Servono i tre punti contro la Roma. Il quarto posto è a soli 4 punti. Sembra passato un secolo da domenica 3 maggio, giorno in cui il Milan, vincendo in scioltezza e dando spettacolo a Catania, continuava la propria striscia di vittorie e blindando in quella che pareva una solida cassaforte il fondamentale terzo posto. E’ arrivato il deludente ma tutto sommato accettabile pareggio con la Juventus, seguito però da una settimana fitta di indiscrezioni e polemiche legate alla situazione di Ancelotti: dopo lo scoop di Repubblica sull’insoddisfazione presidenziale verso il Mister si è scatenato un vespaio di polemiche, di dubbi e di incertezze, che hanno avuto culmine con la disastrosa sconfitta di Udine. Come se non bastasse la debacle rossonera in terra friulana ha consegnato per direttissima lo Scudetto numero 17 ai cugini.
Dopo diverse settimane all’insegna della serenità, se non addirittura dello sfrenato ottimismo (da parte di pochi, a dire il vero) allorché qualche coraggioso iniziò a parlare addirittura di rimonta sull’Inter, si è ripiombati di colpo nella confusione e nell’apprensione, in quanto a due giornate dalla fine i punti di distacco sulla Fiorentina quarta classificata si sono ridotti a 4, con i toscani che hanno a disposizione lo scontro diretto in casa all’ultima giornata. Certo basterebbe battere domenica prossima a San Siro la sgangherata Roma di questa stagione per chiudere ogni discorso e recarsi in riva all’Arno da turisti: purtroppo però il Milan sembra essersi fatto inghiottire dalla ridda di voci sulla prossima stagione, dimenticandosi del traguardo ad oggi primario, ossia l’ingresso diretto in Champions League. Certo le voci ufficiali della società parlano di massima concentrazione sull’obiettivo, di interesse solo per la prossima partita e via discorrendo, ma al di là delle frasi di prammatica sembra abbastanza evidente come il gruppo si stia facendo travolgere, forse inconsciamente, dalla confusione a proposito dei piani futuri della società.
A questo punto è necessario portare a casa i 3 punti contro la Roma, per chiudere ogni discorso e per non doversi ridurre a sperare in un miracolo del fanalino di coda Lecce contro la Fiorentina o addirittura per non doversi giocare una stagione nel catino infuocato del ‘Franchi’ alla 38esima di campionato. Motivazione aggiuntiva sarà costituita dalla volontà di onorare con una grande prestazione l’ultima partita ufficiale di Paolo Maldini sul prato del Meazza. Una volta raggiunto il traguardo minimo stagionale bisognerà fare chiarezza sulle intenzioni per la prossima stagione, a partire ovviamente dalla guida tecnica: come già accennato in altre occasioni riteniamo che il primo imprescindibile tassello debba essere l’uomo che siederà in panchina. Ci pare che il caos creatosi attorno ad Ancelotti sia da ascrivere a demerito della società che, nel maldestro tentativo di preservare la concentrazione dei giocatori attraverso una cortina fumogena tesa a nascondere il reale destino di Carletto, stia ingenerando invece l’effetto diametralmente opposto. Auspichiamo quindi che si faccia chiarezza al più presto possibile per rispetto, oltre che nei confronti di uno dei tecnici più vincenti della storia rossonera, anche verso milioni di tifosi che devono subire l’incertezza totale oltre all’ennesima festa nerazzurra.
THIAGO SILVA - Proprio a proposito di futuro ci si permetta un’annotazione sul Thiago Silva visto all’opera martedì scorso nell’amichevole in Albania: il ragazzo sicuramente sente la mancanza delle partite ufficiali e non è giudicabile da spezzoni di amichevoli, ma non ci sembra pronto a raccogliere l’eredità di un monumento come Maldini. Sicuramente è un ottimo giocatore ma affermare che con lui la difesa sia a posto o che debba esserne il perno imprescindibile, ci pare eccessivo. Ovviamente non vediamo l’ora di essere smentiti fin dagli albori della prossima stagione. |di Claudio Mignatti - Fonte: www.ilveromilanista.it| - articolo letto 188 volte