C'era una volta il Milan… Ma come cresce bene questo Sud
Appuntamento alle 11 di questa mattina: si aprono i cancelli di Milanello, inizia la nuova avventura di un Milan "diverso". Eufemismo per non mettere il dito nella piaga dei tifosi rossoneri. Come può una società, che si vanta (giustamente) di avere più titoli di tutti al Mondo, non essere protagonista sul mercato, nell'anno della cessione di Kakà e dell'addio di Ancelotti? Benvenuto a Leonardo, abbasso i pregiudizi. Il brasiliano è stato un ottimo calciatore con la maglia rossonera, si è dimostrato il migliore selezionatore sul mercato, brasiliano e non, adesso si gioca la carta che aspettava da una vita. Non sarà un problema, per nessuno, che ha accettato di allenare il Milan, ancor prima di prendere il patentino di allenatore. E' come se domani compraste a vostro figlio la Ferrari, anche se compirà 18 anni solo tra un anno ed a Scuola Guida neanche è stato iscritto. Il problema di Leo si presenterà nel momento in cui continuasse ad essere il Signor "Yes man" di Berlusconi e Galliani. Si ribelli a questa squadra che, se dovesse perdere anche Pirlo, sarebbe da quarto/quinto posto in campionato: Inter, Juventus e Fiorentina le sono superiori. Ed attenzione al Napoli. Huntelaar e Luis Fabiano sono ottimi calciatori, validi attaccanti, ma non basta. Benvenuti a Zigoni e Beretta, il loro sarà un rapido passaggio per Carnago. Bentornati ad Oddo ed Abate, quest'ultimo meriterebbe una chance. C'era una volta il Milan che non doveva chiedere mai. C'era una volta il Milan dei tre palloni d'oro, i tre tulipani; il Milan che andava sul mercato e si prendeva quel che voleva. Oggi i 67 milioni del Real Madrid per Kakà sono finiti ad Arcore, perché il Presidente è stufo di firmare assegni a metà aprile. I figli pressano affinché saluti tutti e chiuda un'epoca vincente. Sarà un raduno triste, senza Paolo Maldini che non lo dice ma con il Milan ha rotto. Il papà Cesare è da mesi che chiede un colloquio ad Adriano Galliani. Trova solo segreterie e messaggi che tornano al mittente. In bocca al lupo, comunque, a questo vecchio Milan che vuole rifondare, consapevole che con questa squadra non potrà puntare né al titolo né tantomeno alla Champions League.
E' un mercato in piena evoluzione, ma il calcio di oggi sembra aver capovolto lo scenario nazionale. Il Sud Italia scatenato rispetto ad un Nord più "tirato" e macchinoso. La Juventus per chiudere l'operazione D'Agostino sta facendo la colletta. Il Genoa di Enrico Preziosi è una piacevole eccezione. Insieme al Napoli è tra i club europei ad aver speso di più, senza follie ma con molto raziocinio. Napoli, Bari, Catania e Palermo. Peccato per Lecce e Reggina, ma questo è un Meridione che progetta, crea e punta in alto. Prendete De Laurentiis. Vuole fare di Napoli un esempio internazionale. Investe e, giustamente, pretende. Quagliarella, Zuniga, De Sanctis, Campagnaro e Cigarini… Ok, il prezzo è giusto! Manca la ciliegina: Pandev o Pellissier, il top. Per essere protagonisti sul mercato bisogna essere bravi anche nelle cessioni. Napoli dovrà fare una bella pulizia. Denis è stato un fallimento, Datolo ha bisogno di almeno altri 6 mesi per poter essere giudicato, i tre portieri (Iezzo, Gianello e Navarro) vanno sistemati in blocco. Il Bari è attivissimo. Perinetti lavora fino alle due di notte, non si ferma neanche di domenica. 5 milioni per il poker del Genoa, 250 mila euro per Allegretti. Un solo dubbio: per Ventura c'è il top della B dello scorso anno, basterà per l'approccio alla serie A dopo 8 anni di "latitanza"? Catania e Palermo hanno ormai sede in Sudamerica. Pastore per Zamparini è il colpo che rimpiangeranno Milan, Inter e Juventus. Lo Monaco sta allestendo una squadra per Atzori che necessita di al massimo due-tre pedine. Da sistemare la posizione di Mascara che tra due anni si ritroverà in scadenza di contratto. Dovrà fare qualcos'altro il Cagliari, dopo Nenè. Qualcos'altro non vuol dire Succi. |di Michele Criscitiello - Fonte: www.tuttomercatoweb.com| - articolo letto 149 volte