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2009-05-19

Il masochismo di Napoli, un ambiente a pezzi: dal mercato dovrà arrivare la soluzione


Con il campionato avviato ormai verso la conclusione, è tempo di bilanci per il Napoli. Una prima parte di stagione condita da risultati strepitosi e da un gioco, a detta anche del Ct Lippi, spumeggiante e propositivo, ha fatto da contraltare ad un girone di ritorno che ha distrutto tutto quanto di buono era stato seminato. La notte con il Benfica è stato un assaggio troppo rapido di una dimensione europea in cui i tifosi azzurri vogliono entrare stabilmente.
LA LUCE ED IL BUIO - Accesi con una drastica intermittenza da una squadra troppo bella per essere vera fino a dicembre, ma troppo brutta per essere credibile fino ad ora. L'avvicendamento di Reja con Donadoni, visto come la panacea a tutti i mali, non è riuscito a cambiare il destino di una storia che sta finendo probabilmente come era scritto che finisse: male. Bisognerà ricostruire, e non sarà semplice; ci vorranno soldi, intelligenza e intuito. Per onorare i milioni di tifosi napoletani sparsi nel globo.
NEMO PROPHETA IN PATRIA - Questa frase viene riproposta ormai ciclicamente a Napoli. Paolo Cannavaro, per alcuni limiti tecnici che lo contradistinguono, non sarà certamente accostabile ad altri grandi difensori. Ma l'impegno, l'amore e l'onestà verso la maglia azzurra, non possono, non devono essere messi in discussione. Paolo Cannavaro ha accettato il Napoli in Serie B, è stato tra i protagonisti dello scorso campionato, mentre quest'anno non è riuscito a dare ciò che da lui ci si aspetta, per un motivo molto semplice. Se gioca al massimo della concentrazione, è capace di assicurare un buon profito alla squadra. Se questa concentrazione viene a mancare, come spesso è accaduto quest'anno, ecco che Cannavaro diventa un giocatore di cui si può fare a meno. Qualcosa su cui si può lavorare, magari proprio sotto la guida di un tecnico come Donadoni, allenatore giovane con un ottimo bagaglio di esperienza acquisito da calciatore. I fischi durante la partita con il Torino sono stati ingenerosi. Si può fischiare un giocatore che sbaglia un intervento; ma dopo, beccarlo ogni volta che tocca il pallone, sembra quasi sintomo di un masochismo tutto napoletano.
Fischiare lui, e non altri che poco stanno dando al Napoli in questo momento. Eppure, il nome di Paolo Cannavaro non compare mai nella cronaca mondana di cui invece si rendono protagonisti altri calciatori azzurri, puntualmente osannati. E pensare che a Roma, tanto per rimanere in una piazza calda, viene contestata tutta la squadra, eccezion fatta per De Rossi e Totti, visti giustamente come simboli della Roma e della romanità. Napoli invece ragiona esattamente in modo opposto: sei napoletano, non ti perdono niente.
CONTESTAZIONE E RICOSTRUZIONE - Se tutto lo stadio ha fischiato Cannavaro, è dalle Curve che è venuta invece la contestazione decisa e dura rivolta alla dirigenza partenopea. "SSCN, il primo ciclo si è esaurito...ora a voi la decisione: gloriosa programmazione o dura opposizione": questo lo striscione esposto in Curva A. Condivisibile per certi versi, se si vuole. Quella parte di tifosi ha capito il modo di operare della Società - "programmazione" - ma allo stesso tempo vuole che sia alzato il target dello stesso. Programmare si, ma in maniera consona alle aspettative di una piazza esigente: non fa una piega. "Ti addossano tutte le responsabilità, ma non ti dimetti perchè non hai dignità, ora il dubbio è certezza...Direttore non sei all'altezza", lo striscione esibito invece dalla Curva B, che vede quindi in Perpaolo Marino l'unico responsabile della debacle di quest'anno. Marino avrà sbagliato forse alcune cose. Ma una persona del suo calibro - se messa nelle condizioni giuste di operare - può tornare ad essere il valore aggiunto di questa società. Che, se non bastasse, ha ora un altro problema: ricostruire un ambiente ormai sfiduciato. E' dal mercato, solo dal mercato, che potrà arrivare la soluzione.
|di Vincenzo Balzano - Fonte: www.tuttonapoli.net| - articolo letto 152 volte


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