Morale alto e ottima condizione: Il Milan si prepara al "derby d'Italia". La differenza tra una buona squadra e una squadra vincente spesso sta proprio li: nell’orgoglio, nella mentalità, nella capacità di saper rialzare la testa sempre e comunque. Il popolo juventino si aspetta da domenica sera una prova di questo genere: magari non trascendentale dal punto di vista tecnico (dopo le pessime esibizioni recenti sembra impensabile vedere una netta inversione di tendenza sul piano del gioco e dello spettacolo), ma fatta di cuore e carattere. Non illudiamoci: la Juventus che si presenterà domenica sera a San Siro sarà come una belva ferita ma non ancora caduta. Servirà il miglior Milan, quello visto nell’ultimo mese, per portare a casa altri tre punti ed ipotecare il secondo posto con un vantaggio impensabile prima di questo nuovo e piacevole vento primaverile. ESCLUSIONI ECCELLENTI - “Squadra che non vince si cambia”. Deve esser stato più o meno questo il pensiero di Claudio Ranieri all’indomani del pareggio casalingo con il Lecce, quando si è trovato con una squadra quasi allo sbando e una partita delicatissima all’orizzonte. Le prove tattiche effettuate a Vinovo nel corso della settimana sono andate proprio in questa direzione e lasciano presagire esclusioni eccellenti come quelle di Mauro German Camoranesi e di capitan Del Piero (al suo posto Amauri, al rientro dal primo minuto dopo un lungo stop per infortunio). Agli indisponibili Sissoko, Salihamidzic, Marchisio e Molinaro si sono aggiunti gli squalificati Nedved e Mellberg, ma il tecnico romano non cerca scuse e si affida alla voglia dei suoi per provare a raddrizzare una stagione positiva fino a qualche mese fa e poi compromessa da infortuni ed errori tecnici. Buffon Grygera Legrottaglie Chiellini De Ceglie, Marchionni Zanetti Poulsen Giovinco, Iaquinta Amauri (Del Piero). Questi dovrebbero essere gli undici che affronteranno un Milan decisamente più in salute sotto ogni punto di vista. Per ribaltare i pronostici Ranieri si affiderà alla solidità della coppia difensiva (Chiellini rientra e prende il posto di un deludente Mellberg) e alle molteplici soluzioni offensive, decisive nella meritata vittoria bianconera dell’andata.
UNO SGUARDO PIU’ IN LA… - Più che di Milan-Juventus, però, negli ultimi giorni la stampa sportiva ha parlato di futuro. Quello che attende la Juventus e il suo allenatore. Tra rinforzi importanti (Diego e Cannavaro) e possibili addii eccellenti (da Buffon a Trezeguet passando per Camoranesi e Nedved) si è discusso molto sul nome del prossimo allenatore. Con Claudio Ranieri ormai quasi separato in casa, la rosa sembra ristretta a tre nomi: Luciano Spalletti, Cesare Prandelli, Gian Piero Gasperini. Detto che Prandelli è l’ipotesi più affascinante ma anche la meno praticabile in quanto legato al progetto-Fiorentina, restano Spalletti e Gasperini. Da una parte un tecnico di valore e di esperienza internazionale, dall’altra un giovane emergente con i colori bianconeri nel DNA. Ancora quattro partite e poi ne sapremo certamente di più. Quattro partite da onorare al meglio senza pensare a tutto ciò che succede attorno. Anche questo è l’orgoglio-Juve.
CAPITANO MIO CAPITANO - Il Milan si presenta al derby d’Italia (passateci la provocazione…) di domenica sera con il morale alto e una condizione complessiva davvero ottima. Ciò che impressiona di questo momento dei rossoneri è il rendimento ad alti livelli di tutti i componenti della rosa impiegati. Per un Flamini squalificato, ad esempio, riecco un Jankulowski presente e costante per tutti i novanta minuti. Proprio con l’ottimo andamento generale della squadra nelle ultime uscite si spiega la probabile esclusione di Pato dalla formazione iniziale: come accaduto negli ultimi due anni, l’arrivo della primavera rilancia il modulo con Clarence Seedorf e Ricardino Kaka alle spalle di Pippo Inzaghi. Per il resto, formazione fatta: centrocampo collaudato con Pirlo, Beckham e Ambrosini e linea difensiva formata da Jankulowski (favorito su Flamini), Zambrotta, Favalli e Maldini. E’ proprio al capitano che rivolgo l’ultimo pensiero: ha giocato 55 di queste sfide, ha alzato la coppa più importante dopo il Milan-Juventus più affascinante, quello della finale di Manchester.
Ma è ancora qui, ad indicare la rotta. Chapeau. |di Gabriele Pipia - Fonte: www.ilveromilanista.it| - articolo letto 177 volte