Milan, seguire lo spartito: vecchi slogan ma poche idee
Dopo il contestatissimo raduno di lunedì 6 luglio, il Milan si appresta a vivere l’inizio di quella che si annuncia essere una delle preparazioni estive più travagliate degli ultimi anni, segnata com’è dal ridimensionamento (tangibile ma mai ammesso dai vertici societari) della squadra, dalla non ancora metabolizzata cessione di Kakà, dai mancati acquisti e dall’arroganza dei dirigenti, che sembra vogliano continuare a recitare la propria parte come se nulla fosse successo. Adriano Galliani, certo per volontà presidenziale, continua a propinarci dati e avvenimenti certamente interessanti dal punto di vista del marketing ma poco significativi sotto il profilo sportivo: concetti come valore del brand, introito da sponsorizzazioni, partnership commerciali, ecc sono molto importanti ma non è pensabile che vengano usati come pezze d’appoggio per propinare ai tifosi gli slogan della squadra più titolata al mondo e della competitività ad ogni livello, quando invece l’impoverimento della rosa e la mancanza di idee sono evidenti a tutti.
Alla ‘Gazzetta dello Sport’ Silvio Berlusconi arriva addirittura a dichiarare che così com’è il Milan sarebbe più forte dell’Inter, testimoniando che il calcio in generale e la propria squadra in particolare li ha seguiti ben poco negli ultimi due anni. In conferenza stampa Galliani ritira fuori la faccenda della fiscalità spagnola e del progetto di puntare sui giovani, dimenticando da una parte che il Napoli (che ci risulta non essere in Spagna né ambire allo Scudetto) ha investito, per ora, circa 40 milioni di Euro sul mercato e che per costruire una squadra basandosi sui giovani bisogna avere un programma graduale e pluriennale di inserimento, non un’improvvisa ‘folgorazione sulla Via di Damasco’.
Continua la presa in giro da parte dei dirigenti verso i tifosi: forse i vertici rossoneri non hanno ancora capito che, al di là della cessione di Ricky, l’elemento che irrita di più è proprio questo continuare con slogan ingialliti e irreali senza esplicitare un progetto concreto. Come si fa a dire che il Milan così com’è è competitivo senza provare un minimo di vergogna? Non capiscono che ciò che preoccupa è la totale mancanza di progettualità, evidenziata anche dalla volontà di aspettare i ‘saldi’ per comprare i giocatori necessari? Quante volte erano stati proprio i tifosi ad invitare la società a ringiovanire la rosa senza essere ascoltati? E come si fa a dire che si punta sui giovani quando si tengono in rosa, rinnovando anche dei contratti, giocatori ultratrentenni e dal rendimento in picchiata come Oddo, Dida, Kalac, Favalli, Seedorf, Jankulovski? La contraddizione è chiara a tutti, tranne che alla società. E se non siete d’accordo, non siete evoluti! E in mezzo a tutto ciò c’è Leonardo, ex campione amatissimo ed ex dirigente capace ma ora nuovo allenatore, che si trova a gestire una situazione molto complessa: certo anche lui ci mette del suo per complicarla quando dichiara che l’esperienza in panchina sarà solo una parentesi nell’iter professionale da manager. Non ci sembra davvero la miglior premessa possibile e soprattutto speriamo che questa parentesi non sia troppo corta. Ovviamente tutti auspichiamo che in un modo o nell’altro il futuro ci riservi nuove soddisfazioni targate Milan e ci consola sapere che il calo degli abbonamenti ad oggi è drastico (meno 20%) ma non catastrofico. Anche se fa sorridere il bizzarro sillogismo enunciato da Galliani per il quale, visto che il calo di tessere acquistate è quantificabile nella percentuale sopra citata, allora l’80% dei milanisti sarebbe d’accordo con la società, come se il fatto di rinnovare l’abbonamento equivalesse a sottoscrivere in toto la linea presidenziale. Ma ormai da qualche tempo ne sentiamo di tutti i colori e non ci stupiamo più di niente, anche se gradiremmo almeno che la nostra intelligenza non venisse insultata con boutade di questo tipo. Qualunque cosa succeda però vorremmo che la società fosse più chiara verso i tifosi e non continui a disprezzarli, ristabilendo nel tempo un rapporto di fiducia che non c’è più a causa delle decine di bugie raccontate negli ultimi mesi. E ci piacerebbe anche che il nostro Ad parlasse e pensasse di più ai progetti tecnici per la squadra e meno agli slogan fuori dal tempo e all’esaltazione ‘a prescindere’ di un presidente che ormai mostra distacco e scarsa conoscenza del Milan nell’anno di grazia 2009. |di Claudio Mignatti - Fonte: www.ilveromilanista.it| - articolo letto 207 volte