Silvio, Ricardo ed...il rasoio: basterà anche stavolta?
"Entia non sunt multiplicanda praeter necessitatem": ovvero, liberamente dal latino, "Non moltiplicare gli elementi più del necessario". Correva il XIV secolo quando un frate francescano inglese, William of Ockham, sviluppava la sua teoria: un inno alla semplicità, per cui la via più immediata nella risoluzione di un quesito è quella giusta, e soprannominato "il Rasoio": Nel calcio del 2009, per tutti il rasoio è solo un mezzo da utilizzare, da un altro inglese assonante, Beckham, per racimolare qualche altra centinaia di migliaia di euro: eppure nel bel mezzo della bufera Kakà, occorrerebbe davvero uno strumento filosofico per fare un po' di chiarezza, per dare quelle risposte ai tifosi milanisti che nessuno ha avuto il coraggio di dare. E' questo probabilmente ciò che brucia ancora più del previsto nei cuori dei tifosi più veraci, quelli per cui non sarà l'eventuale addio di Kakà a far mutare i sentimenti per la propria squadra del cuore: una società fatta storicamente di comunicatori, di persone attentissime ad ogni dettaglio, sta lasciando i suoi fans alla mercè della stampa spagnola, da sempre poco attendibile. Il Milan sta sbagliando, certo, ma la parte dei "Leite Izecson" non è esente da colpe, tanto per frenare i processi sommari: se Kakà dichiara alla Gazzetta di voler rimanere, suo padre Bosco non perde occasione per presenziare ad ogni incontro, volente o nolente il figlio. Una variabile impazzita che, smentite naturali di Kakà a parte, già a gennaio era stata la prima causa del caos con il Manchester City: che sia per soldi o per ambizione, la strategia dell'ingegner Bosco Leite sembra curata al dettaglio, troppo per chi dovrebbe limitarsi ad eseguire le volontà di suo figlio. Arrivando al rasoio di cui sopra, una riflessione nasce allora spontanea: stante l'immutata volontà del numero 22 di restare al Milan, basta chiedersi come mai una società che ha rifiutato congiuntamente al giocatore 105 milioni di euro dovrebbe essere "costretta" ad accettarne poco più della metà oggi. Forse la volontà di Kakà non è davvero immutata? Poco probabile, visto la persona che Kakà si è sempre dimostrata anche nel mondo extracalcistico, e la veemenza con cui, in maniera sentimentale, ha ribadito l'amore per il Milan. Qualcuno allora risponde, "colpa del bilancio da ripianare": sarebbe bene ricordare che da 23 anni, la proprietà ripiana il bilancio senza troppi problemi... E soprattutto è improbabile per non dire impossibile, che la situazione finanziaria di una squadra come il Milan si possa aggravare nell'arco temporale che va dal 19 gennaio al 3 di giugno di un'annata in cui, tuttosommato, si è centrata la qualificazione al tabellone principale di Champions League. Il peggio insomma è passato e Berlusconi si è detto disponibile proprio ieri, ancora una volta, ad appianarlo. Gli "eventi" però sono chiari fino in fondo solo ai protagonisti della storia e nessun altro: cifre, volontà, trattative e tempistiche. Una conclusione ciò nonostante sovviene alla mente, leggendo le dichiarazioni del Presidente rossonero a Porta a Porta: "Lunedì parlerò con Kakà e gli chiederò cosa intende fare, poi decideremo insieme". William of Ockham avrebbe già tirato le sue conclusioni: Kakà resta al Milan, ancora una volta, per opera delle due figure più carismatiche della storia recente rossonera, il 22 stesso ed il suo Presidente. Funzionerà anche questa volta? Sì, ma a patto che nessuno abbia barato: e tra Galliani e Bosco Leite (con l'inquietante terzo incomodo Bronzetti), qualcuno potrebbe averlo fatto, se non entrambi, di comune accordo, lasciando all'oscuro i rispettivi "superiori"... |di Francesco Letizia - Fonte: www.tuttomercatoweb.com| - articolo letto 172 volte