L'impazienza ingiustificata di Conte e la fortuna Perinetti
Dopo il clamoroso divorzio tra il presidente Matarrese e Antonio Conte, il Bari e i suoi tifosi erano caduti in una vera e propria depressione. L'addio del condottiero leccese, le sue accuse dirette (volevo...ma non ho avuto) a scaricare le responsabilità della separazione sulla spalle della società e un mercato che tardava a decollare, avevano un attimino ridimensionato gli entusiasmi che sino a quel momento (metà giugno) avevano animato tutto il popolo biancorosso. Obbiettivamente era inevitabile avvertitre paure e incertezze dopo l'addio di Conte. Carobbio e Alvarez, unici acquisti a quel momento, non potevano e non riuscivano ad essere una valita ragione di ottimismo. Per non parlare della situazione Barreto. La sua permanenza a Bari si andava facendo sempre più ingarbugliata e misteriosa. Si era appena alla metà di giugno ma l'ambiente biancorosso già manifestava i suoi primi segni di insofferenza e soprattutto sfiducia. I tifosi, preoccupati e intimoriti, hanno incominciato ad avvertire presagi già vissuti in passato, quando le campagne acquisti del presidente Matarrese hanno lasciato più di qualche ragionevole dubbio. Tutti pronti ad aspettarci il peggio, ignorando di fatto che a giugno si è appena all'inizio della nuova stagione. Ma la cosa che più è stata sottovalutata e ignorata è la capacità (già ampiamente dimostrata nel recente passato) del direttore sportivo Perinetti. Conte voleva circa dieci rinforzi; il direttore invece aveva bisogno solo di tempo. Questo il buon Antonio, forse, non lo ha capito in pieno, demoralizzandosi troppo presto e perdendo ingiustificatamente fiducia in colui che lo ha portato a Bari e gli ha costruito, in un anno e mezzo circa, una corazzata vincente capace di sfondare il campionato cadetto. La cavalcata del Bari nella passata stagione è frutto dell'operato dell'ex centrocampista bianconero, vero, ma è stato soprattutto il risultato di una campagna di rafforzamento che, in meno di 18 mesi, ha portato in Puglia, sponda biancorosso, gente del calibro di Barreto, di Parisi e di Guberti, di Lanzafame e di Andrea Masiello. Questi solo alcuni dei colpi di Giorgione Perinetti. Ma a quanto pare tutto ciò non è bastato ad Antonio Conte per capire che anche quest'anno il direttore, borsa alla mano, avrebbe scandagliato l'Italia intera alla ricerca di pedine valide e valorose da aggiungere ad un gruppo che ha vinto, con grandi meriti, il campionato cadetto concluso da poco. Invece Perinetti, anche stavolta, ha impostato strategie di mercato sopraffine, che hanno portato a Bari giocatori validi e soprattutto perfetti alle caratteristiche tattiche della squadra. Gli acquisti di Carobbio e di Allegretti, di Alvarez, Langella e Meggiorini, di Greco, Bonucci e Paro e di Padelli, sommati alle riconferme fondametali di gente come Barreto e A. Masiello, sono la dimostrazione di come, in breve tempo, il nostro direttore abbia già ampiamente soddisfatto le richieste di presidente e allenatore, con la promessa (che manterrà sicuramente) di portare a Bari ancora gente di qualità ed esperienza. Ventura ha chiesto ancora dei piccoli sacrifici che difficilmente non verranno realizzati. Un centravanti di peso e di categoria (Stellone o il sogno Maccarone), un difensore centrale (Diamoutene o Rivas) e un'ulteriore esterno giovane e voglioso di emergere (la speranza Cerci o il promettente Koman) sono le richieste del nuovo allenatore.
Perinetti incarna la vera continuità del Bari. Con lui, sino ad oggi, solo soddisfazioni e vittorie. Possiamo dormire sonni tranquilli. Sino a quando il presidente Matarrese avrà al suo fianco la volpe Perinetti, il Bari sarà sempre protagonista, sia che si parli di mercato sia che si tratti di campionato, di calcio giocato. Lui è la vera fortuna di questa squadra, il vero colpo di mercato. |di Andrea Dipalo - Fonte: www.tuttobari.com| - articolo letto 152 volte