Non solo il brasiliano. Per tenere il passo dell’Inter servirebbero Mexes e Adebayor. La Fiorentina. Ancora la Fiorentina. Incredibile! Domenica a Firenze ci giocheremo l’ingresso diretto alla Champions League. O dentro, o preliminari. Siamo riusciti nella epica impresa di dilapidare 6 punti in due partite. Grandi! I Viola rischiano di fregarci nuovamente. Non proprio come l’anno scorso, ma quasi. Se accadrà, la colpa sarà soltanto ed esclusivamente nostra. Il Gila ci aspetta. Già si frega le mani. Un incubo. Entrare in Champions League dalla porta di servizio anziché da quella principale equivarrebbe ad una sorta di umiliazione. L’ennesima. Non ci siamo né con la testa, né con le gambe. Giochiamo senza difesa e senza portiere. Maldini e Zambrotta a parte, il resto è inguardabile. Come sempre. Saremo capaci di non prendere più di un gol domenica contro i Viola? Con questo portiere e questa difesa tutto è possibile. Gila rischia di andare a nozze. Di fare un figurone. Spiace per Dida, ma non si possono prendere reti simili. Ancelotti è sempre più lontano. Idealmente è già al Chelsea. Non ne possiamo più di questo tormentone. Un po’ di rispetto per i tifosi ci vorrebbe. Da troppo tempo ci tengono sulla corda. Ancelotti va, Ancelotti rimane, Ancelotti chissà. Un caos calmo. Difficile farci bere la storiella che nessuna decisione sarebbe stata presa. Il dado è tratto. La squadra sarà affidata alla coppia Leonardo - Tassotti, con Filippo Galli al settore giovanile. Bisognerà voltare pagina. In fretta. Questa non è una squadra. E’ tutto tranne che una squadra. E meno male che i giocatori avrebbero dovuto giocare per l’allenatore. Per Ancelotti. Mai prestazione sarebbe potuta essere più scialba, più inconcludente, più snervante. Per non parlare della batosta di Udine. La sfortuna c’è pure stata. E’ un momento no. Capita. Nel calcio come nella vita. Ma le responsabilità del tecnico ci sembrano evidenti. La squadra gli è sfuggita di mano. Dida non è presentabile. Non riesce neppure a organizzarsi una barriera. Sui gol ha dormito. Alla grande. Di Bonera e Antonini non si hanno più notizie. Sheva ormai fa il turista. Come Mattioni e Viudez. E siamo sicuri che Cardacio e Darmian non sarebbero utili in un momento come questo? Leonardo avrà un bel da fare. Questo è un gruppo che dovrà essere recuperato soprattutto mentalmente. Lo zoccolo duro è composto da giocatori bravissimi che devono soltanto ritrovare stimoli, entusiasmo, voglia di emergere. Di lavorare. Di divertirsi. E’ questo il vero problema del Milan. Il gruppo è stanco. Soffre. E’ in crisi. Psicologicamente ha già rigettato Ancelotti. Normale dopo 8 anni. Il Milan necessita di un portiere di riserva giovane e affidabile, di un forte difensore da affiancare a Thiago Silva, di un buon centrocampista (Hernanes) e di una punta centrale in grado di alternarsi con Borriello. Per scardinare le difese avversarie. Per fare più reti possibili contro le provinciali. Altrimenti questo stato di oblio durerà ancora a lungo. Non tutti i mali vengono per nuocere. Fossimo stati già saldamente ancorati al secondo posto, Galliani avrebbe confermato tutti e continuato ad acquistare giocatori alla frutta o per lo meno trentaquattrenni. E a rinnovare contratti a gente con la carta d’identità ingiallita e usurata dagli anni. Berlusconi è stato fin troppo chiaro. Adesso parla lui. Adesso decide lui.
L’era Leonardo può considerarsi iniziata. Occorrerà ringiovanire e potenziare una rosa che necessita di ritocchi importanti. Per tenere il passo dell’Inter servirebbero Mexes e Adebayor. Ronaldinho dovrà essere recuperato nel fisico ma soprattutto nella testa. E’ un grande giocatore. Contro la Roma, entrato lui, è come se avessero acceso la luce. Scusate se è poco. Non può aver disimparato a giocare. Ha solo bisogno di fiducia. Di considerazione. Di stimoli. Noi siamo sempre convinti che una sua coesistenza con Kakà sia possibile. Anche alternandosi con Ambrosini in un ipotetico 4-3-3. Ma Riky deve finirla di pensare d’essere una punta. Kakà è un fuoriclasse assoluto, una mezzapunta spettacolare. Un trequartista che incanta partendo da dietro. Tante volte lo abbiamo visto in quella posizione entrare in area avversaria per segnare o per effettuare l’ultima rifinitura. Quella decisiva. Il Ka-Pa-Ro è nato male concettualmente. Va bene Kakà dietro alle punte con Ronaldinho sulla sinistra, nel ruolo di Seedorf. Ma poi ci vuole un forte attaccante di peso al centro, e questo non può essere Pato, bensì Borriello o Adebayor, con il Papero libero di agire sulla destra. Per far male. Tanto male come sa fare lui. Al centro Pirlo supportato da Gattuso e Ambrosini. Questo il nostro 4-3-3: Abbiati; Bonera, Mexes, Thiago Silva, Zambrotta; Gattuso, Pirlo, Ambrosini (Ronaldinho); Pato, Adebayor, Kakà. Un 4-3-3 che può diventare agevolmente un 4-4-2 a seconda dello schema tattico adottato di volta in volta dagli avversari. In questi casi sarà sufficiente spostare Ronaldinho o Kakà sulla linea di Gattuso, Pirlo e Ambrosini e far giostrare davanti Pato e Adebayor (o Borriello).E’ il Milan che abbiamo in testa. In seconda fila, i seguenti giocatori: Fiorillo (dalla Samp); Abate, Nesta (Panucci), Kaladze, Antonini; Flamini, Beckham, Hernanes, Jankulovsky; Inzaghi, Borriello. Seedorf se ne andrà al Chelsea. Seguirà Mastro Ancelotti. Con questa squadra potremmo ben figurare sia in Campionato che in Champions League. Non solo: avremmo finalmente i due giocatori intercambiabili per ruolo tanto sbandierati da Galliani. La campagna acquisti di quest’anno sarà decisiva per il futuro del Milan. Non possiamo sbagliare. L’Inter è già avanti. Intanto Kakà rischia davvero di finire al Real Madrid. I tam- tam spagnoli sono assordanti. La Società non smentisce né conferma. Al solito. Il Grande Milan berlusconiano sembra solo un lontano ricordo. Oggi siamo solo terra di conquista. Una cosa è certa: senza Kakà lo scudetto ce lo possiamo sognare. Questo deve essere chiaro a tutti. |di Claudio D'Aleo - Fonte: www.ilveromilanista.it| - articolo letto 223 volte