Lazio: Contro l'Udinese un disastro... Ora serve carattere..!
Tra Lazio e Udinese la vera protagonista è la Curva Nord. Canti, cori e slogan che scandiscono un appuntamento lontano ancora quattro giorni. La Coppa Italia nella testa, la Lazio nel cuore, pronta a rilanciare un emozione ancora giovane da consumare prima di spalancare il sipario su uno spettacolo che resterà scolpito a lungo nella storia laziale. Lazio-Udinese scivola via in sordina, fra luci ed ombre e con pochi sussulti tutti in chiave udinese. Finisce con un 3-1 di marca bianconera che sa di disfatta laziale. Una partita incolore degli uomini di Rossi, che lasciano il campo con tanti dubbi e troppe incertezze e proprio a ridosso della partita più importante dell’anno. Eppure a partire bene è stata la Lazio che inizia giocando in scioltezza e senza remore. Al 6’ è Rocchi a spaventare gli ospiti quando prima si mostra abile nel rubar palla a Zapata, ma poi si perde fra le maglie della difesa bianconera. La squadra di Rossi prova ad insistere e al 13’ è Simone Del Nero a provare la botta da fuori, Handanovic però si fa trovare pronto sulla respinta. Il match fila via lento e senza troppi sussulti. L’Udinese controlla e addomestica la gara puntando molto sul fraseggio corto e l’interdizione a centrocampo. Poche emozioni in una prima frazione che annovera fra le note da ricordare almeno tre probabili rigori bianconeri causati da De Silvestri, ma non fischiati dall’arbitro.
Per registrare la prima e unica vera emozione della gara bisogna attendere il 40’. Il brivido parte da sinistra innescato dai tacchetti di Zàrate. Uno spiovente in area friulana che da sinistra imbecca Tommaso Rocchi. Il capitano laziale non trova però l’attimo giusto per colpire a rete da pochi passi e la palla rimbalza davanti al portiere dell’Udinese. Lichtsteiner perciò si catapulta sulla sfera, ma il suo tentativo si vanifica tra le braccia di Handanovic. La Lazio sembra assente e con la testa altrove l’Udinese sorniona invece prepara il colpaccio da presentare al rientro. Cala il sipario infatti su un primo tempo da pari e patta e dai tanti sbadigli. Ma nel secondo atto i biancocelesti si preparano alla disfatta. Poche idee sulla mediana e la lentezza davanti bloccano la manovra laziale. Rossi proma a muovere le pedine in campo e spedisce nella mischia Brocchi per un malconcio De Silvestri. Al 10’ squillo di tromba biancoceleste che esalta e illude. Zàrate sfoggia le sue doti da assist-man e al limite dell’aria udinese il talento argentino conquista palla, lotta e poi pennella per Rocchi. Il capitano laziale colpisce come sa. Potenza, rapidità e precisione. Un fendente che dal limite si insacca alle spalle di un incolpevole Handanovic, costretto a guardare il pallone gonfiare la sua rete. Una gioia grande, ma momentanea, resa ancor più effimera dal pronto pareggio friulano. A riequilibrare le sorti del match infatti ci pensa Floro Flores, che appena entrato al posto di uno spento Sanchez si guadagna la sfera sulla trequarti biancoceleste e colpisce la Lazio con un bolide che stupisce tutti, anche Muslera. Mossa azzeccata dello stratega marino che con un paio di accorgimenti mette nel sacco Rossi e la Lazio. Il match si infiamma se non nel ritmo almeno nelle giocate. Al 23’ Zàrate prova i riflessi di Handanovic dalla distanza, che si esibisce in tuffo. Un minuto più tardi sono gli uomini di Marino a capovolgere il risultato. Il 2-1 friulano è opera di D’Agostino. L’ex-giallorosso colpisce direttamente da calcio di punizione con un colpo dei suoi. La pennellata potente e precisa su punizione è un’arma infallibile che il numero 21 bianconero sfoggia contro Muslera contro cui il portiere uruguaiano nulla può. Ma non finisce qui. La compagine allenata da Rossi appare lenta e macchinosa. Zàrate si prodiga davanti (forse anche troppo, vista la finale in programma mercoledì, ndr), ma a centrocampo e negli ultimi 16 metri non viene supportato abbastanza. Le avanzate friulane si fanno sempre più pericolose e il nuovo innesto Floro Flores scardina da solo la retroguardia biancoceleste. Al 40’ infatti Sebastiano Siviglia si fa cogliere in ritardo sull’attaccante bianconero e lo atterra in area. Rigore sacrosanto, calciato e realizzato da Quagliarella. Il 3-1 mortifica la Lazio che potrebbe abbandonare il campo con un passivo addirittura più pesante. Finisce così con un pesante ko che fa scattare l’allarme in casa Lazio proprio a ridosso della finalissima con la Samp. I blucerchiati spediscono a Roma il loro biglietto da visita carico di una pesante cinquina rifilata alla Reggina. Mercoledì sarà tutta un’altra partita ovviamente, e ci aspettiamo una Lazio diversa, ma intanto nell’attesa nessuno nella Roma biancoceleste, dorme sonni tranquilli… |di Alessandro Zappulla - Fonte: www.lalaziosiamonoi.it| - articolo letto 134 volte