E' un'Inter già 'principesca': Milan battuto 2-0, firmato Diego Milito
Il Gillette Stadium di Boston è il teatro del 270esimo derby milanese, il terzo al di là dei confini nazionali. Una sfida tipicamente estiva, che però sia Inter sia Milan tengono a vincere, o quanto meno a non perdere, anche alla luce di un curriculum a stelle e strisce segnato finora solo da sconfitte per entrambe. Alla fine la spunta per 2-0 la squadra nerazzurra, perché più rodata, superiore tecnicamente e con un Milito in più. Una piccola grande soddisfazione per il popolo nerazzurro, anche se è pur sempre calcio d’estate. Mourinho propone da 1° minuto l’esordiente nerazzurro Lucio, e i freschi di rientro Maicon e Julio Cesar. A sinistra, in difesa, gioca Zanetti, con Muntari che prende il suo posto in mezzo al campo. Coppia d’attacco, ovviamente Milito-Balotelli, in attesa di inserire Eto’o. Così come il collega, anche Leonardo presenta un Milan schierato con il 4-3-1-2, con Ronaldinho a fare da collante tra centrocampo e attacco, a sua volta formato dalla coppia Pato-Borriello.
La prima conclusione porta la firma proprio del Papero rossonero, che da oltre 20 metri prova inutilmente a sorprendere Julio Cesar, poco propenso a fargli un regalo per il recente matrimonio. La replica nerazzurra è principesca: al 4’ Diego Milito scatta sulla sinistra, beffa Onyewu con una doppia finta e batte Kalac con un sinistro sul primo palo. Gol da applausi, non male come esordio nel derby della Madonnina per l’argentino. Il Milan, digerito lo svantaggio, prova a ‘fare’ gioco, ma l’Inter è ben messa in campo e il centrocampo tutto mancino lascia filtrare ben pochi palloni. Tatticamente, Milito agisce da prima punta, mentre Balotelli rimane spesso sulla sinistra, quasi a voler lasciare ai centrocampisti lo spazio per inserirsi sulla corsia opposta (non a caso Muntari bazzica da quelle parti, salvo cambiare posizione con Motta). Per Leonardo invece il più attivo è proprio Ronaldinho, che muovendosi tra centrocampo e attacco costringe la mediana nerazzurra ad abbassarsi, senza tuttavia mai perdere la concentrazione. A difettare sembra piuttosto la linea difensiva rossonera, poco reattiva nel momento di mettere in fuorigioco gli avanti avversari.
Al 28’ Balotelli ruba un pallone a metà campo e con un destro violento prova a sorprendere Kalac, ben posizionato. In un clima di competizione c’è anche modo di divertirsi, con l’arbitro Gonzales che estrae erroneamente il cartellino rosso ai danni di Ronaldinho, facendo sussultare tutto lo stadio. Un errore di colore, ovviamente, accolto da tutti con un sorriso. Il primo tempo non offre ulteriori spunti di cronaca, anche perché il Milan non riesce a sfondare il duplice muro nerazzurro (centrocampo e difesa), mentre l’Inter preferisce controllare piuttosto che alzare i ritmi, e il compito riesce in maniera egregia. A parziale scusante della squadra di Leonardo, la terza partita nel giro di cinque giorni, che a questo punto della preparazione non rappresenta certo un vantaggio.
Anche per questo motivo l’allenatore rossonero manda in campo forze nuove nella ripresa, con Zigoni al posto di Borriello e Abate per Pirlo. Cambia così anche l’assetto tattico, con un 4-2-3-1 che vede Pato unica punta, sostenuto dai due nuovi entrati e Ronaldinho. Proprio il brasiliano inaugura il secondo tempo con una bella punizione, che costringe Julio Cesar al tuffo sulla sua destra. Al di là di questa conclusione, di pericoli per le porte avversarie le contendenti ne creano pochi e bisogna attendere il quarto d’ora per assistere alla botta da fuori di Thiago Motta, che un minuto dopo lascia il posto a Vieira. Girandola di sostituzioni invece per il Milan, che propone ora Oddo, Nesta e Antonini al posto di Onyewu, Jankulovski e Zambrotta. In campo il furore agonistico si traduce in qualche scorrettezza di troppo, con Gattuso che reagisce male a un tunnel (l’ennesimo) di Milito. Proprio l’argentino è uno dei migliori in campo perché detta il passaggio, si muove su tutto il fronte offensivo e corre anche a difendere. Bene anche Lucio, che palesa grande sicurezza e personalità, attributi da sempre nel suo bagaglio.
Ronaldinho è sempre pericoloso su calcio piazzato e al 66’ mette paura al connazionale Julio Cesar, sfiorando il palo alla sua sinistra. Il Gaucho si gioca così la sua ultima chance di timbrare il cartellino, perché pochi secondi dopo cede il posto al baby Odu (così come Gattuso fa con Flamini). Mourinho non vuole essere meno creativo di Leonardo e dà un colpo di vita alla sua squadra, spedendo in campo Mancini per Balotelli e Santon per lo stremato Maicon. Bella la conclusione di esterno destro da parte di Stankovic al 72’, con intervento stilisticamente apprezzabile da parte di Kalac. Un episodio che si inserisce nella girandola di sostituzioni, che prosegue con l’ingresso di Cordoba al posto di Chivu (bene il romeno). Nell’altra metà campo c’è ancora lavoro per Julio Cesar, che spedisce in corner una sventola di Flamini. È il preludio però al raddoppio nerazzurro, che nasce da un rapido contropiede condotto da Stankovic e concluso ancora una volta da Diego Milito con un destro su cui Kalac interviene goffamente. Il 2-0 pone praticamente fine alle ostilità al 74’ e per El Principe piovono applausi nel momento della sostituzione con Quaresma (contemporanea a quella di Lucio con Materazzi e di Muntari con Burdisso). Neanche il tempo di entrare e il Trivela impegna con un bel destro da fuori il portiere australiano, stavolta bravo a intervenire. Ma l’Inter a questo punto gioca sul velluto, soprattutto con due attaccanti atipici come Mancini e Quaresma, che si muovono molto e non danno punti di riferimento.
La sopraggiunta stanchezza, le numerose sostituzioni e lo scarso feeling tra i nuovi volti aumenta inevitabilmente anche le opportunità da gol, fino al 70’ un po’ latitanti. Buon per i 50 mila spettatori dell’ex Foxborough Stadium, in cui l’Italia di Arrigo Sacchi nel 1994 sconfisse soffrendo Nigeria e Spagna (in entrambi i casi per 2-1). Nel finale, oltre a uno stacco imperioso di Materazzi, si registra l’ingresso di Krhin per Stankovic, di Toldo (con tanto di caschetto alla Cech) per Julio Cesar, di Destro per Cambiasso e di Obi per capitan Zanetti, che conclude così il suo 37esimo derby milanese. Al termine di questo Inter-Milan, al di là della soddisfazione per la vittoria, Josè Mourinho ha la conferma di poter attendere con calma l’inserimento di Eto’o: con un Milito così l’attacco nerazzurro può considerarsi in buona salute. |di Fabio Costantino - Fonte: www.fcinternews.it| - articolo letto 180 volte