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2009-05-18

Juventus - Atalanta vista da NSB


C’è un limite al “peggio” o dobbiamo dare retta al noto modo di dire?
Visto come ci stanno crollando alcune certezze che avevamo presuntuosamente acquisito durante la stagione, che rischiano davvero di diventare mere aspettative frustrate da una realtà di gran lunga peggiore rispetto anche alle peggiori previsioni.
Agli inizi di marzo, nonostante alcune battute a vuoto in campionato, pensavamo di avere una Juve competitiva e in lotta su tutti i fronti, e nonostante infortuni e qualcosa che cominciava a scricchiolare, potevamo ancora giocarci la qualificazione in CL, in coppa Italia e, quasi sicuri del secondo posto, potevamo anche sperare in un crollo dell’Inter e dunque rimetterci in corsa per lo scudetto.
Bene, ad aprile quel panorama è stato stravolto, eliminati dalla CL, gettate alle ortiche le ultime speranze di scudetto, eliminati anche in coppa Italia, superati al secondo posto dal Milan; poi l’illusione, dopo la gara del Meazza e soprattutto la sconfitta dei rossoneri ad Udine, di poter riacciuffare il secondo posto.
Illusione durata poche ore, dato che il gol iniziale di Cigarini (autorete ad onor del vero), di fatto ha fatto capire cosa si sarebbe visto in campo, orrori difensivi, gente mentalmente fuori fase, anche un pizzico di sfortuna (due traverse colpite) e il solito puntuale errore arbitrale a danno dei bianconeri, un netto rigore su De Ceglie ignorato dall’arbitro, ma comunque una reazione tutto sommato di grande orgoglio che riportava la squadra in vantaggio, salvo poi essere puntualmente beffata allo scadere del tempo.
La ripresa poi è stato un incubo, al punto che chi delle due squadra può recriminare per il punteggio è proprio l’Atalanta di quel Del Neri che aveva un filotto di tredici sconfitte su tredici gare contro la Juventus.
A questo punto, anche il quarto posto è a rischio.
LA TATTICA
Solito modulo per i bianconeri, 4 – 4 – 2, e praticamente formazione simile a quella schierata domenica scorsa, con la differenza del rientro di Nedved esterno di sinistra e di Mellberg centrale al posto di Chiellini; Atalanta con una sola punta, Plasmati, con Doni più arretrato, centrocampo a 4.
Pronti, via e bergamaschi subito in vantaggio, tiro da fuori area di Cigarini, deviato da Legrottaglie; bianconeri che accusano il colpo, tanto che nel giro di dieci minuti l’Atalanta sfiora il raddoppio in due occasioni, e fortunatamente Buffon in una compie il primo miracolo della giornata.
La Juventus comincia a vedersi in avanti dopo il ventesimo minuto ed in particolare quando sul lato sinistro comincia a ingranare l’asse De Ceglie – Nedved: si vedono finalmente azioni manovrate e in velocità, dapprima una traversa colpita da Legrottaglie, poco dopo il pareggio, Amauri libera in velocità Nedved, cross perfetto per Iaquinta che liberissimo batte di testa il portiere ospite.
Poco dopo altra azione quasi fotocopia e stavolta è Amauri a colpire la seconda traversa, sempre di testa; sembra una gara stregata, ma il tanto pressare dei bianconeri porta al gol del vantaggio, botta splendida da fuori area di Zanetti, che colpisce la parte bassa della traversa ma stavolta la palla finisce in rete.
La gara dei bianconeri praticamente finisce qui, anche se ci sarebbe un episodio in area atalantina, atterramento evidente di De Ceglie, ma Ayroldi lascia correre.
Si vede invece ancora l’Atalanta, e dopo avere sfiorato il pareggio, allo scadere trova il gol con Pellegrino, appena entrato, che di testa sfrutta un assist di Plasmati.
Nella ripresa solo Atalanta o quasi, due traverse nel giro di dieci minuti, due miracoli di Buffon, che mette le pezze a errori difensivi grossolani, un fuorigioco fatto male e un avventato retropassaggio di Poulsen di testa.
Ranieri effettua dei cambi, Del Piero per un Amauri esausto, poi Trezeguet per Zanetti, ma è ancora l’Atalanta a sfiorare la marcatura, terza traversa colpita, seconda personale di Plasmati, uno che a quanto pare è sempre ispirato quando gioca con la Juve.
Nel finale qualche sprazzo juventino, Del Piero ha la palla buona ma Consigli riesce a parare la botta ravvicinata del capitano.
E così la speranza di aggancio al secondo posto praticamente si affievolisce del tutto.
IL FATTO
Potevamo puntare a riprenderci il secondo posto, invece dobbiamo fare attenzione a non perdere il terzo posto, questa è l’amara verità di un finale di stagione sconcertante.
