A Palermo la diciassettesima caduta..ma non fa male!
Tutto come da copione. Una Lazio già in ferie, ma dignitosa, lascia strada al Palermo, che ottiene il massimo risultato con il minimo sforzo, sfruttando anche le discutibili decisioni del direttore di gara Russo. I padroni di casa scendono in campo con la motivazione di chi non intende abbandonare le proprie ambizioni europee, la Lazio con la serenità di chi, dal canto suo, il tagliando che vale la nuova Europa League l'ha già staccato, vincedo la Coppa Italia. Quella biancoceleste in terra siciliana è la prima passarella ufficiale dopo la sbornia di mercoledì scorso, proseguita, poi, con i relativi festeggiamenti nel quartier generale di Formello. Vorrebbe sfruttare l'effetto Coppa per tornare a fare risultato in campionato, ma torna a casa con la diciasettesima sconfitta sul groppone. Questa volta, però, nessun fardello da sopportare o pressione da gestire per i ragazzi un po' “pazzarelli” di Rossi, che ha potuto vedere all'opera gli elementi meno utilizzati nell'annata; tutto nella cornice di uno Stadio Renzo Barbera, infuocato da un sole incessante, che strozza le ultime energie di stagione.
Come da programma, il tecnico biancoceleste dà vita ad un massiccio turn over: rispetto alla magica notte di Coppa Italia, Delio Rossi “rispolvera” tra i pali Juan Pabblo Carrizo, che prende il posto del “para rigori” Muslera, e lascia a riposo Lichtsteiner, Foggia, Pandev, Zàrate, e la coppia “taglia e cuci” Ledesma-Matuzalem, che non al meglio si accomoda in tribuna; a questi si aggiungono Brocchi e Siviglia, fermati dal giudice sportivo. Ne deriva una vera e propria rivoluzione: la nota d'interesse principale della diciannovesima volta della Lazio a Palermo è la presenza in attacco al fianco di capitan Rocchi di Ettore Mendicino: per il giovane bomber della Primavera di Roberto Sesena è l'esordio assoluto dal primo minuto nella massima serie. Per il resto, il tecnico romagnolo è di parola e concede una vetrina agli “emarginati” di stagione: a metà campo Del Nero e Mauri agiscono sugli esterni, mentre al centro, al fianco di Dabo, Rossi inventa la soluzione Rozenhal, che interpreta come può le vesti del mediano di rottura; si abbassa sensibilmente l'età media nel quartetto difensivo, che vede De Silvestri e Kolarov laterali e Diakitè-Radu in mezzo. Rispetto alle anticipazioni della vigilia, Ballardini recupera Miccoli che affianca l'uruguaiano Cavani in attacco, mentre a metà campo Bresciano vince il ballottaggio con Nocerino. Il resto è confermato.
Che le attese della vigilia non verranno disattese, lo si capisce già nei primi istanti di match, quando il Palermo assume l'iniziativa, e i Rossi boys, oggi in tenuta gialla, aspettano guardinghi e un po' svagati nella propria età campo. Ai rosanero basta un accenno di accellerazione per affondare: al 5' Liverani conquista la sfera nella zona mediana in modo dubbio, innesca tra le linee un già ispirato Simplicio, che imbuca la verticalizzazione per il taglio di Miccoli. Il folletto leccese prende il tempo a Kolarov che lo tocca impercettibilmente: per Russo nessun dubbio, rigore e giallo per il serbo. Dal dischetto l'idolo di casa, incrocia il destro e porta in vantaggio i suoi. Il passivo patito sembra forrnire motivazioni alla Lazio, che dopo pochi minuti crea sull'asse De Silvestri-Rocchi il pallone dell'1-1, ma la girata del capitano è, prima smorzata da Kjaer, poi bloccata da Amelia. Trascorre il tempo e la squadra di Ballardini torna padrona del campo, raddoppia le energie e corre veloce intorno alla sapiente regia di Liverani, che distribuisce palloni a ripetizione. Al 23' ci prova Cassani: l'esterno palermitano, mai bloccato in prima battuta da uno spento Mauri, sfiora il palo alla sinsitra di Carrizo, con un bel esterno destro dal limite dell'area. La partita, condizionata dall'alta temperatura, va a fiammate, condotte quasi esclusivamente dai rosanero. La manovra biancoceleste è farragginosa, paga la mancanza di una fonte di gioco in mezzo al campo e deve affidarsi ad episodi rocamboleschi, tipo il calcio d'angolo di Kolarov, che al 30' sfiora la carambola vincente con Diakitè. Pochi minuti più tardi, la già poca qualità in campo, perde la visione di gioco di Liverani, che infortunato al ginocchio lascia in campo in favore della corsa di Nocerino. Il finale di tempo è tutto palermitano, soprattutto quando sale in cattedra sull'asse Simplicio-Miccoli: al 38', proprio il numero dieci leccese taglia la difesa laziale con un bell'assist per l'inserimento del brasiliano, che a pochi metri da Carrizo perde il tempo della battuta. E' l'ultima opportunità della prima frazione di gioco.
