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2009-06-30

L'Evoluzione secondo Galliani


Se ci attenessimo, da bravi scolaretti, alle definizioni da dizionario, la sparata che Galliani ha fatto nei giorni scorsi a proposito dei tifosi “evoluti” che hanno capito e di conseguenza avallano la nuova politica del Milan avrebbe anche un senso in quanto nella lingua italiana l’evoluzione è un cambiamento “non necessariamente migliorativo”. Ma temiamo che l’esimio Ad del Milan non avesse presente questa sfumatura semantica, ma si sia limitato a tacciare di scarsa lungimiranza e di arretratezza circa il 90% dei tifosi rossoneri, che disapprovano pesantemente la nuova linea scelta dal Milan, come testimoniato dal disastro fatto registrare dai primi giorni di campagna abbonamenti.
Secondo il Sig. Galliani, e sicuramente anche secondo il suo capo e presidente Berlusconi, essere evoluti significa, ad ogni livello, approvare, esaltare e benedire le decisioni prese dall’alto. Significa abbassare la testa ed essere sempre d’accordo, plaudenti, paganti e magari anche votanti. Come si fa a tacciare i tifosi milanisti ‘dissidenti’ (tra l’altro larghissima maggioranza, ripetiamo) di non essere coscienti della nuova situazione economica? Ma non ci si rende conto che gli appassionati di calcio sono ‘gente normale’ e che sentono la crisi molto più che un manipolo di miliardari presi ad amministrare il giocattolo-calcio? I tifosi del Milan, come tutti gli altri cittadini del mondo, capiscono meglio di chiunque altro la portata della crisi perché la vivono sulla propria pelle, fatta di 1000 Euro al mese e di famiglie da mantenere, non di yacht, Ferrari e Billionaire. Galliani può comprare o no i giocatori, rinforzare o no la squadra, vendere o no i campioni, ma non deve mancare di rispetto a milioni di persone dotate di proprio raziocinio e che scelgono di pensarla diversamente dal padrone.
Ma si rende conto che lo spettacolo sta in piedi perché (anche) i ‘non evoluti’ sono appassionati e continuano a dare credito al Milan e al calcio in generale? Dopo averci preso in giro per mesi, prima con la tiritera della squadra più titolata al mondo, poi con le finte trattative col Manchester City, con la cessione già a maggio del nostro miglior giocatore (senza per altro aver concluso alcuna trattativa per tentare di rimpiazzarlo in qualche modo) e il finto tentativo di convincerlo a rimanere, non sarebbe stato meglio usare più tatto nel rapporto con i tifosi?
Altra cosa di cui Galliani fatica a rendersi conto è come il malcontento sia legato certamente alla cessione di Kakà, ma soprattutto alla mancanza di programmazione, alle bugie propinate e al ridimensionamento effettivamente in atto ma mai ammesso. Aver perso Ricky è pesante, ma mai quanto il fatto di essere presi in giro e anche insultati. Questo è troppo. Se l’evoluzione consiste nel diventare degli ‘yes men’ preferiamo rimanere arretrati ma continuare ad esercitare la libertà di pensiero e di critica, pronti eventualmente e ricrederci e a fare pubblica ammenda. Ciò che ci sta a cuore è il futuro del Milan e se la via migliore per salvaguardarlo alla prova dei fatti si rivelerà quella ad oggi scelta dalla società, non potremo che esserne felici. Ci piacerebbe solo che i cambiamenti di rotta, le opzioni, gli eventuali obiettivi mutati venissero comunicati per tempo, con coerenza e trasparenza e soprattutto con più rispetto per l’intelligenza e la sensibilità di milioni di tifosi.
|di Claudio Mignatti - Fonte: www.ilveromilanista.it| - articolo letto 229 volte


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