Adesso non saranno sufficienti neppure quattro punti a darci la sicurezza del terzo posto, calendario alla mano.
Lecce – Fiorentina di domenica prossima ha perso molto interesse, dato che i salentini con la sconfitta odierna, praticamente hanno detto addio alla massima serie, e dunque giocheranno solo per onore di firma; mentre l’ultima di campionato è Fiorentina – Milan, e a seconda dei risultati di domenica prossima, potrebbe vedere anche i rossoneri in vacanza anticipata, dopo avere tremato per il rischio aggancio da parte dei bianconeri.
Dunque concentrarsi sulle ultime due gare, vincerle entrambe per evitare sorprese.
Già, ma con quale spirito?
La squadra vista oggi è decisamente allo sbando, disarticolata, con una difesa inquietante, un centrocampo che balbetta, nessuna manovra veramente corale, iniziative più dei singoli che frutto di schemi.
Di fatto abbiamo assistito ad una ventina di minuti di orgoglio juventino, nella seconda parte del primo tempo, ma per il resto si è manifestata una situazione da incubo, la Juventus ha evitato uno storico “cappotto” casalingo, esclusivamente per i legni della porta e per un Buffon che finalmente si è ricordato cosa significhi essere il migliore al mondo, evitando letteralmente tre gol fatti.
A fine gara ancora una volta abbiamo dovuto assistere alla solita recita di Ranieri, e soprattutto all’ormai monotono quanto stucchevole ritornello, che questa squadra ha fatto il massimo.
Evidentemente costui non conosce bene la storia della Juventus, di una maglia che anche nei momenti più deludenti, quando ha fatto il massimo, non ha certo incassato gol a grappoli contro squadrette del calibro di Chievo, Reggina, Lecce e Atalanta, per citare le ultime (9 reti in quattro gare di cui tre in casa!)
Non conosce, ad esempio, quando una squadra che, al cospetto di squadroni che schieravano gente tipo Maradona, Careca, Alemao, Matthaeus, Brehme, Klinsmann, Gullit, Van Basten, Rijkaard, e schierando modesti pedatori quali Dario Bonetti, Galia, Napoli, Aleinikov, Zavarov, Rui Barros, Buso, Altobelli a fine carriera, Magrin, Fortunato (Daniele), era capace di andare a vincere a Napoli, di non perdere contro l’Inter dei record di Trapattoni (ultima Inter seria di campionati seri), di vincere la coppa Italia a domicilio del Milan, di vincere una coppa UEFA, dopo essere stata eliminata l’anno precedente nei quarti, all’ultimo minuto dei supplementare, e grazie ad un arbitraggio molto discusso, dal Napoli di Maradonna.
ERA QUELLA LA JUVE CHE DAVA DAVVERO IL MASSIMO, ANDANDO BEN OLTRE I RISULTATI CHE SI POTEVANO PREFIGURARE!
Oggi, pur avendo il migliore portiere del mondo, attaccanti del valore di Del Piero, Trezeguet, Amauri, Iaquinta (campione del mondo e attaccante più in forma del momento), ex palloni d’oro come Nedved, che a 37 anni gioca ancora come un ventenne, campioni del mondo come Camoranesi, tutt’ora titolare della Nazionale, giocatori di grande esperienza come Zanetti, o ritornati ad ottimi livelli come Legrottaglie, o titolari nella propria Nazionale come Grygera, i risultati che si vedono in campo sono questi, ossia figuracce contro squadre che sono in coda alla classifica o che nulla hanno da chiedere al campionato.
Sono l’avere dilapidato un vantaggio di sette punti dal Milan e di nove dalla Fiorentina, come dire dieci punti in meno rispetto a quelli fatti dai rossoneri, ed otto in meno rispetto ai viola, come dire, quasi media retrocessione, sei punti in sette gare, tredici gol fatti ma quattordici subiti.
E’ QUESTO IL MASSIMO PER UNA SQUADRA CHE SI CHIAMA JUVENTUS?
Bisogna ritornare alla stagione di Maifredi per trovare una striscia peggiore, ossia quattro punti in sette gare, che con la vittoria tre punti sarebbero cinque (ossia una vittoria, due pareggi e ben 4 sconfitte).
I numeri non ingannano e sono questi, fin da ora, a centoottanta minuti del termine, si può ben dire che l’obiettivo di migliorare i risultati della scorsa stagione, è miseramente fallito, e speriamo che non ci regalino anche l’onta del quarto posto, come dire preliminari in CL.
A quel punto, occorrerebbe uno come Boniperti che faccia trovare a tutti i giocatori, in sede, una gigantografia di qualche foto ricordante a tutti questo finale di stagione.
|di Antonio La Rosa - Fonte: www.nerosubiancoweb.com| - articolo letto 196 volte


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