La prova di carattere di Torino è servita a tenere vive le speranze di continuare un’avventura in serie A che, se dovesse interrompersi proprio nell’anno in cui le società di B vengono bellamente scaricate dalla Lega Calcio, lascerebbe tutti i rimpianti del mondo e farebbe forse sprofondare il Bologna in una crisi senza immediate vie d’uscita. Invece il secondo tempo dell’Olimpico ci consente di dire “eccoci qua” a giocarci una stagione in 180 minuti. I primi 90 sono forse i più delicati: battere il Lecce significa non solo incamerare 3 punti d’oro ma soprattutto tirare una riga su un avversario diretto e scriverci sotto: “uno di meno”. Ma come e perché dovrebbe essere scontato battere il Lecce? Cosa ha dimostrato di avere il Bologna in più dei giallorossi? Di Vaio, senz’altro, forse Antonioli. Ma per il resto le due squadre più o meno si equivalgono e mi hanno francamente stancato i calcoli basati sul calendario delle partite, quelli che attribuiscono i punti sulla carta e rispondono alla sciocca equazione secondo cui il risultato è scontato a seconda della posizione in classifica di chi incontri. Cosa dovremmo dire adesso a chi, guardando il calendario del Chievo ad esempio, aveva sentenziato che nel finale di campionato avrebbe fatto pochi punti? E chi aveva gracchiato che il Bologna poteva contare su partite più favorevoli, ad esempio, della Reggina? La verità è che quando ti giochi il tutto per tutto salta ogni regola e i pronostici si fanno impossibili. E’ un inutile esercizio da bar (appunto, utile giusto per fare due chiacchiere davanti allo spritz) sentenziare che chi si gioca ancora l’accesso alle Coppe europeee sia un ostacolo più difficile di altri (ve lo ricordate il recente Bologna-Genoa?) e che chi non si gioca più nulla sia più malleabile di altri (pensate che il Napoli le perda tutte di qui alla fine, a cominciare da oggi col Torino?). Una sola cosa conta: guardare a se stessi ed evitare accuratamente di fare conti. Sulle tribune dell’Olimpico di Torino la dirigenza rossoblu ha festeggiato con un pizzico di enfasi un pareggio, senz’altro importante, ma che in realtà non risolve ancora nulla perché a tutt’oggi siamo ancora retrocessi, questa è la realtà. Un’ultima riflessione sull’impegno di oggi: uno stadio pieno aiuterà moltissimo i nostri giocatori, ma ancora di più sarà necessario un arbitraggio equo, normale; di aiuti “alla Morganti” per impedire al Lecce di giocare io personalmente non ne voglio. Vinciamo e convinciamo tutti che in questa serie ci possiamo restare. Poi, da metà giugno, rivoltiamo il calzino. |di Franco Cervellati - Fonte: www.zerocinquantuno.it| - articolo letto 139 volte