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2009-06-29

Povero, povero diavolo!


Salve a tutti, amici de ilveromilanista! Ringraziando il direttore Luca Rosia per avermi dato questa splendida possibilità di collaborare attivamente per il blog, dedico il mio primo articolo ad un bilancio preventivo in vista della prossima stagione, sulla scorta anche di quello che il nostro amministratore delegato Galliani ha fatto nei giorni scorsi a Villasimius.
La stagione 2009-2010 sarà prima di tutto la stagione del dopo-Ancelotti e questo fatto credo che sia motivo di preoccupazione. Il Milan ha sempre avuto degli allenatori che hanno profondamente inciso nei piani del club, spesso trovando ostacoli nella dirigenza che, soprattutto con l’avvento di Berlusconi, è diventata un interlocutrice piuttosto ferrata ed interessata anche sull’aspetto strettamente tecnico. Ciononostante, quelli che sono stati secondo me i nostri più grandi mister hanno sempre saputo imporre le proprie idee anche a costo di rendersi talvolta impopolari a tifosi e dirigenza. Penso al paròn Rocco, al mio conterraneo Arrigo Sacchi e al nostro ultimo grandissimo allenatore, Carlo Ancelotti.
Quest’ultimo ha trascorso sette anni con noi, dovendo spesso fare i conti con forti condizionamenti da parte del Presidente, in termini di preferenza di modulo (la celebre polemica sulle due punte) e di giocatori (i suoi innamoramenti per Ronaldo e Ronaldinho ad esempio).
L’augurio per noi è che anche Leonardo sappia mantenere un proprio profilo tattico indipendentemente dai condizionamenti dell’ambiente e della stampa, che si sanno essere maggiormente determinanti nei confronti di chi, come il brasiliano, è all’esordio assoluto in una panchina.
Per quanto riguarda poi la rosa a disposizione, credo che allo stato dell’arte l’ex numero 18 del Milan di Zaccheroni avrà il suo bel da fare per consegnare all’indispettita platea di S.Siro un Milan che possa lontanamente ricordare quello visto nelle annate ancelottiane. Solo l’anno scorso, infatti, avevamo in squadra tre palloni d’oro, un Pato voglioso di riconfermarsi e un Borriello che portava da Genova la palma di capocannoniere con 24 reti. Ora le cose sono evidentemente cambiate e la crisi economica sviluppatasi sul finire del 2008 ha prepotentemente condizionato il mercato del calcio e quindi anche le strategie economiche di molti clubs.
L’unica strada che poteva pararsi davanti al Milan come soluzione per uscire indenne da questo depotenziamento di acquisto era l’offerta che l’emiro del Dubai Al Maktum ha avanzato qualche settimana fa in via Turati: un 40% azionario, poi da incrementare col tempo, capace di ripianare in fretta il bilancio e di risollevare il Milan ai fasti degli altri competitors in giro per l’Europa (Barcellona, Manchester, Real, Liverpool e Inter su tutti). Tuttavia la società ha rifiutato, più per una questione di orgoglio personale che altro, e ha dovuto così intraprendere la via delle cessioni per ripianare un buco di una settantina di milioni di euro, causatosi dalla mancata partecipazione all’ultima Champions League. E’ partito così Kakà e non sono stati rinnovati gli onerosi prestiti di Shevchenko e Senderos, incassando complessivamente una cifra tale da poter mandare in pari questo benedetto bilancio.
“Ed ora?”, ci chiediamo noi tutti, stupefatti dell’addio del nostro amatissimo brasiliano. Ed ora che ne sarà delle ambizioni europee della squadra? Che ne sarà del bel gioco? Che ne sarà, in una parola, di quella squadra che tifiamo e che non siamo assolutamente abituati a vedere così pesantemente ridimensionata nei suoi ranghi e nelle sue ambizioni? Perché di ridimensionamento si tratta, amici miei, ed è stato lo stesso Galliani al workshop sardo ad indicare nel terzo posto e in una buona partecipazione in Europa l’obiettivo stagionale per il prossimo anno e non più, come di consueto, la vittoria in entrambe le competizioni. Queste parole pesano come macigni sui cuori dei tifosi e dei giocatori; i primi sempre più tentati a disertare lo stadio (così almeno pare dai primi dati sugli abbonamenti) ed i secondi a salutare Milanello, in cerca di piazze meglio attrezzate per vincere. E’ il caso di Pirlo e di Pato, sui quali nelle ultime ore pare tornato il Chelsea, ma non escluderei anche Borriello, visto che il baillame che si agita attorno all’acquisto di un nuovo centravanti farebbe preoccupare chiunque si trovasse nella posizione attuale del nostro Marco, reduce peraltro da un pesante infortunio. Ma quello che preoccupa maggiormente i tifosi milanisti è che alla voce entrate, ancora non si registra nulla e si sussurra solo una pletora di nomi assolutamente imbarazzanti per un club che voglia raggiungere anche solo gli obiettivi esposti da Galliani. Non è infatti ammissibile che si punti a giocatori come Cyssokho, Diaby o Dzeko, il quale fortunatamente è saltato nelle ultimissime ore. Sono nomi troppo insipidi, che lasciano attorno a sé troppe perplessità e che, soprattutto, riportano alla mente acquisti analogamente imponderati, come quelli di Ricardo Oliveira, di Gilardino (anch’egli arrivato da capocannoniere in carica come Dzeko) o Emerson. Se a questo aggiungiamo, infine, che Ronaldinho percepirà anche la prossima stagione la bellezza di otto milioni di compenso e Dida, tornato ad essere il secondo di Abbiati, quattro, credo che davvero possiamo dirci in mano ad una dirigenza allo sbaraglio.
Ad oggi, anche il terzo posto mi pare sinceramente troppo.
|di Sebastiano Molinelli - Fonte: www.ilveromilanista.it| - articolo letto 188 volte


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