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2009-04-20

Napoli: dalla testa ai piedi


In fin dei conti, c'è da ringraziare proprio l'Intertoto. E la relativa preparazione atletica anticipata, l'ingrediente magico che ha prodotto lo straordinario girone d'andata e i 33 punti fatti che allontanano gli azzurri dallo spettro della retrocessione. Certo è che ritrovarsi, oggi, a dover far calcoli per essere matematicamente salvi, ha del paradossale.
La primavera auspicata dai tifosi prevedeva scenari diversi, fatti di vittorie dal sapore europeo e di titoli da prima pagina. Nonchè la celebrazione della gloria di coloro che sarebbero dovuti essere i protagonisti, gli eroi da sfoggiare come miracoli di una strategia di mercato vincente. La realtà invece si rispecchia nell'amarezza del fallimento di una stagione che non ha più nulla di dire, se non il dovere di salvare almeno la faccia. Senza nemmeno perdere tempo a fare chiassosi processi ed inutili appelli: gli errori e le colpe sono da distribuire in parti uguali, dalla testa - il Presidente - ai piedi. Quelli dei calciatori, ovviamente. Capi di imputazione ce ne sono per tutti, nessuno escluso. Talmente lampanti che stavolta nemmeno il più antipatico dei "sapientoni" potrebbe essere smentito.
C'è chi si scaglia contro le scelte e le esternazioni di De Laurentiis, dalle sue filosofie su un calcio che "deve cambiare" altrimenti lui non ci sta, alla sua inspiegabile riluttanza per tutto ciò che appartiene al passato del Napoli - leggi Cannavaro -, per finire ai legittimi colpi di coda che l'hanno portato fin sopra la panchina a dirigere le operazioni. C'è invece chi punta il dito verso Marino, reo di aver speso poco e male rispetto alle reali esigenze, di non aver puntato su cavalli di razza dal rendimento sicuro, liddove invece si è preferito scegliere nomi semi-sconosciuti del profondo sudamerica. Da far passare come fenomeni con tanto di giro di campo, salvo poi rendersi conto che i fuoriclasse a prezzo stracciato sono merce molto rara. Passando poi per quelli che ancora se la prendono con le scelte confusionarie di Reja, incapace di gestire l'inquietudine di uno spogliatoio troppo coinvolto negli eccessi e nei capricci di qualche primadonna.
E che ha pagato in prima persona, nonostante la sua massima colpa sia stata quella di aver avallato le mancanze tecniche mai colmate di un organico che sta rendendo la vita difficile anche a Donadoni: "stiamo facendo il possibile con quel che abbiamo", l'ex Ct è laconico, nell'imbarazzo di uno spettacolo da non poter commentare diversamente. Impossibile dargli torto, per ora.
|di Marcello Mastice - Fonte: www.tuttonapoli.net| - articolo letto 170 volte


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