Galli e Tassotti? No, Galliani: non perdere la Fede
A poche ore dalla svolta Ancelotti, che a meno di clamorosi ribaltoni dell'ultimissimo momento porterà Carletto a Londra, in casa Milan è in pratica già ora di guardare avanti: giusto il tempo per dire grazie all'allenatore che ha accompagnato gioie e dolori degli ultimi otto anni, per poi concentrarsi sulla sua successione. Una pratica scomoda, ma che in un certo senso era già stata aperta diversi mesi fa: non è un caso che proprio qui su Tuttomercatoweb, ne avevamo parlato addirittura il 21 febbraio, esattamente tre mesi fa. Ebbene il titolo era "Milan-Van Basten, certi amori non finiscono" ed è ancora di clamorosa attualità, forse più oggi che al momento della sua pubblicazione, quando tutti scommettevano su un Ancelotti confermato o una soluzione Leonardo: oggi Marco fa piazza pulita degli avversari nel cuore e nei pensieri dei tifosi come in quelli dei critici, eppure qualcuno che rema in un'altra direzione c'è, e sembra essere un qualcuno illustre. Non il più illustre di tutti, il Presidente, che ama Van Basten ma la cui volontà è davvero ignota: stanchi di fidarci di indiscrezioni del giornale X ed Y e non avendo il piacere di poter approfondire personalmente i gusti del numero 1 rossonero, preferiamo escluderlo da questo discorso. Che la corrente "istituzionale" del Milan soffi tutta per un'altra situazione, pur dovendo precisare per onestà che ovviamente non ci si oppone al "sacro" Olandese, è invece piuttosto evidente: per non nasconderci dietro un dito, parliamo chiaramente di Adriano Galliani. Ebbene il "deus ex machina" di fatto della società, brama la coppia composta da Tassotti e Filippo Galli, nel segno della continuità: al sol pensiero, scoppia la ribellione della stragrande maggioranza dei tifosi, come dimostra il sondaggio sull'homepage di MilanNews che attesta i due ad un misero 3.57% su ben 1233 votanti. Mi sento di sposare la tesi dei tifosi rossoneri che, stranamente, è molto più razionale che le solite sensazioni "di pancia": la contraddizione è chiara nel suo essere, è innegabile, e dovrebbe liberare il campo anche solo dall'idea. Perchè il Milan cambia allenatore, se non per dare un taglio a tutti i pregressi rapporti di spogliatoio, agli schemi ormai vetusti, alla monotona routine che ha colpito tutti, dalla squadra ai tifosi? Ebbene porre Tassotti e Galli in panca vorrebbe dire avallare una copia sbiadita dell'era Ancelotti: continuità degli aspetti sopra citati, ma con l'handicap di aver perso uno dei migliori allenatori su piazza, checchè ne possa ancora are dopo otto anni al Milan. Il caso Guardiola-Barça ha fatto male in Italia, visto che anche la Juventus pensa a confermare Ferrara per il 2010: forse bisognerebbe capire che non basta essere giovani (e per Galli e Tassotti, non ce ne vogliano, deficitiamo anche su questo aspetto ormai) ed ex giocatori per ripercorrere le orme del catalano, che per la verità anch'egli deve ancora dimostrare con continuità e meno fortuna (vero Ovrebro?) che sia tutto oro ciò che luccica. Galliani come Tomasi di Lampedusa: "Tutto cambia (a Milanello) affinchè tutto rimanga come prima" sarebbe la Gattopardesca morale della decisione, con contorni che farebbero affiorare immediatamente la nostalgia per Carletto anche ai più ferrei "Antiancelottiani". Il popolo rossonero ha bisogno di carisma, di qualcosa in cui credere, ha bisogno di miracoli: insomma ha bisogno di qualcuno "come la Madonna", perdonateci la citazione blasfema... Ma tra il Sacro ed il profano, quando si parla di quell'uomo dal multiforme ingegno, novello Odisseo nato sulla riva dell'Oudegracht , c'è davvero poca differenza. |di Francesco Letizia - Fonte: www.tuttomercatoweb.com| - articolo letto 157 volte