha gli uomini per farlo. In questo caso servirebbe anche una punta esterna a sinistra. Di Natale sarebbe il massimo, ma anche Sanchez e Barreto mi piacciono molto".

I più critici considerano la realtà napoletana come un Udinese reloaded. Lei come la pensa?

"Non credo. Il progetto Napoli è molto più ambizioso e luminoso. De Laurentiis ha parlato di Champions in 5 anni, se si lavora bene perchè no. Ciò dipende anche dal rendimento delle altre. Sarà difficile spodestare Roma, Fiorentina e Lazio per il quarto posto. I tifosi devono essere pazienti"

Tanti argentini in questo Napoli quasi a formare un clan. Possono creare problemi tanti sudamericani in un gruppo?

"Non credo. Storicamente gli argentini si sono sempre integrati bene nel calcio italiano e soprattutto non sono stati bidoni.Caratterialmente somigliano tanto a noi italiani. Non credo creino problemi. Napoli poi ha una tradizione argentina importante.."

Domenica gli azzurri affronteranno un Cagliari falcidiato dalle tante assenze per squalifica. Che partita sarà?

"Sono assenze che pesano in casa sarda. Il Cagliari senza Conti è un'altra squadra. Da profondità, geometria, detta i tempi. Credo che giocherà Cossu davanti alla difesa. Sarà un Cagliari corto. E'un'occasione da non perdere per il Napoli. Può tornare a casa con l'intera posta in palio".

Allegri è stato uno dei suoi allievi prediletti. In cosa le somiglia di più?

"Ha la mia stessa mentalità. Mentalità vincente. Gioca a viso aperto contro tutti a prescindere dall'avversario offrendo grande spettacolo. Ho visto 4 volte il Cagliari quest'anno dal vivo, mi ha entusiasmato".

Che emozione provò nel '98 sedendosi sulla panchina del Napoli?

"Da napoletano coronai un sogno. Dopo le esprierenze di Perugia e Udine, Napoli rappresentò come un punto d'arrivo. Purtroppo ho fatto più danni della grandine. Arrivai già quando il danno era irreparabile. Ebbi la presunzione di pensare di far bene dove tutti gli altri avevano fallito o abbandonato il treno in corsa. Perfino Mazzone abbandonò, il guerriero per antonomasia dei tecnici. Fu un'annata disgraziata, inaugurata da una campagna acquisti scandalosa. Quando arrivai c'erano dei giocatori, soprattutto stranieri, che a stento potevano giocare in serie B. Bagni cercò in tutti i modi di attivarsi, ma Ferlaino disattese continuamente le promesse di rinforzi. Fu il prologo al falimento. Alla fine ci rimisi anche dei soldi poichè dovetti pagare Gaucci per liberarmi dal contratto col Perugia".

Una curiosità: è vero che dichiarò di non voler sprecare un difensore per marcare Maradona?

"Si, fu una battuta. Marcarlo era inutile. A distanza di anni sono ancora innamorato di Diego. A volte vedo marcature asfissianti su campioni come Messi, Ronaldo, Ibra, con entrate da codice penale. E' l'umiliazione per il calcio. Si rischia di stroncare l'arte".

Come trascorre le sue giornate Giovanni Galeone dopo l'addio alla panchina?

"Mi godo la vita, la mia famiglia e la mia barca".
|di Salvio Passante - Fonte: www.tuttonapoli.net| - articolo letto 186 volte


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