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2009-06-09

I momenti più belli di Mister Delio


Rossi è arrivato in punta di piedi alla Lazio, ma è entrato presto nel cuore dei tifosi, come ad esempio il giorno di Lazio Palermo.
A molti di noi rimane ancora impressa la sua corsa sul prato scivoloso in una partita che la Lazio stava perdendo e che lo costrinse, per evitare di farsi male in futuro, a portare sempre gli scarpini sotto la divisa sociale.
Quel 4-2 in rimonta del settembre 2005 e l’abbraccio della squadra al tecnico a terra sembrano ora così lontane, ma Delio ha dovuto rimontare sempre nella sua storia biancoceleste. Ha dovuto ricominciare da capo quando alla fine di quella stagione, con la coppa Uefa conquistata e 62 punti, la squadra era stata retrocessa al 16° posto. Un anno che cominciava con una penalizzazione, poi ridotta, il successivo, ma Mister Delio non parte mai battuto e l’Europa la riconquista sul campo addirittura con un terzo posto che vale lo spareggio per la Champions.
Anni questi di grande contestazione, non a lui o alla squadra, ma in un ambiente difficile da gestire per un tecnico non abituato alle pubbliche relazioni, ma solo al campo. Quel campo di Formello che è stata la sua casa e dove in quegli anni preparava le grandi partite di Rocchi, Pandev e compagni, come il derby vinto 3-0 (Ledesma Oddo Mutarelli) il 10 dicembre 2006 (mai nella storia) festeggiato col tuffo nella fontana del Gianicolo.
A Bucarest quella squadra a lui legatissima gli regala la Champions League, ma la società dopo aver perso una colonna come Angelo Peruzzi, non si rafforza fino a gennaio ed il rapporto si incrina. Malgrado questo le grandi partite di coppa col Real Madrid e il Werder Brema all’Olimpico, il derby del 19 marzo 2008 vinto all’ultimo minuto con Valon Behrami e la corsa di Delio sotto la Nord. Questo doveva essere l’anno del rilancio, il nuovo ciclo, nuovi giocatori come Maurito Zarate, Matuzalem e lo svizzero Lichsteiner dovevano regalare soddisfazioni ai tifosi e nuova linfa al suo progetto, che incredibilmente si chiude vincendo la Coppa Italia, perché lui adesso di questo progetto non ne fa più parte.
Ma la sua grandezza oltre a tutti i giocatori che ha fatto crescere in questi anni e che sarebbe difficile enumerare, resta quello che ha dato a livello umano e nei momenti più difficili. Resteranno anche le perle di questa stagione con le vittorie a Milano e a Torino in coppa e la roboante vittoria per 4-2 nel derby in campionato con l’ultima corsa verso la Nord. Quasi ottanta vittorie in biancoceleste, ma più di tutte Delio ricorderà la finale, il suo primo trofeo, quei rigori mozzafiato, i settantamila dell’Olimpico. Il suo ciclo doveva chiudersi con la vittoria meritata e l’abbraccio del suo pubblico e così è stato. Avventure affascinanti vissute insieme alla sua Lazio che fosse per lui non avrebbe lasciato mai.
|di Alessandro Pizzuti - Fonte: www.lalaziosiamonoi.it| - articolo letto 147 volte


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