Fischi d'Amore Pro
Un passo indietro nel tempo, qualche punto in meno in classifica ed avremmo per il Catania una situazione tutt'altro che agevole se trasposta al presente che, per certi versi, avrebbe riportato l'ambiente alla soffertissima gara di due anni fa, contro il Chievo Verona, in una Bologna allora casalinga ma che, in un'ipotesi attualizzata, avrebbe significato l'ennesimo “spareggio salvezza”, stavolta in terra straniera.
L'importanza d'un Salvezza anticipata, raggiunta come da programma prima degli scontri interni con Milan e Fiorentina (temuti già da inizio campionato, tanto da indicarli come spartiacque tra salvezza e retrocessione) se non la stessa valenza, per ovvi meriti mostrati in campo, avrebbe dovuto essere accolta, dal pubblico, almeno con immutato entusiasmo rispetto ad una salvezza last-minute dato che, eccettuando la gara contro il Napoli, che potrebbe ancora dir tutto o niente, il filotto di 5 sconfitte in 6 partite è come un masso caduto in ritardo, ritardo merito della celerità etnea nei tempi Salvezza, che in altri scenari sarebbe potuto essere letale.
Contro
Fare il massimo, senza risparmiarsi. L'ambiente, a questo Catania, non ha mai chiesto nulla più di quello che non fosse nelle sue potenzialità che, come detto dal Direttore Pietro Lo Monaco, lo collocano come una realtà di medio-alta classifica che, sempre per parole del Direttore Pietro Lo Monaco, nulla ha da invidiare a Palermo, Cagliari, Udinese che però, classifica alla mano, danno non pochi punti di distacco al Catania, battagliando adesso per il traguardo Europa League e, nello specifico l'Udinese, squadra che 6 giornate fa gravitava in linea col Catania, grazie ad un filotto di 6 successi consecutivi adesso ha riagguantato il treno europeo.
Non si chiedeva l'Europa, al Catania, la si sarebbe potuta raggiungere, interpretando i tanti “magari poi mireremo a qualcosa di più” profusi a mezzo stampa dallo staff rossazzurro quando la Salvezza si faceva man mano più vicina; sfumato il sogno, probabilmente col doppio Ko esterno Cagliari - Torino, non sono arrivati certo fischi, proprio perché quel che si chiedeva alla squadra era semplicemente far del proprio meglio, ovunque poi fosse arrivata alla fine, e quindi, se i fischi sono arrivati, evidentemente, non erano tanto per un sogno mai concreto e sfumato senza lacrime, né per sconfitte sulla carta possibili come contro Milan e Fiorentina; si trattava di non mollare mai, e l'impressione diffusa, di chi era allo stadio e quindi a più diretto contatto con la realtà, era proprio quella d'una squadra in vacanza che pensava il pubblico come venuto al Massimino solo ad arrostirsi al sole (Fiorentina) od a passare il Sabato sera (Milan).
Vecchie Glorie Pro
Svecchiare la rosa è un diritto legittimo di chi, gestendo il Catania da oltre 3 anni, ha sempre agito per il bene della società riuscendo, dati alla mano, a mantenerla sempre nella cerchia ristretta di quelle con bilancio attivo.
Contro
Sebbene mandare a casa i senatori è una scelta più o meno condivisibile, ma comunque lecita, sarebbe stato rispettoso, nei loro confronti, permettergli almeno un saluto finale, al pubblico, con la maglia rossazzurra indosso almeno una volta. Stride, inoltre, per coerenza, l'impiego in campo di Stovini e Silvestri e l'embargo decretato per Baiocco e Spinesi; come si è fatto esordire Sciacca, in prima squadra, sarebbe stato maggiormente apprezzato, ad esempio, anche l'esordio Maccarrone, difensore della Primavera; alternativa senza dubbio più coerente all'impiego di Stovini e più apprezzata rispetto all'ennesima disastrosa apparizione di Terlizzi. |di Marco Di Mauro - Fonte: www.mondocatania.com| - articolo letto 133 volte