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2009-05-08

Ecco perrchè non si può rinunciare a Kakà


Nel centrocampo rossonero nessuno ha il passo e il cambio di marcia del brasiliano.
La qualificazione alla Champions League non è ancora stata conquistata ma è già il mercato a farla da padrone. In casa Milan, pur senza certezze sul tecnico prossimo futuro, c’è già, e da tempo, una lunghissima serie di giocatori accostati al club di via Turati per la prossima stagione. Tra vari addii annunciati (vedi capitan Maldini) e altri che rimarranno in rosa, c’è all’orizzonte il “solito” dubbio Kakà resta o se ne va? Le destinazioni presunte per il trequartista brasiliano sono le solite, dal Manchester Utd. al City passando per il Chelsea e arrivando al Real Madrid. Ecco, proprio gli spagnoli solleticano le fantasie e gli interessi del padre-procuratore di Kakà ma non si hanno conferme che il figlio sia altrettanto entusiasta di un approdo nella capitale spagnola. Certo è che l’ingegner Bosco Leite (padre di Kakà) con un tempismo straordinario fa uscite allarmanti per i tifosi rossoneri relativamente alle volontà del figlio. Non ultima, la smentita ufficiale dello stesso ingegnere relativamente a presunte sue dichiarazioni sul futuro in camiseta blanca del figlio apparse su “AS”.
Le parole dell’agente di Kakà non hanno in realtà chiuso la porta ad un futuro lontano da Milano ma semplicemente sottolineato che in questo momento il figlio è concentrato a far bene nel Milan e che non ha mai fatto cenno di trattative in corso. Ma un resta al Milan sicuramente non l’ha detto e questo lascia aperto ogni scenario. Frasi ben studiate per evitare di affermare che il 22 rossonero non cambierà maglia la prossima stagione. Eppure il Milan, non solo per la classe del giocatore, non può rinunciare a Kakà e non solo per il valore assoluto del calciatore. Infatti, analizzando la rosa milanista non è pensabile attendersi un 442 di base con una mediana in linea per le caratteristiche dei suoi interpreti e dato che giocatori come Dinho, Seedorf, Pirlo e Beckham sono mezzali in origine che hanno in seguito modificato il loro ruolo e posizione in campo con il brasiliano seconda punta e punta esterna nel tridente, l’olandese interno in una mediana a tre, l’italiano da anni play basso e l’inglese esterno alto in una seconda linea a quattro ma successivamente play basso.
Oltre al ruolo c’è da rilevare che nessuno dei quattro analizzati ha ora il passo e il cambio di marcia utile a spaccare seconde e terze linee avversarie come il solo Kakà sa fare. Lo stesso Gourcuff, che al Bordeaux pare abbia trovato la propria dimensione, è un giocatore di geometria ed esplosività ma cadenzato palla al piede e privo di cambio di passo. Anche scandagliando il panorama internazionale non si scorge un giocatore con le caratteristiche del “bambino d’oro”, potrà sembrare un’ovvietà ma ecco perché non ci si può privare di Kakà.
|di Antonio Fracasso - Fonte: www.ilveromilanista.it| - articolo letto 178 volte


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