Ore 14.30 - Stadio di Utrecht, 10/15.000 persone circa. Un caldo nordeuropeo accompagna la nostra avventura nel paese dei tulipani. È tempo di riavvolgere il nastro, di (ri-)trasmettere le emozioni che hanno caratterizzato la sfida sapor d'Europa prima, durante e dopo.
Olanda, terra di (agri-)cultura tecnologica incontrastata, pronta a sfoderare l'orgoglio nazionale "orange" che tanto ricorda il frutto della nostra zagara primaverile. Un viaggio interminabile che ci ha condotto attraverso magnifici paesaggi pittorici, nel bel mezzo del grigiore di Utrecht, fino ai colori accesi del Galgenwaard Stadion . A 40 kilometri da Amsterdam, capitale europea della trasgressione, un pensiero solitario nella nostra mente, solo per qualche secondo c'abbiamo pensato per poi tornare alla normalità, tanto anormale (almeno per adesso): veder debuttare i colori rossazzurri proprio qui, dove tradizione e lifestyle sembrano agli antipodi rispetto a come, sotto le zanne "do Liotru", siamo stati educati.
Quel che accompagna il nostro viaggio sono le emozioni, uniche, indescrivibili, da pionieri rossazzurri tifosissimi e, ancor prima di vestire i panni di "reporter" e "technician" , l'etichetta che ci é stata cucita addosso, quelle di normalissime persone che amano la propria terra e la maglia. Impossibile, comunque, restare impassibili dinanzi al fascino nordico, sguardi e sorrisi lontani da quel che siamo abituati in casa nostra ed un approccio totalmente differente dal finto cliché "polare" di freddezza snob che, ad esperienza fatta, ci ricorda più la favola della befana che la più ovvia (e semplice) realtà.
Un'Amichevole con la A maiuscola , forse più per l'effetto amicizia che non per l'intensità della gara, disputatasi a livelli abbastanza elevati. Insieme, rossazzurri e biancorossi, a celebrare la festa della sportività, quella che spinge un tifoso olandese a correrci dietro per salvare la MondoCatania-car dalla multa certa. O quella che permette a tutti i sostenitori di entrambe le formazioni di girare indisturbati per la struttura, con i propri colori addosso, senza discriminazione e con una sola cosa in testa: il divertimento ed il tifo, quello sano.
Olanda: terra di trasgressione. La trasgressione (altrui) , quella che al nostro ritorno, al passaggio del confine, ci é costata una cospicua perdita di tempo, quattro chiacchiere con i funzionari dello Zoll tedesco e mezza vettura smontata. Da paese a paese cambiano usi e costumi ma anche leggi: certi souvenir, in Germania come in Italia, sono severamente vietati. In piena regola, passati i controlli e salutati gli omini verdi, proseguiamo il nostro lungo, interminabile viaggio, ricordando, ancora una volta, i mille sorrisi che ci hanno accompagnato durante la nostra piccola, grande, impresa europea. |di Daniele Nicolosi - Fonte: www.mondocatania.com| - articolo letto 152 volte