Il dna Romanista, prevede la sofferenza. La Roma vince 4-3, contro il Catania, ma che fatica. La Roma dei Romani, come i Sette Colli, ma anche come le Sette fatiche di Ercole, come i Sette goal subiti contro il Manchester, ma non come quelli rifilati al Catania.
Sette, come i peccati capitali, e come i goal visti oggi all'Olimpico.
Questo il numero che spesso torna, nella storia Romanista. Nei prossimi sette giorni, potrebbe chiudersi anche l'estenuante trattativa per il cambio Societario.
Tornando al campo di gioco, oggi era più da mare che da amare, il Giallorosso.
Una giornata pienamente estiva, che ha pesato sull'economia della partita. La Roma parte subito forte e passa in vantaggio al 13' minuto, del primo tempo con Perrotta, su assist di Vucinic. Il tempo di respirare, per poi tornare a sudarsela, perche al 15' minuto pari, del Catania con Tedesco, tanto per fare analogia. La Roma è sbarazzina, e subito al 17' minuto risegna il 2-1, con Vucinic. Sembra tutto facile e al 31' minuto, arriva il 3-1 con Perrotta. Si va al riposo, ma c'è aria di contestazione . Il secondo tempo riparte come sempre, con la Roma, assente nei primi minuti di gioco. Siamo al 47' minuto e Mascara accorcia le distanze, facendo il 3-2. Il pubblico ha capito però, che oggi è come il beach volley, estivo, nemmeno il tempo di rimettersi il trucco e al 73' minuto, arriva il pari, con Morimoto.
Partita tra scapoli e ammogliati e tutto è possibile. Lo stadio però ora è su tutte le furie, Spalletti tenta le ultime carte, con Montella e Taddei, nei minuti finali.
La Roma è in balia delle onde, come la stagione richiede.
I cori di contestazione per la Società e la squadra nessuno escluso, aumentano con il passare dei minuti. Si va verso la fine e serve la grinta dei giorni migliori. Proprio lui, El Grinta, Panucci, risponde presente e in piena zona Cesarini, su punizione di Pizarro, devia da due passi nella rete dell'uomo Ragno. La Roma ora deve difendere solo per pochi secondi il 4-3. L'impresa riesce, ma i Tifosi sono accaldati e non risparmiano nessuno, tranne la maglia. La rabbia, in parte viene affievolita dal risultato, ma sembra che questo matrimonio, sia al capolinea. Una Roma ormai spremuta e impaurita. Il feeling con il tifo è rotto. Una squadra, che gioca tanto per forza d'inerzia, che non infiamma più, nelle giocate, statiche e invirtuose. La giornata si può racchiudere con un striscione, che invita Rosella, a cedere ai Tedeschi, e come la celebre O'Hora, ad andar via col vento, ma domani è un altro giorno e si vedrà. |di Alessio De Silvestro - Fonte: www.tuttomercatoweb.com| - articolo letto 172 volte