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2009-07-06

Segna per Noi, Vincenzo Montella


Capita talvolta di assistere a trasferimenti di giocatori da una sponda all’altra della stessa città. Il caso di Vincenzo Montella, risalente all’estate 1996, fece molto scalpore: durante la gestione Enrico Mantovani, la Sampdoria riuscì ad approfittare del riscatto della comproprietà da parte dell’Empoli ai danni del Genoa, portando a termine un’operazione qualitativamente straordinaria e finanziariamente vantaggiosissima.
Se a Roberto Mancini, Francesco Flachi e Antonio Cassano la natura ha attribuito la dote della fantasia, il mix genio e sgregolatezza, più simili a quelle dei numeri 10 rispetto ai bomber di razza, Vincenzo Montella è, al fianco di Gianluca Vialli, tra i più forti e prolifici attaccanti della recente storia blucerchiata. La natura è stata la sua croce e delizia. Il calcio italiano ha conosciuto un attaccante dalle fantastiche qualità tecniche, non soltanto un autentico cecchino nell’area di rigore avversaria, ma innanzitutto un signor giocatore, imprendibile nello stretto, imprevedibile in acrobazia, capace di far reparto da solo. Purtroppo però ha dovuto fare i conti con un’infinita serie di infortuni di svariato genere, la sfortuna si è accanita in maniera crudele, costringendolo ai box nei momenti clou della propria carriera, mettendolo anche in secondo piano in chiave nazionale, dove un attaccante di tale livello avrebbe meritato maggiore spazio dai commissari tecnici che si sono succeduti sulla panchina azzurra.
La matematica non è un’opinione, i numeri parlano da soli: 191 goal tra i professionisti in 382 presenze, ben 141 nella massima serie, oltre a 3 messi a segno in Nazionale. Cifre pazzesche che esaltano una media goal – partita semplicemente straordinaria, raggiunta soltanto dai più famosi bomber di ogni epoca. Noi tifosi sampdoriani lo abbiamo conosciuto tra il 1996 e il 1999, nel periodo di esplosione nel calcio che conta. In ben 54 occasioni il nostro aeroplanino è volato sotto la gradinata sud, o sotto il nostro settore ospiti: di destro, di sinistro, di testa, in rovesciata, di prima intenzione, di rapina, poco cambiava, i suoi goal erano indimenticabili, intramontabili, e le sue esultanze erano originali, uniche, contagiose.
La cocente e assolutamente imprevedibile retrocessione del 1999 ha costretto la società a lasciar partire il suo uomo migliore, costretto dalla pubalgia a saltare per infortunio buona parte della stagione, non riuscendo a salvare la baracca nonostante lo straripante feeling con il goal palesato anche nelle ultime gare. Le bombe esplose ad anni di distanza con il fenomeno Calciopoli ha dato ragione a chi esternava dubbi e interrogativi su quella maledetta annata. Dinanzi all’offerta giallorossa probabilmente sarebbe partito ugualmente, ma almeno la garanzia della massima serie avrebbe assicurato un futuro roseo alla società. Nella prima stagione di Mazzarri lo abbiamo ritrovato in blucerchiato, l’Amministratore Marotta puntava giustamente sul suo immenso fiuto del goal e sulla sua sincera sampdorianità, ma i problemi fisici hanno preso il sopravvento, consentendo all’Aeroplanino di regalarci soltanto alcune perle.
L’età avanzata e un fisico precario lo hanno costretto a gettare la spugna, è importante rendersi conto di non poter più offrire quanto società e pubblico si aspettano, mettersi da parte è un segno di professionalità, dignità e coscienza. Ha appeso gli scarpini al chiodo nell’assoluto caos societario che sta vivendo la Roma, ha deciso di farlo in punta di piedi, con eleganza, concretezza e classe, le stesse qualità estratte dal cilindro quando voleva gonfiare la rete e incantare interi stadi.
In campo non vedremo più un campione, uno dei più forti attaccanti italiani dell’ultimo trentennio, un uomo vero, caparbio, coraggioso, mai disponibile ad arrendersi dinanzi non soltanto alla gavetta, ma ad un autentico calvario fisico che avrebbe messo k.o. un elefante. Sui rettangoli di gioco non avremo più l’onore di ammirare e incantare una persona capace di farci gioire come pochi a suon di goal, giocate dalla classe cristallina e vero attaccamento alla casacca blucerchiata. Adesso Vincenzino si dedicherà al settore giovanile giallorosso, con l’obiettivo di contribuire alla crescita di giovani talenti, ma ben presto si renderà conto di una constatazione: trovare un altro bomber del suo livello è merce sempre più unica che rara, ogni epoca ha i propri capocannonieri, ma l’Aeroplanino, capace d’incantare ovunque e comunque, resterà sempre uno soltanto, semplicemente unico.
I tuoi goal nei nostri ricordi, le tue esultanze e l’attaccamento alla Sampdoria nei nostri cuori, caro Vincenzino hai appeso gli scarpini al chiodo soltanto da un paio di giorni, ma ci manchi già… grazie di tutto.
|di Diego Anelli - Fonte: www.sampdorianews.net| - articolo letto 176 volte


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