Ciò che si temeva dopo la gara con l'Inter è puntualmente accaduto. La squadra ha dimostrato ancora una volta di soffrire la mancanza delle luci della ribalta. Con un campionato ormai in archivio da mesi, senza più traguardi, i ragazzi allenati da Donadoni non hanno mostrato il benché minimo attaccamento alla maglia, subendo in lungo ed in largo l'aggressività e l'organizzazione di un Siena guidato alla stragrande dal bravissimo Giampaolo, ormai pronto a tutti gli effetti per guidare una grande.
Torniamo però alle dolenti note, in merito a questo, permettetemi di sperare che Marino si sia pentito di quanto dichiarato nel postpartita della vittoria contro l'inter. Il direttore aveva infatti dichiarato che questa era una rosa da primissimi posti, e che con più impegno avrebbe anche potuto fare anche meglio del Genoa. Spero che la gara disputata nella città del Palio lo abbia fatto finalmente tornare con i piedi per terra. Spero che il dg si sia reso contro che la squadra necessita di innesti di qualità, e che in caso contrario difficilmente potrà lottare per un traguardo come l'Uefa, basilare nella prossima stagione.
Mancano leader carismatici sia in campo che nello spogliatoio, la società, se possibile, è messa anche peggio. Si spiega anche con la mancata organizzazione e la mancanza di uomini importanti in ruoli chiave il pessimo girone di ritorno disputato dagli azzurri. Il Napoli non sarà da sesto posto, l'ho più volte scritto ed argomentato da inizio stagione, ma con tutta onestà non penso sia nemmeno una rosa che si possa permettere di lottare per la dodicesima o tredicesima posizione. Il fallimentare girone di ritorno è figlio non solo di ragioni tecniche ed atletiche più volte sviscerate dal sottoscritto, ma anche di atteggiamenti poco costruttivi fuori dal campo.
La società, tanto per dare il via all'elenco, non è mai intervenuta con severità nella vita privata di alcuni giocatori. Le multe propinate ai singoli, ammesso e non concesso che siano state pagate, non hanno evidentemente messo paura a certi azzurri, discussi protagonisti della movida partenopea. Bisognava dare lezioni esemplari, come una parte sana dello spogliatoio ha più volte chiesto, non convocando i reprobi. La Roma, ad esempio, per un atto di insubordinazione a Spalletti, ha addirittura escluso il bravissimo Panucci dalla lista Champions, attirandosi gli strali di critica e tifosi. Il Napoli società non ha mai avuto nello spogliatoio un team manager carismatico, con importanti trascorsi agonistici, in grado di mettere fine alle frizioni presenti: non è infatti un segreto che in molti non vadano d'accordo tra di loro. La cosa è andata via via degenerando con la mancanza di risultati, ma sarebbe stato necessario intervenire già prima sotto questo profilo. Si è invece preferito optare per la politica dello struzzo, ed oggi i risultati sono evidenti.
Se qualche calciatore ha rifiutato di trasferirsi a Napoli, non è solo per ambizioni di classifica o problemi ambientali, ma anche a causa di ciò che si dice in giro riguardo all'organizzazione ed ai limiti della società azzurra. Donadoni è un esemplare uomo di calcio, ha lavorato per anni in un grande club come il Milan, il migliore sotto il profilo strettamente organizzativo. Sta cercando di consigliare al meglio De Laurentiis e Marino, aprendo gli occhi su una realtà ben diversa da quella esposta in tv dal nostro direttore generale. La società va potenziata, la squadra ristrutturata, cosa possibile se tutti remeranno verso la stessa darsena omettendo fatui personalismi. De Laurentiis segua i saggi consigli del suo nocchiero, uomo e galantuomo come pochi in un ambiente ricco di voltagabbana ed incompetenti.
Il bergamasco, dopo il ko di Siena, si è assunto tutte le responsabilità della figuraccia, anche se spetta poi al buonsenso di tifosi ed addetti ai lavori capire che il mister c'entra poco o nulla con questo umiliante finale di stagione. Le colpe vanno cercate da tutt'altra parte. Infine, un consiglio a presidente e dg: diano forza e credibilità al loro tecnico, solo così lo spogliatoio lo rispetterà senza battere ciglio. In passato Reja fu spesso delegittimato davanti alla squadra, tutti sapevano che le scelte, dal ritiro estivo alla campagna acquisti, non erano sue; ed i risultati si sono visti. Se un allenatore ha forza, invece, lo spogliatoio si adegua alle sue scelte ed ai suoi dettami. Solo così il Napoli può ritagliarsi una prospettiva rosea. Personalmente, ritengo possibile la conquista dell'Uefa nella prossima stagione, il club ha la forza economica necessaria ed un coach di primordine in grado di conferire qualità tattica e saggezza professionale. Prima però serve autocritica, imitando Donadoni. Tutti sono bravi a raccogliere gli applausi, troppo pochi quelli capaci di incassare. |di Ciro Venerato - Fonte: www.tuttomercatoweb.com| - articolo letto 138 volte