Preso Onyewu a parametro zero, la difesa del Milan comincia a prendere corpo. Ad assestarsi. Il forte gigante americano consentirà a Nesta di recuperare senza affanni e a Kaladze di cimentarsi, ove lo volesse, nel vecchio ruolo di terzino sinistro. Dura fare una squadra senza disponibilità finanziaria. E’ quello che sta accadendo al povero Galliani. Abbandonato al proprio destino dalla Proprietà, dalla quale ha ricevuto l’ordine tassativo di ripianare il bilancio e ridurre tutti i costi di gestione, il “nostro” si sta eroicamente barcamenando tra inenarrabili difficoltà di carattere economico e professionale. Anche il buon Perez, l’amico fraterno, l’amico di sempre, gli ha risposto picche. Non ha nessuna intenzione di regalargli Huntelaar. Che pertanto si allontana in modo drastico. Come Dzeko. Come Adebayor. Tutti troppo costosi. Inavvicinabili. Dzeko addirittura incedibile. Anche stavolta Galliani ha incassato ed è tornato a casa. Cerchiamo di capire una cosa, prima di criticare. Soldi in cassa non ce ne stanno. Fininvest spinge per l’autogestione. Le corde della borsa si sono strette in maniera drastica. Irreversibile. Il Grande Milan Berlusconiano è un ricordo. Non esiste più. Adesso c’è una società dignitosa costretta ad auto-finanziarsi e a lavorare con i giovani. Con un occhio al vivaio e l’altro al bilancio. Tutto questo in attesa di tempi migliori. Questo sarà un anno di assestamento. Di transizione. Se arriveremo in zona Champions League, specie se ci arriveremo con una squadra in salute e con i conti a posto, una quota del pacchetto azionario verrà probabilmente ceduta ad un facoltoso imprenditore. Probabilmente straniero. Magari con provenienza Dubai. Dunque parecchio danaroso e in grado di assicurare alla squadra, assieme alla famiglia Berlusconi, un avvenire sereno, sicuro ed in linea con le aspettative dei tifosi. Signori, il futuro è questo. Il presente è quello di una squadra che non è e forse non sarà all’altezza delle altre Grandi. Inter, Juventus, Roma, ma anche Fiorentina e Napoli sembrano, al momento, più attrezzate di noi. Anche se poi sarà il campo a stabilire le gerarchie. Quelle vere. Quelle suffragate dai fatti. Dai risultati. Forse diremo una fesseria ma se davvero sarà ceduto anche Andrea Pirlo e se non sarà acquistato nessuno al suo posto il traguardo prioritario diventerà la “vecchia” zona Uefa. L’Europa League. Se ci andrà bene. Né potrà essere altrimenti. Del resto cedere Pirlo sarebbe quasi un’esigenza. Tecnicamente, una sciocchezza enorme. Grande quanto una casa.
Servono soldi per acquistare un centravanti di peso e un terzino sinistro. Non crediamo sia Luis Fabiano la vera esigenza. Il toccasana. Pesterebbe i piedi a Pato, è troppo simile a Inzaghi e poi non possiede la struttura fisica dell’ariete da area di rigore di cui tanto parla Galliani. Però è il preferito da Leonardo. Una piccola speranza per Huntelaar c’è ancora. Ma non sarà facile strapparlo al Real. Salvo che Perez non impazzisca e accetti la proposta indecente di Galliani. Dandoci, cioè, il giocatore olandese in prestito con diritto di riscatto per il prossimo anno ad una cifra già concordata. Svanito Dzeko, con un Luis Fabiano che non convince del tutto, rimane solo Huntelaar. Non vediamo altri attaccanti in giro. Almeno che corrispondano a questo identikit preciso. Toni sarebbe una follia. E’ ormai spremuto, costa anche lui, e nel rapporto qualità/prezzo saremmo sicuramente perdenti. Poi ha la sua età. Huntelaar non è male. Giovane, forte sia di piedi che di testa, tecnicamente apprezzabile. Soprattutto incazzato quanto basta e desideroso di prendersi una bella rivincita. Luis Fabiano non è un ariete. Ama giostrare a ridosso dell’area di rigore per poi pungere quando meno te l’aspetti. Nei sedici metri è pericolosissimo. Preferisce le triangolazioni e ha un dribbling fulminante. Dotato di buonissima tecnica, se entra in area fa male. Micidiale. Possiede un grande fiuto del gol e di testa se la cava. Per la fascia sinistra i nomi sono tre: Cissokho del Porto, Bale del Totthenam e il nazionale brasiliano Andrè Santos. Le prime due trattative si sono arenate ai nastri di partenza per motivi diversi. Nel caso di Cissokho più che di mal di denti parleremmo di mal di tasca. Rossonera, ben s’intende. Anche l’Inter e il Lione sembrano sulle sue tracce. Nonostante la dentatura. Ovvio che qualcosa non quadri. Che non convinca del tutto. Bale è l’alternativa. Ma è ancora troppo giovane e soprattutto inesperto. Non ci stupiremmo se alla fine non arrivasse né l’uno né l’altro. Andrè Santos è una delle rivelazioni della Confederation Cup. Ovvio che piaccia a Leonardo. Con la cessione di Pirlo si aprirebbe una falla gigantesca a centrocampo. La soluzione interna porterebbe a Seedorf, che ha già giocato in quel ruolo seppur con alterna fortuna. Il mercato offre Hernanes e D’Agostino. Bravissimi ma pure loro costosi.
La soluzione migliore sarebbe quella di tenersi ben stretto Andrea Pirlo. La nostra luce, la nostra fonte di gioco e di saggezza in mezzo al campo. Delizioso. Ineguagliabile. Berlusconi parla di un Milan più forte dell’Inter, competitivo, in grado di vincere tutto o quasi. Come faccia a sostenere una tesi del genere è un bel mistero. Kakà non è stato ancora sostituito. Borriello e Nesta vengono da infortuni pesanti e da un anno di inattività. Dovranno recuperare il terreno perduto. In difesa iniziamo con un Thiago Silva e un Onyewu in più. Non è poco. In rampa di lancio ci sono i giovani Darmian e Albertazzi. A centrocampo i soliti noti più gli innesti di Abate e Di Gennaro. In attacco Pato, Borriello, Inzaghi, Zigoni più Mister X. Che potrebbe essere Luis Fabiano. Ma con Galliani e Braida mai dire mai. Non è escluso che spunti qualche altra sorpresa, magari a “parametro zero”. Chissà che non stia nascendo davvero un signor Milan. Noi ci crediamo. Lo speriamo. Vivamente. |di Claudio D'Aleo - Fonte: www.ilveromilanista.it| - articolo letto 168 volte