Fausto Pari: "Vincere la Coppa aprirebbe un nuovo ciclo"
Mercoledì per la Sampdoria sarà un appuntamento storico: la prima finale dell’era Garrone, la possibilità di conquistare un trofeo a 15 anni di distanza. La Coppa Italia rappresentava una costante abitudine per la Samp targata Paolo Mantovani. Tra quegli uomini di quella squadra, nel cuore del centrocampo si segnalava la presenza di un giocatore sempre pronto a correre, lottare, sudare per la nostra casacca, facendoci sempre sentire orgogliosi e vittoriosi a prescindere dal risultato scaturito in campo; quell’uomo si chiama Fausto Pari. Sampdorianews.net lo ha contattato in esclusiva per rivivere i ricordi dei 3 trionfi in questa competizione negli anni ’80 e analizzare la finalissima di Roma:
Fausto, hai conquistato tre Coppe Italia da giocatore della Sampdoria, superando il Milan nel 1985, il Torino nel 1988 e il Napoli nel 1985, puoi raccontarci i ricordi che ti porti dentro e qualche aneddoto particolare?
“I ricordi più belli risalgono alla prima Coppa Italia conquistata contro il Milan, rappresentò l’inizio dell’epopea blucerchiata che ci portò allo scudetto e ad un passo dalla Coppa dei Campioni, è il trionfo che ricordo maggiormente. Ho un famoso aneddoto da raccontare: feci una scommessa di 1000 lire contro 1 milione con il Presidente Paolo Mantovani su chi avremmo affrontato in semifinale: vinse lui perché ci capitò la Fiorentina, allora ogni volta che lo incontravo, cercava di prelevarmi quelle mille lire. Con il Torino si trattò di una sfida sentitissima, anche per la forte rivalità esistente tra le due tifoserie, fu il culmine di una stagione impegnativa. Vincemmo 2-0 in casa, poi al ritorno fu decisivo Salsano ai supplementari, provammo una gioia immensa. Il trionfo contro il Napoli arrivò invece dopo la sconfitta in Coppa delle Coppe contro il Barcellona a Berna, eravamo trasportati da un grande sensi di rivalsa, eravamo disposti a tutto pur di vincerla, anche perché nei giorni precedenti qualche mio compagno fu contattato da altri club. Posso fare l’esempio di Vierchowood, lo voleva il Milan, era propenso ad accettare il trasferimento, dopo la vittoria andammo a cenare tutti insieme, riuscendo a convincerlo a restare, Paolo Mantovani era la persona più felice della terra”.
Tornando all’attualità, che gara ti aspetti mercoledì?
“A prescindere da qualunque avversario, si fosse trattata anche della Juve, si tratta pur sempre di una finale, la Lazio gioca poi a Roma nel suo stadio, pare con un piccolo vantaggio, ma vincerla così sarebbe ancora più bello, la Samp ha concrete possibilità di farcela. La squadra arriva a questo grande appuntamento dopo la sconfitta rimediata nel derby che fa male emotivamente a tifosi e giocatori, ma mi aspetto una grande partita. Una vittoria rappresenterebbe un bel viatico per l’era Garrone, il miglior modo per suggellare un progetto importante, si tratta della prima finale per questa società , si potrebbero riscontrare varie analogie con il nostro primo trofeo”.
Quali potrebbero essere gli uomini decisivi sui due fronti?
“I rispettivi attaccanti sono i giocatori più importanti, Pazzini e Cassano da una parte, Zarate e Rocchi dall’altra con il dubbio Pandev. I presunti comprimari a centrocampo sono in grado di dare una gran mano ai compagni dotati di maggiore fantasia. Mi aspetto tanto da Sammarco e Palombo, che incarna lo spirito doriano, è un gran combattente”.
Dopo aver ricoperto il ruolo di osservatore della Sampdoria e ds di Bari e Spezia, sei attualmente fermo. Ti stai guardando attorno, stai valutando qualche interessante offerta?
“Quest’estate ho rifiutato alcune situazioni che non mi piacevano, ho incontrato personaggi così così, non voglio andare allo sbaraglio. Attendo sperando in una valida collocazione dove, a prescindere dai soldi, possa trovare progetti seri e idee chiare. Un ritorno alla Sampdoria? I colori blucerchiati scorrono dentro di me, mi hanno regalato tanta felicità, sono legatissimo ai tifosi, alla città. Sono stato osservatore per questa società nel 2004, poi ho preferito provare a correre con le mie gambe e sono andato a svolgere il ruolo di Ds a Bari, del resto Marotta e il suo staff stavano e stanno tuttora facendo un gran lavoro. Se mi chiameranno in futuro perché ci sarà bisogno, sicuramente non mi tirerò indietro”.
In occasione del Derby della Solidarietà organizzato a Genova per regalare il giusto tributo all’uomo Stefano Borgonovo, non hai potuto scendere in campo, cosa ti è successo?
“Purtroppo non sono riuscito a giocare a causa dello stiramento al collaterale del ginocchio, mi sono fatto male sciando, per l’amore delle figlie ho cominciato a sciare alla suonata età di 45 anni. Mi è dispiaciuto molto, ero fisicamente presente perché era importante esserci, il pubblico ha trasmesso un segnale forte raccogliendo ben 200.000 euro”.
Un saluto ai sempre più numerosi lettori di Sampdorianews.net e all’intero pubblico doriano
“Pensa che qualche tifoso della mia epoca mi chiama ancora al cellulare…quando vengo a Genova la gente mi ferma, mi saluta, apprezza Fausto Pari innanzitutto come persona, poi come giocatore. La Sampdoria ha rappresentato una felicità immensa, la mia gioventù, una simbiosi eccezionale, devo tutto ai tifosi, a loro sarò grato per tutta la vita”. |di Diego Anelli - Fonte: www.sampdorianews.net| - articolo letto 147 volte