La notte di Zalayeta castiganerazzurri, ma anche quella di Nick Navarro, il quale proprio contro i campioni di Mourinho ha lucidato la sua miglior partita da quando ha preso possesso della porta azzurra. Una sorta di rivincita anche personale per il numero uno che sino all’altro giorno non era mai riuscito a godere della completa fiducia della gente. E probabilmente anche di una larga fetta della squadra. Questione di scuola. Ovvero d’abitudine a quel ruolo che in Argentina viene assai meno curato che in Italia. «Uscendo mi evito la necessità di parare», disse una volta Hugo Gatti, «el loco», il matto, l’acrobata che fu portiere del River e anche del Boca. E la scuola argentina dei portieri sembra essere rimasta legata a quel concetto. Fisico possente, buona elasticità dei muscoli, discreti riflessi, Nicolas Navarro arrivato in tutta fretta al Napoli a gennaio dell’anno scorso, è da una stagione e più che sta curando i suoi difetti. Tre in particolare: il peso, la presa e la posizione. Non poca cosa, insomma. E ne ha fatti di progressi. Lenti, magari, ma evidenti. Ma del resto neppure Julio Cesar e neppure Doni avevano brillato - anzi, tutt’altro - nelle loro prime esperienze nel nostro campionato. Così come sta soffrendo oggi Carrizo e come ha penato il brasiliano-romanista Artur nel match contro la Fiorentina. Insomma, è come se l’altra notte Navarro avesse cominciato un altro campionato. Ora ha a disposizione cinque gare per dimostrare che tutto questo è vero. |di Vincenzo Vitiello - Fonte: www.tuttonapoli.net| - articolo letto 187 volte