Tra sogni di gloria e desiserio di rivincita (Genoa-Samp)
L’aria è cambiata. Nella Genova del pallone, si replica per la seconda stagione consecutiva in “A” alla madre di tutte le partite, l’evento dell’anno mai come Domenica di vitale importanza per il finale della stagione da ambo le sponde.
Per il Doria si sa, il termine unico con cui identificare il match è riscatto.
Riscattare la sconfitta nel derby d’andata per concludere al meglio una stagione partita con tante, a volte troppe difficoltà, poi ripresa al meglio con quella finale di Coppa Italia che riporta il club blucerchiato in un passato neanche troppo lontano fatto di gloria e felicità.
Per il Genoa d’altro canto un risultato positivo nel derby continuerebbe a far vivere la fiammella della speranza di un sogno, chimera solo pochi anni fa e ora a portata di mano, Fiorentina permettendo.
Alla vigilia, mister Gasperini non ha certo lesinato una dovuta tiratina d’orecchie verso i sui ragazzi, rei di un calo di concentrazione improvviso costato ai rossoblù due sconfitte di file ed una vigilia da impauriti e tremendamente pallida, non proprio il massimo per prepararsi meglio alla stracittadina con i rivali poi carichi per l’importante traguardo raggiunto e per lo stato di forma dei nuovi “gemellini del goal” Cassano&Pazzini.
Andando al nocciolo del discorso, gli “undici grifoni” che ipoteticamente dovrebbero scendere in campo dal 1’ minuto vedranno sicuramente l’estremo brasiliano Rubinho tra i pali, con il consolidato terzetto Biava, Ferrari e Bocchetti a protezione, fermo restando l’ipotesi di un Genoa schierato a quattro dietro per meglio controllare il centrocampo blucerchiato.
E sarà molto probabilmente proprio nel centrocampo solido e dinamico che i ragazzi di Gasperini cercheranno di far loro per meglio controllare le scorribande avversarie con capitan Rossi sulla destra e Criscito sul lato opposto supportati nel mezzo dal sorprendente Thiago Motta e dal furetto croato Juric. Se come da vigilia pronosticato Gasperini adotterà il 3-4-3 il tridente d’attacco non potrà prescindere dalla tecnica di Palladino, ripresosi dopo un inizio di stagione fatto più di ombre che di luci e dal dinamico cuore rossoblù Sculli, alla sua miglior stagione in carriera, entrambi al supporto dovuto verso il “principe” Milito, che acciacchi permettendo cercherà di dare ai proprio tifosi un’altra gioia prima di una probabile partenza verso lidi più importanti.
L’elevato tasso tecnico presente nelle due compagini non mancherà di certo, ma occhio, sportivi rossoblucerchiati che il derby della Lanterna non è e non sarà mai gara dai palati fini, ma dura tignosa e dal forte odore di sudore e fatica in cui chiunque, anche un onesto mestierante può anche solo per un giorno elevarsi al rango dei compagni più forti e decidere il derby più passionale d’Italia. |di Alberto Teti - Fonte: www.sampdorianews.net| - articolo letto 179 volte