Nella ripresa la Lazio prova ad alzare il baricentro della squadra, cercando, almeno nelle intenzioni, di prendere il pallino del gioco in mano. Ma a beneficiarne è il Palermo, che vede aprirsi di fronte a sé praterie invitanti, nelle quali cercare la via del raddoppio. Al 10' ci prova ancora Miccoli con una prodezza balistica dai 25 metri, che pizzica il palo alla destra di Carrizo. Del Nero e Mauri, intanto, proseguono ad oltranza la loro prestazione apatica, non fornendo nessun pallone giocabile alla coppia inedita, composta da Rocchi e Mendicino, mentre al centro Dabo e Rozenhal non riescono a garantire il filtro necessario. Al 18' ancora Super Miccoli, che riceve in area, mette a sedere con una finta Diakitè, ma giunto a tu per tu con Carrizo si fa chiudere lo specchio. Il Palermo sente l'odore del bis e spinge sull'accelleratore: Bresciano per Bovo che dal fondo cerca Cavani, ma il numero 7 sudamericano manca clamorosamente l'impatto con la sfera. Quando sembra ormai aver mollato i remi in barca, i fischi di paura del Renzo Barbera ricordano alla Lazio di essere ancora in partita. La paura diventa terrore quando, al 68', un generoso Mendicino lascia spazio a Zàrate. Il tempo di prendere confidenza con il manto erboso e Maurito stravolge una partita dal destino segnato. Purtroppo, però, non per l'arbitro Russo, mal coadiuvato dall'assistente di linea Ciancaleoni: a 3' dalla mezz'ora, infatti, el “Pibe de Haedo”, addomestica in area un lancio di Rocchi, guarda Amelia e lo elude con un tocco morbido morbido che, prima tocca il palo, poi oltrepassa di un niente la linea di porta. L'estremo difensore romano giunge sulla sfera in ritardo, ma inganna il direttore di gara riportandola sulla linea quanto basta. Sedicesima rete stagionale non concessa a Maurito e parziale che rimane sull'1-0. Il pericolo scampato spaventa Ballardini, che rinvigorisce la metà campo con l'ingresso di Guana al posto di un esaurito Miccoli. La Lazio ci prova ancora, guidata dal solito Zàrate, ma la benzina non è sufficiente per l'ultimo assalto e i rosanero chiudono in gloria con il raddoppio firmato Migliaccio. Protagonista ancora Simplicio: il brasiliano recapita un cioccolatino in area per l'inserimento del calvo mediano rosanero, che brucia Diakitè, approfitta dell'uscita a vuoto di Carrizo ed insacca di testa per il 2-0. Poco male per la quadra biancoceleste, a cui basta ripensare alla splendida notte di Coppa Italia per scacciare i cattivi pensieri.
IL TABELLINO
Palermo (4-3-1-2): Amelia, Cassani, Kjaer, Bovo, Balzaretti; Migliaccio, Liverani (37' Nocerino), Bresciano; F. Simplicio; Cavani (44'st Succi), Miccoli (33'st Guana). A disp.: Ujkani, Savini, Morganella, Succi, Hernandez. All.: Ballardini
Lazio (4-4-2): Carrizo, De Silvestri, Diakitè, Radu, Kolarov; Del Nero (33'st Foggia), Dabo (23'st Perpetuini), Rozenhal, Mauri, Rocchi, Mendicino (23'st Zàrate). A disp.: Muslera, Tuia, Lichtsteiner, Pandev. All.: Rossi
Arbitro: Russo di Nola
Marcatori: 6' Miccoli (rig.), 42'st Migliaccio
Note. Ammoniti: Kolarov, Radu, Kjaer, Zàrate. Recupero: 3'pt; 3'st
Spettatori: 35.000 circa |di Daniele Baldini - Fonte: www.lalaziosiamonoi.it| - articolo letto 173 volte