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2009-04-19

Milan-Torino: fateci divertire!


Si parla di futuro...ma questa sera arriva il Toro
Sarà la primavera, con le sue giornate lunghe e soleggiate, sarà che la sera si va a letto più tardi, ma la domenica sembra non arrivare mai. Per noi tifosi poi le settimane scorrono ancora più lentamente; spazzato via, con un colpo di scure anglosassone, l’intermezzo champions, nel belpaese i pallonari ormai si dilettano con le chiacchiere e si saziano col gossip. I titoloni tentano invano di destare interesse e la gara a chi la spara più grossa da qualche mese è più stimolante della corsa allo scudetto.
Parliamoci chiaro: il campionato ha veramente poco da dire e molto meno da raccontare; a sette gare dal termine quasi tutto è compiuto e la stagione volge ormai al suo naturale desio. In questa Italia dove la terra trema e il portafoglio piange, altro che retorica, queste ultime partite conservano però ancora la loro centralità. Per un popolo incazzato e sofferente, la sacra distrazione calcistica si trasforma sempre più in una grande discarica, dove si riciclano sogni e si smaltiscono delusioni. Quei novanta minuti alla settimana, come una efficace terapia, anche se ridotta ai minimi termini, sono la dose giusta, per la cura e la prevenzioni di deviazioni e privazioni.
Attendersi per lo meno un sano divertimento quindi non è una pretesa ma un sacrosanto diritto, affinché l’effetto farmacologico del gol possa durare più a lungo possibile, tanto quanto basti almeno per tirare avanti una settimana ancora. Un minimo comune denominatore invariabile capace di mantenere in equilibrio sofferenza e felicità. Banale, tremendo, quanto mai risaputo direbbe qualcuno! Quello che non sappiamo invece noi milanisti è chi siederà il prossimo anno sulla panchina rossonera. A sentire Galliani & Co. non ci sarebbero dubbi: Carletto resterà ancora con noi. Ma nell’aria si respira qualcosa di nuovo, qualcosa di diverso. Solo sensazioni? Chiaramente non sarà questo ultimo scorcio di campionato a doverci confermare l’una o l’altra ipotesi, anche se ieri il tecnico tagliava, con un giorno d’anticipo, la testa al Toro: “Io ho gli stimoli anche per l'anno prossimo. Non ci sono ancora novità e non ce ne saranno. L’obiettivo è quello di finire bene il campionato per rigiocarci la Champions. E’ vero che prendo lezioni di inglese, ma perché è importante per girare il mondo non solo per allenare”. Il progetto futuro del Milan sinteticamente avevamo creduto di intuirlo dalle precedenti dichiarazioni di Kakà. Il brasiliano, quasi mai banale, ha tirato fuori il nome di Gerrard come potenziale rinforzo, un riferimento forse non del tutto casuale. Tanto per non offendere nessuno, ha preso le distanze dalla coppia più amata dal tecnico di Reggiolo, ovvero Pirlo e Seedorf, opponendogli una soluzione provocatoria quanto impossibile.
Chi vuol capire capisca, come dire signori al centro ci vuole qualcos’altro: freschezza, duttilità, corsa. Aver caldeggiato questa ipotesi potrebbe assumere anche un duplice significato: voler cercare il punto di rottura con la società sugli obiettivi comuni per fare in fretta le valigie o aver voluto dare una spallata al tecnico con il desiderio di aprire un nuovo ciclo con la maglia rossonera. Ancelotti però, proprio su questo tema, è sembrato avere le idee piuttosto chiare: “Il ciclo del Milan finisce se cambia la proprietà e io non penso che sia finito. Kakà è un ottimo osservatore perché Gerrard può essere utile al nostro gruppo. non c'è bisogno di aprire un nuovo ciclo bisogna fare solo degli innesti giusti. Il ciclo è da continuare non da riaprire”. Vedremo alla fine chi la spunterà. Intanto questa sera ci attende al guado un Toro voglioso di fare punti e di risalire in fretta la china. L’arrivo di Camolese sembrerebbe aver giovato ai granata. La vittoria sul Catania non sarà stata gran cosa, ma quei tre punti sono serviti a sollevare il morale e a rimetterli in carreggiata dopo quattro sconfitte consecutive, rendendo meno ipotetica e più probabile la salvezza. Con la Juve nel mirino, per agguantare il secondo posto ci toccherà comunque soffrire, speriamo non tanto quanto con il Chievo e con il Lecce. Una intrigante novella potrebbe essere l’impiego dal primo minuto di Darmian, qualora il probabile forfait di Maldini venisse confermato. L’unica certezza invece, come sempre, si chiama Seedorf e il tecnico non perde mai l’occasione per ribadirlo: “Seedorf gioca spesso (per non dire sempre) perché è importante non solo dal punto di vista tecnico, ma anche per la sua personalità”. Guarda caso i dubbi riguardano come sempre Ronaldinho. Il gaucho anche domani sarà in ballottaggio con Inzaghi, fino all’ultimo istante. Probabilmente anche questa volta si accomoderà in panchina, pur avendo virtualmente più chance di giocare. Tredici punti nelle ultime cinque partite sono un passo importante per chiudere in bellezza il campionato. Ma dopo 31 gare di alti e bassi è il momento di pretendere, senza più alibi, un gioco più brillante, divertente e convincente.
Se poi è lo stesso Ancelotti ad invocarlo è tutto dire: “Non sono soddisfatto del gioco, ma stiamo cercando le soluzioni per giocare meglio”. Meno male che siamo ancora in tempo per sperare di assistere ad uno spettacolo più soddisfacente, capace di esaltare le qualità dei nostri campioni e di dare lustro al nostro blasone e alla nostra storia. Per la gioia dei nostri occhi, per le tribolazioni del nostro cuore, per la fame di attimi felici, per la sete di forti emozioni, per tutto quello che sogniamo e ci attendiamo, aspettando una settimana e un’altra ancora, vi chiediamo, anzi vi urliamo: FATECI DIVERTIRE!
|di Giacomo Chillè - Fonte: www.ilveromilanista.it| - articolo letto 160 volte


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