Una nuova delusione, un nuovo tonfo e la Lazio sparisce ancora. Il saliscendi di emozioni, l’altalena di rendimento, riconquista la scena biancoceleste e scalza via quell’immagine di squadra schiacciasassi che nelle ultime settimane Zàrate e compagni avevano dato di sé. Una sconfitta cocente che giunge dura e inaspettata proprio nel pomeriggio che per la Lazio poteva valere un nuovo passo in avanti in classifica. La squadra di Rossi ha mollato il campionato e per raggiungere la Uefa l’unica speranza resta ancorata al successo in coppa Italia. Tanti dubbi, molte incertezze che restano scolpite nella memoria di chi ha assistito alla prova incolore di questa Lazio. Resta un dubbio che aleggerà ancora per molto e interrogherà tecnico e dirigenza sul reale valore di questa formazione. Il dubbio si chiama Matuzalem e la convinzione che sembra diventata certezza è di una Lazio legata a filo doppio al suo brasiliano. Mancava il centrocampista carioca all’Olimpico e la Lazio post derby e post coppa davanti ad un’Atalanta ben messa in campo si è dissolta nel nulla in un batter d’occhio. Manca gioco, manca equilibrio e mancano idee nella Lazio orfana del suo regista e senza certe peculiarità il futuro biancoceleste resta una vera incognita, sia per il campionato che per la finalissima di maggio. Che la giornata non era propizia ai colori laziali si era capito subito, sin dalle battute iniziali, quando i nerazzurri hanno messo alle corde i padroni di casa privi di verve e di mordente, con pressing e contropiede. Al 6’ Floccari fa scattare il primo campanello di allarme, che scuote fortemente la Lazio. La ripartenza fulminea dei nearazzurri, sorprende la squadra di Rossi. Il centravanti atalantino infatti sfrutta un pallone rubato e rilanciato dalla trequarti e punta dritto la porta di Muslera eludendo il fuorigioco. Provvidenziale è però lo scatto di Lichtsteiner che arpiona via il pallone a Floccari e recupera in extremis a pochi passi dal portiere laziale. Al 23’ l’Atalanta suona la carica e lancia l’acuto. Una Lazio troppo molle e svogliata lascia campo e gioco ai nerazzurri e i bergamaschi colpiscono duro. Sugli sviluppi di un calcio d’angolo infatti, Cigarini crossa in area un pallone teso e velenoso. Un invito speciale per Talamonti a cui l’ex laziale non può rinunciare. Lichsteiner salta in ritardo sull’argentino e il ‘Tala’ insacca di testa da pochi passi. L’1-0 suona come un come una sirena, che prova a svegliare la Lazio, ma il torpore in cui sembra avvolta la squadra capitolina sembra più pesante del previsto e gli uomini di Rossi continuano a ruminare un gioco compassato e senza idee. Il tecnico romagnolo si sbraccia e dalla panchina chiede ai suoi maggiore concentrazione, ma la Lazio è assente e non risponde. Al 39’ ci pensa Maurito a riaccendere le emozioni laziali. Un lampo di genio come suo solito, un colpo da maestro che raccoglie un fiume di applausi. Il pibe d’Hedo macina metri sulla trequarti e palla al piede entra in area. Punta la linea di fondo Zàrate e con la solita rapidità che lo contraddistingue prima di arrivare al limite del rettangolo verde blocca la sua corsa e scarica in porta un perfetto tiro a giro. La giocata di maurito però è leggermente imprecisa, tanto che la sua parabola arcuata sfiora appena il palo alla sinistra di Consigli. Il primo tempo deludente va in archivio con una pochezza disarmante che racconta una Lazio già con la testa altrove. La finale di coppa è fissata al 13 maggio ed il campionato invece pretende di essere onorato. Ma Zàrate e compagni non sembrano aver voglia di dissotterrare l’ascia di guerra e riprendere in mano la battaglia sportiva e guadagnarsi un posto in Uefa. Il secondo atto del match riparte ancor più in sordina del primo. Brancola nel buio la Lazio e Rossi incredulo si ritrova a dover rivoluzionare una squadra inguardabile. Dentro De Silvestri e Del Nero per i deludenti Meghnì e Lichtsteiner, ma i tentativi di mastro Delio cadono miseramente nel vuoto. La cronaca del secondo atto del match infatti è più scarna del primo e il nulla biancoceleste dilaga paurosamente. Gli uomini di Del Neri manovrano in scioltezza e con poca fatica domano la Lazio sino allo scadere. Tanta rabbia e imprecisione monopolizzano la gara laziale sino al fischio finale. Un breve sussulto al 45’ con Rocchi che concede l’illusione di un possibile pareggio, e tanta imprecisione dalla trequarti in su cala tristemente il sipario del match biancoceleste. La Lazio cade e perde in casa, proprio quando nessuno poteva prevederlo e proprio quando la squadra allenata da Rossi sembrava aver trovato la quadratura del cerchio. L’assenza di Matuzalem certamente ha pesato, questo è vero, ma il brasiliano mancherà anche il 13 maggio quando all’Olimpico la Lazio si giocherà tutto nell’arco di 90 minuti. Servono alternative e servono in fretta per poter permettere a Zàrate e compagni di ritrovare gioco e verve necessarie per affrontare la finale di coppa. Il futuro adesso è tutto in quella partita, perché da oggi in poi la Lazio molla la sua presa e dice addio al campionato. Peccato davvero, ma la realtà ora è questa qua… |di Alessandro Zappulla La Provincia - Fonte: www.lalaziosiamonoi.it| - articolo letto 171 volte