Non è stato come vincere uno scudetto, però - in questi anni di magra - pure l'esonero di un allenatore può farci gioire tanto quanto un trionfo sul campo. Lo so, potrà sembrare ridicolo, ma questa decisione la chiedevamo in tanti e l'averla ottenuta ci sta facendo godere. Claudio Ranieri non è più l'allenatore della Juventus.
Ancora adesso stento a crederci, considerato il tempo di gestazione impiegato dalla dirigenza bianconera per maturare questa decisione. Una settimana fa non erano bastate le 10 ore di concistoro del Cda, e stavano per non bastare nemmeno le 8 ore di riunione plenaria di ieri se non fosse arrivata dal Lingotto la telefonata di Johnn Elkann a spazzare via i soliti dubbi e le continue titubanze : si volta pagina, squadra affidata a Ciro Ferrara. In poche parole, “Ranieri, go home!” come appunto recitava la mia prima T-shirt del dissenso indossata illo tempore a Telelombardia . Personalmente, la ritengo una battaglia vinta, seppur in ritardo. Ma meglio tardi che mai.
Ranieri non è un tecnico adatto alla Juventus, ne possiede l’aplomb ma non le stimmate. Non è un vincente e commette troppi errori. Se in Inghilterra, dove il calcio l’hanno inventato, lo soprannominarono “pasticcione” un motivo l’avranno pure avuto, così come Abramovich a preferirgli Mourinho. I giocatori juventini – in particolare i “vecchi” – lo avevano squadrato subito, i bravi manager di corso Galfer ci hanno messo 2 anni.
Ieri pomeriggio, fossi stato nei panni dell’Ingegnere, sarei andato oltre: senza nemmeno avvisare, mi sarei presentato in sede e avrei cacciato l’intero gruppo di indecisionisti presente alla riunione. Perché se bisogna arrivare a mettere a repentaglio persino un posto in Champions praticamente già assicurato per capire che non si poteva andare oltre, se non bastavano gli smoccolamenti ad alta voce di Buffon tra un tempo e l’altro della partita col Lecce, il broncio perennemente appiccicato sul viso di Del Piero, e persino 2 mesi senza uno straccio di vittoria (roba che alla Juve non accadeva dagli Anni Sessanta) per rendersi conto che la situazione stesse precipitando, significa davvero capirci davvero poco. Di calcio, in primis, ma anche di pura e semplice gestione aziendale. L’incrociatore bianconero – Cobolli dixit – stava lentamente colando a picco, eppure ci si ostinava a non mettere in mare nemmeno un gommone per tentare di salvare il salvabile. Adesso quel gommone è in acqua, ma non doveva essere la proprietà a gonfiarlo. Bisognava evitare di non far affondare la nave, o meglio, la Juventus.
A questo punto,proprio in nome di quello “stile Juve”tirato spesso in ballo proprio dagli uomini di corso Galfer, mi saspetterei da parte di Cobolli e Blanc una signorile consegna del proprio mandato. Perché è vero, Ranieri ne ha combinate di ogni, ma non può pagare per tutti ,non essendo l’unico colpevole. Si faccia tabula rasa e si riparta con l’unico progetto possibile per una squadra come la Juve: vincere. A partire da Siena. |di Quasimodo - Fonte: www.nerosubiancoweb.com| - articolo letto 176 volte