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2009-05-06

Il Milan che vogliamo


Mastro Ancelotti è un tecnico fortunato. Il Milan gli è risorto in mano quando nessuno se lo aspettava.
Due a zero e palla centro. Il Milan che ha strapazzato il Catania al Cibali è squadra da incorniciare. Armoniosa a centrocampo, frizzante e impenetrabile in difesa, micidiale in attacco. La solita solfa. I soliti rimpianti. Saremo ripetitivi, ma l’amarezza è tanta. Questa squadra recupera in primavera quello che dissemina sciaguratamente in inverno. Più che Milan “Lab” qua ci vorrebbe Milan “Freud”. Tutto ciò ha dell’incredibile. E lo subiamo quasi ogni anno. Il Milan contro il Catania ha vinto due a zero, ma se le reti fossero state cinque o sei nessuno avrebbe avuto nulla da ridire. Più che il risultato, quello che veramente ha dell’allucinante è la generale evoluzione della squadra in ogni reparto. Fino a poco tempo fa ci disperavamo per le sciocchezze commesse da una difesa che sembrava, a tratti, quasi inguardabile. Un colabrodo. Tante belle statuine. Oggi, quella stessa difesa, è diventata granitica, impenetrabile. Elegante. Favalli e Maldini sembrano due giovanotti. Furoreggiano. Zambrotta e Jankulovski due stantuffi inesauribili. E mancava Flamini. Il centrocampo è tornato a roteare attorno ad una organizzazione di gioco superlativa, impeccabile, guidata da un Andrea Pirlo in condizioni eccellenti. Impostazione di gioco fatta di fraseggi accurati tra i reparti, di palleggi sopraffini, di verticalizzazioni illuminanti e di gioco senza palla. Oltre che di un adeguato pressing nelle zone nevralgiche del campo. Il centrocampo fa filtro. La difesa se ne avvantaggia parecchio. Dida in primis, quasi mai impegnato. Ove volessimo cercare un pelo nell’uovo, diremmo che a Catania il centrocampo ha funzionato nonostante un David Beckham tutt’altro che trascendentale. Anzi, parecchio impreciso. In attacco basta vedere Inzaghi per comprendere la forza di questo reparto. Abbiamo il miglior attacco del campionato e la seconda miglior difesa dopo quella dell’Inter. Scusate se è poco. La media gol di SuperPippo è davvero impressionante. La condizione generale della squadra mitiga un po’ il rammarico che ci prende quando vediamo Pato e (soprattutto) Ronaldinho in panchina. Signori, quante squadre potrebbero permettersi un lusso del genere? Poche, se non nessuna. Mastro Ancelotti è un tecnico fortunato. Il Milan gli è risorto in mano quando nessuno se lo aspettava. Una rinascita sontuosa che gli attribuisce un potere contrattuale enorme in un momento parecchio delicato.
Va o rimane? Ai posteri l’ardua sentenza. Il gioco delle parti è appena cominciato. Nessuno, men che meno Galliani, si aspettava una “resurrezione” di tal fatta. Una squadra in condizioni fisiche e mentali eccellenti che gioca certamente meglio dell’Inter di quel simpaticone di mister Mou. Una squadra alla quale continuano a mancare elementi di primissimo piano come Nesta, Gattuso, Borriello, Kaladze, Abbiati. Una squadra che ha dovuto fare a meno per tanto tempo anche del miglior Kakà. Che adesso è tornato il fuoriclasse di sempre e si nota eccome nella economia complessiva del nostro gioco. Un’arma a doppio taglio. Questo momento di piena efficienza fisica rischia di nascondere le magagne di una squadra che va potenziata senza esitazioni. Di cipria sulle rughe non ne abbiamo bisogno. Abbiamo bisogno di rinforzi. Di giocatori in grado di fare la differenza. Di giovani. Agger è sfumato. Ha rinnovato con il Liverpool. Mexes non si muove. Alex del Chelsea è incedibile. Tutte le strade portano a Kjaer del Palermo. Fare affari con Zamparini è sempre stato difficile. Restano il brasiliano Miranda del San Paolo, Alex Silva dell’Amburgo e Panucci della Roma. Vedremo. Qualcuno verrà. Molto dipenderà dalle condizioni di Nesta. Dal suo recupero. L’altro nome di spicco è Adebayor dell’Arsenal. Giocatore potente, eccellente nel gioco aereo, dotato di tecnica sopraffina. Sarebbe l’ideale. Il giusto terminale per il nostro gioco offensivo. Potrebbe tranquillamente alternarsi con Borriello, proprio di recente dichiarato incedibile dalla società. Facile pensare che Gourcuff possa essere utilizzato come merce di scambio per arrivare al fuoriclasse togolese. Che desidererebbe vestire la maglia del Milan. Poi c’è il dilemma allenatore. La nostra sensazione non cambia. Ancelotti è al passo d’addio. Non gli parrebbe vero rispondere così agli ultimatum di Galliani e ai dubbi di Berlusconi. Andandosene da trionfatore. Lasciando tanti rimpianti e una squadra al secondo posto. Con il biglietto già staccato per la Champions League. Anche la società avrebbe deciso. Leonardo o Allegri. Più defilati Spalletti, Gasperini e Ballardini. Si aspetta solo la fine del campionato per gli annunci di rito. Per decidere chi dovrà comunicarlo alla gente e assumersi la responsabilità dell’addio. Che non sarà traumatico e doloroso ma inevitabile. E deciso di comune accordo. Il Milan verrà rinnovato e ringiovanito. Nella mente e nel fisico. Nuove idee, nuovi schemi di gioco, nuovi metodi di allenamento, nuovi entusiasmi. Kjaer o Alex Silva o Miranda e Adebayor più un gruppetto di bravi giovanotti. Ecco il Milan che verrà. Galliani fa il pompiere. Non perde occasione per confermare Ancelotti. Ma sa bene come la pensa Berlusconi. Che quando parla non parla certamente a vanvera. Ecco perché noi riteniamo che il nuovo allenatore del Milan sarà uno tra Leonardo, Allegri, Spalletti e Gasperini. A meno che ad Ancelotti non prolunghino improvvisamente il contratto. La vittoria di Mastro Ancelotti! Un vero colpo di scena. L’unico, arrivati a questo punto.
|di Claudio D'Aleo - Fonte: www.ilveromilanista.it| - articolo letto 181 volte


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